La difesa del prof sul saluto romano in classe: “Si scherza, sono comunista e antifascista”

Il docente di Filosofia e Storia al centro della polemica per episodi di razzismo, omofobia e comportamenti inappropriati in classe si è difeso affermando che il saluto romano in una foto era solo uno scherzo e che i comportamenti inappropriati erano solo frutto di scherzi tra gli studenti

La difesa del prof sul saluto romano in classe: Si scherza, sono comunista e antifascista

Un docente di Filosofia e Storia, P.G., è al centro di una polemica all’Istituto superiore Pirelli al Tuscolano per episodi di razzismo, omofobia e comportamenti inappropriati. Secondo le accuse, il docente avrebbe favorito alcuni studenti e avrebbe commesso atti discriminatori nei confronti di altri.

In un’intervista rilasciata a La Repubblica, il prof abruzzese si è difeso, partendo dal selfie con il braccio teso: “Quando è stato scattata la foto, io non avevo il braccio alzato. Da dietro si vedeva solo gente che salutava”. E ha spiegato: “Il saluto da parte mia non c’è mai stato, in nessun modo. Sono convintamente antifascista, sono stato segretario dei Comunisti italiani e vicesegretario del Partito Democratico. Sono stato insultato dai fascisti, che mi hanno anche sputato addosso”.

Il docente ha anche negato di aver commesso comportamenti inappropriati, come chiudere uno studente nel cestino: “Stavamo scherzando. Il clima in classe era disteso e sereno. Se per una singola immagine si vuol fare un caso mediatico non è un problema mio”. E quello in cui sembra mimare un atto sessuale: “Lo studente si era attaccato alla cattedra, stavo solo cercando di farlo togliere. Ci siamo fatti quattro risate e poi abbiamo ripreso la lezione. Poteva sembrare chissà cosa e invece non era niente di che, su”.

Anche sugli insulti razzisti si è difeso: “Forse erano i ragazzi che scherzavano tra di loro. Io sono estraneo a queste vicende, risponderò a chi di dovere”. Secondo quanto riportato alla dirigente scolastica Cinzia De Palo, il docente avrebbe avuto “atteggiamenti fascisti, gli episodi discriminatori nei confronti di alcuni alunni e i comportamenti inappropriati”. Ma una studentessa, C.C., che era andata “dalla coordinatrice di classe, dalla referente del plesso, dalla vicepreside: in tanti sapevano”, racconta: “Quando ci sono andata mi ha detto che era vietato fare foto e video in classe e, di fatto, non ha preso provvedimenti”.

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