Nuova protesta degli insegnanti il 27 settembre

Il prossimo venerdì 27 settembre 2024, si terrà una nuova protesta degli insegnanti precari in diverse città italiane

Nuova protesta degli insegnanti il 27 settembre

Il prossimo venerdì 27 settembre 2024, si terrà una nuova protesta degli insegnanti precari in diverse città italiane. Questa mobilitazione arriva dopo le manifestazioni degli idonei del concorso scuola 2020 e dei docenti di sostegno che si sono svolte il 30 agosto e il 4 settembre. Gli insegnanti precari, sostenuti dai sindacati di categoria, stanno organizzando una nuova mobilitazione in concomitanza con l’inizio del nuovo anno scolastico, periodo in cui emergono sempre più chiaramente le problematiche legate al precariato, alle cattedre vacanti e alle mancate assunzioni.

Quest’anno, però, le richieste degli insegnanti si sono fatte più urgenti, soprattutto in considerazione delle riforme che il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sta apportando, in particolare riguardo al sistema di reclutamento dei docenti. Il fulcro della protesta riguarda gli insegnanti idonei del primo concorso Pnrr 2023, ancora in corso per diverse classi di concorso, le cui graduatorie devono essere pubblicate entro dicembre. Molti idonei, pur avendo superato le prove, non hanno ancora una graduatoria di riferimento e rischiano di dover ripetere il concorso, nonostante abbiano ottenuto voti alti.

La protesta degli insegnanti del 27 settembre è stata avviata con una lettera indirizzata ai sindacati e ai gruppi parlamentari, raccogliendo oltre 12.000 firme in sole 48 ore. Le manifestazioni si svolgeranno in cinque città italiane, con appuntamenti fissati alle ore 16:00 di fronte agli Uffici scolastici regionali di Roma, Napoli, Milano, Firenze e Bari. Essendo una mobilitazione pomeridiana e non uno sciopero, le lezioni si svolgeranno regolarmente e non ci saranno particolari disagi per studenti e famiglie.

Le rivendicazioni principali dei precari riguardano l’esclusione dal concorso Pnrr 2023/2024 e la mancanza di graduatorie pubbliche. In particolare, chiedono che le graduatorie siano prorogate fino al loro esaurimento, in modo da garantire trasparenza e permettere a chi ha superato le prove di conoscere la propria posizione. Luigi Maria Sofia, uno degli insegnanti a capo del movimento di protesta, ha dichiarato in un’intervista a La Repubblica: “Conoscere la mia posizione in graduatoria è un diritto e una questione di trasparenza.” Sofia ha raccontato di aver ottenuto voti alti al concorso – 94 allo scritto e 90 all’orale – ma che questi risultati non hanno avuto alcun valore concreto perché non c’è una graduatoria. Molti altri insegnanti si trovano nella stessa situazione, nonostante abbiano ottenuto punteggi eccellenti.

Un’altra questione sollevata riguarda la quota del 15% dei posti riservati a coloro che hanno partecipato al Servizio Civile Universale, una riserva ritenuta ingiusta dai precari poiché l’accesso al servizio civile è limitato da criteri anagrafici, con un’età massima di 29 anni. Anche i sindacati si sono mobilitati su questo fronte: la Flc Cgil ha presentato alcuni emendamenti in Parlamento e ha scritto alla Commissione Europea per evidenziare la questione. Inoltre, la Cisl Scuola, attraverso un comunicato del 18 settembre, ha espresso il proprio sostegno alla protesta. Ivana Barbacci, segretaria generale del sindacato, ha dichiarato: “La decisione di non autorizzare le assunzioni dei docenti su tutti i posti effettivamente vacanti, ma solo su una loro parte, costringe a coprire con lavoro precario molte cattedre.” Barbacci ha sottolineato come molti aspiranti insegnanti abbiano superato il concorso, ma non potranno essere assunti, e dovranno ripetere la prova. Ha aggiunto: “Si tratta di un evidente spreco di risorse che si traduce per i diretti interessati in una vera e propria vessazione, illogica e ingiustificata.”

Barbacci ha poi ribadito l’importanza di rendere strutturale un sistema di reclutamento a doppio canale, che integri i concorsi per esami con una graduatoria per titoli, come già avviene per i posti di sostegno.

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