Riforma pensioni: cos’è e cosa prevede

Riforma pensioni 2021: cos’è, cosa prevede, cosa cambia, Quota 100, 102 e 41, Opzione donna, Ape social, pensione di cittadinanza, quattordicesima, novità

Riforma pensioni: cos'è e cosa prevede
Riforma pensioni: cos’è e cosa prevede. Da settembre sono ripresi gli incontri tra governo, ministro del lavoro e sindacati per definire il pacchetto di misure da inserire nella legge di bilancio 2021.

Tra i temi ci sono:
  • La proroga dell’Ape social (con la possibilità di aumentare le categorie di lavoro gravoso);
  • La proroga di Opzione donna;
  • Uno strumento che accompagni con un’indennità i lavoratori a cui mancano 3-4 anni per andare in pensione.

I sindacati stanno tracciando un nuovo sistema previdenziale (basandosi su quanti svolgono lavori gravosi) alle donne, ai giovani, ai lavoratori discontinui. l segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli, ha detto: “Proponiamo una pensione contributiva di garanzia, che consideri anche i periodi in cui si è disoccupato e si fa formazione, e valorizzi il part time“.

La nuova riforma delle pensioni introdurrà, quindi, nuove forme di pensione anticipata, in modo da assicurare più flessibilità di uscita dal lavoro per coloro che ne fanno richiesta, con meccanismi di premialità per le donne.

Riforma pensioni: novità

Novità sulla Riforma delle pensioni 2021: con la nuova riforma delle pensioni tornano centrali Walfare e taglio del cuneo fiscale, con un rafforzamento delle politiche a sostegno dei lavoratori.

I sindacati hanno chiesto di estendere la Quattordicesima ai pensionati (oggi esclusi) e l’aumento delle pensioni minime 2021 a 780 euro per tutti.

Per quanto riguarda Quota 100, il governo la lascerà invariata per tutta la durata del periodo di sperimentazione (fino al 31 dicembre 2021) per poi cancellarla. La misura si è rivelata troppo costosa per le casse dello Stato e non stata equanime perché è andata a penalizzare le donne e coloro che hanno avuto una carriera discontinua. Le misure che sostituiranno Quota 100 sono Quota 102 e Quota 41.

Anche Ape Social, pensione di cittadinanza e pensioni di invalidità non subiranno modifica nel 2021.

Non subirà modifiche nemmeno Opzione donna, il meccanismo che consente alle lavoratrici di andare in pensione a 58 anni per le dipendenti e a 59 anni per le autonome (purché abbiano maturato almeno 35 anni di contributi previdenziali).

Infine, la rivalutazione degli assegni pensionistici. Nel 2020 la rivalutazione è stata prevista solo per gli assegni fra 3 e 4 volte il minimo (quindi tra 1.522 e 2.000, 29 euro lordi al mese).

Sono rimaste invariate le percentuali di indicizzazione per gli assegni più alti:
  • 77% tra 2.537 e 3.0445 euro;
  • 47% fino a 4059 euro;
  • 45% fino a 4566 euro;
  • 40% oltre 4566 euro.
Riforma pensioni: pensione di garanzia per i giovani

Pensione di garanzia per i giovani e Riforma delle pensioni 2021: il governo punta ad aumentare il “Fondo previdenziale integrativo pubblico“, con la “Pensione di garanzia” al fine di assicurare ai giovani con carriere discontinue una concreta copertura previdenziale.

Cos’è e come funziona la pensione di garanzia?

E’ una proposta (affrontata in passato Governo Gentiloni e dal Governo Renzi) che si basa sul rendere cumulabile il basso trattamento che matureranno, tra 20-30 anni, i giovani nati dagli anni ’70 in poi con assegni di tipo sociale, o con altri strumenti di sostegno al reddito per le fasce più povere.

La proposta prevede di togliere il vincolo dell’assegno Inps da 1,5 volte il minimo, in modo da permettere ai lavoratori con carriere discontinue di accedere alla pensione in modo più flessibile, senza dover posticipare il pensionamento dopo il compimento dei 70 anni di età.

Riforma pensioni: pensione di vecchiaia

Pensione di vecchiaia e Riforma delle pensioni 2021: a causa dell’adeguamento alle aspettative di vita INPS (previsto dalla riforma Fornero), dallo scorso anno sono cambiati i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia. L’adeguamento porta, anno dopo anno, un aumento degli anni necessari al pensionamento (sia di tipo anticipato che di vecchiaia).

