Angela Merkel forse si candiderà al 5° mandato consecutivo. Perché non è considerata una dittatrice come Lukashenko?
I bene informati sanno che in Bielorussia sono in atto delle proteste in seguito alle ultime elezioni. Il presidente uscente, Alexander Lukashenko, ha vinto con circa l’80% dei voti. Chi ha perso, però, afferma che le elezioni non sono state regolari. Da quel momento sono iniziate le proteste e non sono ancora terminate.
Cosa si sa davvero delle elezioni in Bielorussia
Non sappiamo se davvero le elezioni sono state irregolari o se, invece, si sono svolte secondo tutte le regole. Non abbiamo dati. Nessuno ha dati veritieri da mostrare. NESSUNO.
Anche se i dati provenissero dai cosiddetti giornali autorevoli, ricordiamo che gli stessi giornali autorevoli, per giorni, hanno dato per morto il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un. Cosa al momento non vera. Queste autorevoli testate hanno smentito, rettificato o chiesto scusa? No.
Anche se i dati provenissero dal presidente degli Stati Uniti o da quello dell’UE non sarebbero ugualmente attendibili perché nessuno dei 2 ha l’autorità per raccogliere dati su un altro Paese, ne tantomeno di imporre qualche iniziativa.
Inoltre, come abbiamo spiegato in un precedente articolo, i giornali quando trattano argomenti politici sono spesso di parte per varie ragioni. Soprattutto perché devono tenere “buoni” i loro lettori (spesso abbonati) e soprattutto i loro finanziatori. Ricordate, anche se i giornali si professano liberi e indipendenti, in realtà potrebbero non esserlo perché non sappiamo da chi sono finanziati.
Come ha reagito l’UE
L’UE ha detto che non riconosce l’esito delle elezioni. La Bielorussia, però, non fa parte dell’UE, quindi non ha nessuna importanza quello che pensa l’UE. E come se gli Stati Uniti, in una nota, affermassero di non riconoscere l’esito delle elezioni in Italia. E stic… quindi?
“Il futuro della Bielorussia deve essere deciso dal popolo bielorusso e non a Bruxelles né a Mosca. E’ importante da entrambe le capitali (Bruxelles e Mosca) sostenere il processo pacifico di determinazione del futuro della Bielorussia“, così ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.
E quindi, siccome non dev’essere deciso da Bruxelles, Bruxelles imporrà delle sanzioni.
A chi? “Ad un numero considerevole di individui responsabili per la repressione o per aver truccato il processo elettorale“.
Cioè? Boh…
Un’analisi ipotetica
Ora, siccome Stati Uniti e UE potrebbero trovare positivo che degli Stati a loro ostili (o che non riescono a controllare) vivono un momento di destabilizzazione (e tra le tante ipotesi potrebbe essere proprio quella di Stati Uniti e UE che “lavorano” alla destabilizzazione) è ovvio che anche i giornali statunitensi e europei (se vicini a certe ideologie, se vicini ai partiti di governo, se finanziati occultamente da qualcuno che vede positivo la destabilizzazione della Bielorussia), useranno determinati termini piuttosto che altri. Il “presidente” diventerà “dittatore” (o presidente autoritario), il “governo” diventerà “regime“, l’opposizione che protesta diventerà “i cittadini che vogliono la libertà“. Leggendo i titoli dei giornali italiani sembra che stiamo in guerra contro la Bielorussia. Sembra che le elezioni sarebbero state libere solo se avesse perso Lukashenko.
Ma, ripetiamo, nessuno, per ora, sa come sono davvero andate le elezioni.
Un po’ di dati sulla Bielorussia
La Bielorussia non è una dittatura, ma una Repubblica Presidenziale, quindi c’è un presidente (democraticamente eletto) e l’Assemblea nazionale (un parlamento bilaterale composto da 100 membri della Camera dei Rappresentanti e 64 membri del Consiglio della Repubblica).
L’economia è molto sviluppata grazie all’industrializzazione nei campi della meccanica, della chimica e del settore tessile. Inoltre, vicino la capitale si stanno sviluppando industrie dedicate alla microelettronica e all’informatica.
Nel 2018, la Bielorussia si è classificata al 53º posto (su 189 Paesi) dell'”Indice di sviluppo umano dell’ONU” ed è nel gruppo di Stati con “sviluppo molto elevato“.
Il tasso di mortalità infantile è molto basso: 2,9. Rispetto, ad esempio, a 6,6 in Russia e 3,7 nel Regno Unito.
Il tasso di alfabetizzazione è stimato al 99% e secondo il “Programma di sviluppo delle Nazioni Unite“, il coefficiente di “Gini” è uno dei più bassi in Europa.
Forse è grazie a questi dati che il presidente uscente ha vinto con l’80% di voti.
Detto ciò, poniamo, un interrogativo
Perché Lukashenko, eletto per il 6° mandato consecutivo, e che governa da 26 anni, è definito un dittatore e, Angela Merkel, premier tedesco, che governa da 15 anni consecutivi, e che è pronta a ricandidarsi per il 5° mandato, e che è attualmente anche Presidente del Consiglio dell’Unione europea, non è considerata una dittatrice?
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