Cosa vuol dire “precettare”?

Nel contesto degli scioperi, “precettare” significa “obbligare i lavoratori a non scioperare o a ridurre la durata dello sciopero”

Cosa vuol dire precettare
Cosa vuol dire “precettare”?. La parola “precettare” significa “ordinare, prescrivere, imporre“. Nel contesto degli scioperi, “precettare” significa “obbligare i lavoratori a non scioperare o a ridurre la durata dello sciopero“.

La precettazione è un provvedimento amministrativo straordinario che può essere adottato dal governo italiano in caso di sciopero che possa compromettere in modo eccessivo “i diritti della persona costituzionalmente tutelati“.

In particolare, la precettazione può essere disposta per:

  • Garantire il funzionamento di servizi pubblici essenziali, come i trasporti, le poste e gli ospedali;
  • Evitare che lo sciopero possa causare danni alla sicurezza pubblica o all’ordine pubblico;
  • Prevenire situazioni di particolare necessità o urgenza.

Prima di precettare uno sciopero, il governo deve seguire una procedura specifica:

  • Deve chiedere il parere alla Commissione di garanzia sugli scioperi, un’autorità amministrativa indipendente che vigila sui modi e sui tempi di convocazione degli scioperi.
  • Deve tentare di trovare un compromesso con i sindacati interessati.
  • Deve firmare una lettera di precettazione, in cui indica la durata dello sciopero che intende limitare.

La precettazione può essere disposta fino a quarantotto ore prima dell’inizio dello sciopero. Se, nei giorni immediatamente precedenti allo sciopero, sono ancora in corso dei tentativi di mediazione con i sindacati, il governo può derogare a questa regola.

La precettazione in Italia

La possibilità per il governo di intervenire in modo diretto sull’organizzazione di uno sciopero è relativamente recente. In Italia il diritto allo sciopero è tutelato dall’articolo 40 della Costituzione, secondo cui questo può essere esercitato “nell’ambito delle leggi che lo regolano”. Fino al 1990 però non c’era nessuna legge del genere, e le proteste venivano organizzate in una situazione di vuoto legislativo, con molti disagi sia per i datori di lavoro che per i lavoratori.

Nel 1990 il sesto governo di Giulio Andreotti approvò la legge n. 146, con l’obiettivo di conciliare il diritto allo sciopero con quello della popolazione di accedere ai servizi pubblici. Furono quindi introdotte varie limitazioni, tra cui la possibilità per il governo di limitare la durata di uno sciopero se ritiene che possa compromettere in modo eccessivo “i diritti della persona costituzionalmente tutelati”. È questa limitazione a essere definita precettazione.

La precettazione è stata utilizzata solo in poche occasioni in Italia. L’ultima volta è stata nel luglio 2023, quando il governo di Matteo Salvini ha precettato uno sciopero dei treni.

Precettazione e libertà sindacale

La precettazione è spesso criticata da parte dei sindacati, che la considerano una limitazione della libertà sindacale. I sindacati sostengono che la precettazione possa essere utilizzata dal governo per limitare il diritto dei lavoratori di protestare e di rivendicare i propri diritti.

Tuttavia, la precettazione è stata ritenuta conforme alla Costituzione dalla Corte costituzionale italiana. La Corte ha infatti stabilito che la precettazione è un intervento legittimo del governo per tutelare i diritti della popolazione, anche se limita il diritto allo sciopero.

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