Cos’è e come funziona la pensione di vecchiaia?

I requisiti di età richiesti sono gli stessi sia per gli uomini che per le donne. Quindi, l’accesso alla pensione di vecchiaia è permessa con almeno 20 anni di contributi versati.
E con le seguenti età anagrafiche:

  • 67 anni nel 2020, 2021 e 2022;
  • 67 anni e 4 mesi nel 2023 e 2024;
  • 68 anni dal 2031 in poi.

Inoltre, per coloro che non hanno versato contributi prima del 1996 (e che vedono l’applicazione del metodo di calcolo contributivo), l’assegno pensionistico deve essere superiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale. Qualora tale condizione non potesse essere soddisfatta, per andare in pensione sarà necessario il requisito contributivo di vecchiaia.

Riforma pensioni: pensione anticipata

Pensione di anticipata e Riforma delle pensioni 2021: non è prevista un’età specifica per accedervi, ma è sufficiente aver maturato il requisito contributivo minimo (42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne).

Riforma pensioni: Quota 41

Quota 41 e Riforma delle pensioni 2021: non si tratta di pensioni a quote, ma di una misura che andrebbe a sostituire la pensione anticipata prevista dalla riforma Fornero (che attualmente richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne). La quota 41 unificherebbe i contributi necessari per l’accesso a 41 anni (sia per uomini che per donne) e potrebbe porre un limite al continuo aumento dell’età pensionabile.

Nella riforma delle pensioni 2021, Quota 41 non sarà per tutti i lavorati, ma il governo cerca di estenderla ai lavoratori fragili, a coloro che non possono restare al lavoro perché giudicati inidonei, e a coloro che sono impegnati nei settori a maggior rischio COVID (come trasporti e sanità).

Il requisito contributivo rimane a 41 anni di contributi versati se:
  • All’età di 19 anni avevi maturato 12 mesi di contributi;
  • Sei iscritto alla previdenza obbligatoria prima del 1996;
  • Sei disoccupato senza indennità di disoccupazione da almeno 3 mesi;
  • Sei caregivers da almeno 6 mesi di un familiare convivente entro il grado con un handicap grave;
  • Sei invalido dal 74%;
  • Hai svolto lavori usuranti o gravosi.
Riforma pensioni: Quota 100

Quota 100 e Riforma delle pensioni 2021: in vigore fino al 31 dicembre 2021, prevede la possibilità di lasciare il lavoro in anticipo rispetto ai requisiti della pensione di vecchiaia, quando la somma tra età anagrafica e contributi versati, è 100.

I requisiti richiesti sono quelli di avere un’età minima di 62 anni e 38 anni di contributi.

L’uscita dal lavoro a 62 anni con Quota 100 comporta, però, un taglio dell’assegno di almeno l’8%.

Esempio

Se un lavoratore prende 1200 euro di stipendio:

  • Se lascia il lavoro con le regole di adesso, va in pensione con un assegno di 900 euro al mese;
  • se lascia il lavoro con la quota 100, va in pensione con 828 euro di assegno.
Riforma pensioni: Quota 102

Quota 102 e Riforma delle pensioni 2021: è un sorta di Quota 100 rivisitata. Il meccanismo è molto simile, con la differenza che vengono richiesti 2 anni in più per l’accesso.

Prevede, dal 2020, di accedere alla pensione con 64 anni di età e 38 anni di contributi (che sommati danno 102).

L’anticipo, però, porterebbe ad una riduzione dell’assegno che va dal 4%, per ogni anno di anticipo, fino al -15% (se si anticipa di 3 anni e 8 mesi).

Riforma pensioni: Opzione donna

Opzione donna e Riforma delle pensioni 2021: consente alle donne lavoratrici dipendenti e autonome (rispettivamente con 58 anni e 59 anni), in possesso di determinati requisiti contributivi (ossia, 35 anni), di accedere alla pensione anticipata accettando, però, che il calcolo dell’assegno della pensione avvenga solo con il metodo contributivo (con conseguente penalizzazione economica). Il taglio della pensione si aggirerebbe tra il 25% e il 30%.

Requisito anagrafico:
  • Lavoratrici dipendenti: avere un’età anagrafica di 58 anni;
  • Lavoratrici autonome: avere un’età anagrafica di 59 anni d’età.
Requisito contributivo:

Avere almeno 35 anni di contribuzione versata.

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