Quota 41: cos’è, come funziona, requisiti, a chi aspetta, come e quando fare la domanda, pensioni, novità
Quota 41. I lavoratori precoci sono coloro che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età e che hanno maturato oltre 40 anni di contributi. Si tratta, quindi, di persone che possono andare in pensione anche prima dei 60 anni.
Fino al 2011 i lavoratori precoci potevano accedere alla pensione anticipata con 40 anni di contributi. Con la legge Fornero gli anni sono aumentati fino a 43 anni e 6 mesi. Ora il governo mira a riportare questa quota a 41 anni per tutti, con un solo anno in più rispetto ai requisiti vigenti nel 2011.
Quota 41: novità
Novità su Quota 41: Quota 41 non farà parte della Legge di Bilancio 2020, ma lo diventerà (probabilmente) dal 2021, dopo la fine della sperimentazione triennale di Quota 100.
Il governo, al fine di consentire (in modo graduale) il superamento della legge Fornero ha introdotto quest’anno Quota 100 (che sarà in vigore fino al 31 dicembre 2021).
Quota 41: cos’è
Cos’è Quota 41: allo stato attuale, per accedere alla pensione anticipata INPS, sono necessari almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.
Con Quota 41 si riduce il numero di contributi, e sono necessari 41 anni di contributi per tutti (indipendentemente dal requisito anagrafico) per accedere alla pensione anticipata.
Tutti i lavoratori, a prescindere dall’età, possono andare in pensione anticipata, qualora hanno versato almeno 41 anni di contributi. Quindi, l’età del lavoratore, ai fini di calcolo di Quota 41, non è importante perché contano solo il numero di contributi versati. Inoltre, le pensioni con Quota 41 saranno adeguate alla speranza di vita (con aumenti nella misura di 3 mesi ogni 2 anni).
Quota 41: come funziona
Come funziona Quota 41: per agevolare il pensionamento dei lavoratori precoci (cioè di coloro che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età), l’articolo 1, co. 199 della legge 232/2016 (come attuato dal successivo DPCM 87 del 23 maggio 2017) consente, a partire dall’1 maggio 2017, a coloro che si trovano in particolari profili di tutela, di accedere alla pensione anticipata. Consiste in un canale di uscita a 41 anni di contributi (a prescindere dall’età anagrafica) nei confronti di quei soggetti che hanno lavorato prima dei 19 anni, per almeno 12 mesi in modo effettivo (anche non continuativi), e che risultino in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995.
Questo intervento normativo si applica agli iscritti presso l’assicurazione obbligatoria dei lavoratori dipendenti, le gestioni speciali dei lavoratori autonomi, la gestione separata dell’INPS e le forme sostitutive ed esclusive dell’AGO.
Quota 41: requisiti
Quali sono i requisiti di Quota 41:
Dal 2021, per poter accedere a Quota 41, i lavoratori devono riconoscersi in almeno 1 dei 5 profili di tutela:
- Lavoratori dipendenti in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento (anche collettivo), dimissioni per giusta causa (o risoluzione consensuale) nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604, e che abbiano concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione da almeno 3 mesi.
- Lavoratori dipendenti (o autonomi) che assistono, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104. Dal 1 gennaio 2018 sono stati inclusi anche i soggetti che assistono un parente (o un affine di secondo grado) convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
- Lavoratori dipendenti (o autonomi) con una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%.
- Lavoratori dipendenti che soddisfano le condizioni di cui all’articolo 1, commi da 1 a 3 del decreto legislativo del 21 aprile 2011, n. 67 (lavoratori addetti a mansioni usuranti o lavoratori notturni con almeno 64 notti lavorate l’anno).
Lavoratori dipendenti che svolgono (da almeno 6 anni in via continuativa negli ultimi 7 anni o, dal 1 gennaio 2018, da almeno 7 negli ultimi 10 anni) attività lavorative per le quali è richiesto un impegno tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento in modo continuativo (lavori gravosi). Dal 1 gennaio 2018 le professioni definite gravose sono diventate 15 ed è venuto meno il vincolo di una tariffa INAIL non inferiore al 17 per mille.
Dal 2022, Quota 41 sarà (probabilmente) estesa ai lavoratori di tutti i settori che hanno versato almeno 41 anni di contributi (a prescindere dal requisito anagrafico).
Quota 41: a chi aspetta
A chi aspetta Quota 41: il beneficio è rivolto a tutti i lavoratori iscritti all’assicurazione generale obbligatoria, ai fondi ad essa sostitutivi (o esclusivi) e alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi.
Spetta ai lavoratori dipendenti del settore privato e del pubblico impiego, e agli iscritti presso le gestioni speciali dei lavoratori autonomi (artigiani, commercianti e coltivatori Diretti).
Sono esclusi dal beneficio i lavoratori iscritti presso le gestioni previdenziali private (avvocati, notai, giornalisti) e i lavoratori non in possesso di contribuzione alla data del 31 dicembre 1995.
Quota 41: quando fare la domanda
Quando fare la domanda per Quota 41: solitamente, la domanda per questo tipo di pensione va presentata entro il 31 marzo di ogni anno, ma in caso di risorse che residuano, l’INPS accetta domande presentate anche dopo (ma entro il 30 novembre).
Dal 1 maggio 2017, i cosiddetti lavoratori precoci che alla fine del 1995 hanno maturato almeno 12 mesi di lavoro in modo effettivo (anche se non continuativo) prima del compimento dei 18 anni possono andare in pensione con 41 anni di contributi (indipendentemente dall’età anagrafica). Quindi, per la scadenza di novembre 2020, potranno andare in pensione uomini e donne che hanno iniziato a lavorare nel 1979 e che a quella data avevano 18 anni e prima hanno potuto contare su 12 mesi di contributi versati.
Questa agevolazione è valida fino al 2026. Dal 2027 i periodi di contribuzione richiesti aumentano. Ogni 2 anni sono richiesti 2 mesi in più fino al 2036. Per il biennio 2037-38 saranno necessari 41 anni e 11 mesi. Per il biennio 2039-40 ci vorranno 42 anni ed 1 anno. Questa contribuzione è ridotta di 1 anno per le donne (quindi, nel biennio 2030-2040 potranno andare in pensione a 41 anni ed 1 anno).
Quota 41: come fare la domanda
Come fare la domanda per Quota 41: la richiesta va presentata all’INPS entro il 30 novembre 2020. I canali da utilizzare sono telematici o tramite Contact Center e patronato.
L’INPS comunicherà, poi, l’accoglimento della domanda di pensione con l’indicazione della prima data utile di decorrenza della prestazione (nei limiti delle risorse stanziate) o il rigetto dell’istanza per il mancato possesso dei requisiti. La risposta arriverà entro il 31 dicembre 2020.
Ai fini del conseguimento del beneficio bisogna presentare una doppia domanda:
- La prima, per verificare la sussistenza delle condizioni, entro il 1 marzo 2020 (istanza tempestiva), oppure tra il 2 marzo ed il 30 novembre 2020 (istanza tardiva).
- La seconda, per accedere al beneficio vero e proprio (va prodotta al momento della maturazione di tutti i requisiti richiesti).
Chi matura i requisiti, il prossimo anno potrà presentare l’istanza di verifica nel 2021 con le scadenze al 31 marzo, al 15 luglio e al 30 novembre.
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