Il Battaglione Azov è un gruppo composto da membri aventi in comune i tratti delle ideologie nazionaliste ucraine, vicino a posizioni neonaziste e suprematiste bianche
Cos’è il Battaglione Azov? Il Battaglione Azov, nato nel 2014 come milizia volontaria paramilitare, è un gruppo (organico all’esercito ucraino) composto da membri aventi in comune i tratti delle ideologie nazionaliste ucraine, vicino a posizioni neonaziste e suprematiste bianche. E’ stanziato soprattutto nella regione di Mariupol. Il nome ha origine dalle coste del Mar d’Azov adiacenti al loro quartier generale.
La storia del Battaglione Azov
Il Battaglione Azov è nato durante le proteste in Ucraina scoppiate nel novembre 2013 contro il presidente Viktor Yanukovich. L’ex presidente filo-russo ritirò la propria firma da un accordo di partenariato con l’Unione europea, scegliendo invece di avvicinarsi alla Russia. Scoppiarono, così, proteste in tutto il Paese, ma in particolare in Piazza Indipendenza, a Kiev. Nelle proteste di Piazza Indipendenza parteciparono anche settori di estrema destra. Si trattava di gruppi nazionalisti ucraini che chiedevano un taglio netto con Mosca da un punto di vista politico e culturale.
Quando le manifestazioni degenerarono in proteste, in piazza Indipendenza fecero la loro comparsa le frange più estremiste. Non solo i gruppi paramilitari vicini a Svoboda (il partito di riferimento dell’estrema destra e presente dal 2012 in parlamento), ma anche nuove formazioni il cui intento è quello di far emergere la linea nazionalista ucraina.
Il 22 febbraio 2014, il parlamento destituì dalle sue funzioni Yanukovich, ponendo fine al governo filorusso e iniziando una fase di avvicinamento all’occidente. In questo contesto, contrassegnato da disordini tra filo-occidentali e filo-russi (questi ultimi concentrati soprattutto nell’est dell’Ucraina), il parlamento approvò un’amnistia per i prigionieri incarcerati per motivi politici.
Tra questi c’erano diversi esponenti di Patrioti dell’Ucraina (formazione paramilitare di estrema destra i cui vertici sono accusati di attività terroristica e insurrezionale), e membri del partito dell’Assemblea Nazional-Socialista – Sna (altra formazione di ispirazione nazionalista e neonazista). Tra i detenuti liberati figurava Andriy Biletsky (in carcere dal 2011 con l’accusa di terrorismo per i suoi legami con Ucraina Patria Nostra e l’Sna). Una vota scarcerato, aderì a “Pravij Sektor” (una nuova formazione paramilitare di estrema destra fondata durante i moti di Piazza Maidan).
Nel maggio del 2014 la situazione nell’est del Paese degenerò in scontri. I militanti filorussi formarono gruppi separatisti e proclamarono la nascita delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Andriy Biletsky, diventato nel frattempo tra i principali esponenti di Pravij Sektor nell’est dell’Ucraina, fondò un battaglione di volontari combattenti contro i separatisti filorussi. Nel maggio del 2014, nella cittadina di Urzuf, lungo le sponde del Mar d’Azov tra Berdyansk e Mariupol, nacque il Battaglione Azov. Aderirono membri di Pravij Sektor, di Patrioti dell’Ucraina, dell’Sna, e altri militanti e ultras della Dinamo Kiev.
Chi finanzia il Battaglione Azov
Igor Kolomoisky, oligarca e magnate dell’energia. Oltre ai soldi, garantisce appoggio politico al Battaglione essendo anche a capo dell’amministrazione regionale di Dnipro.
Serhiy Taruta, ex capo dell’oblast di Donetsk. Quest’ultimo è anche un oligarca impegnato nel campo delle acciaierie.
L’ex ministro dell’interno Arsen Avakov, uno dei politici più influenti del paese, diventò “la copertina politica del movimento“, e ci sono sospetti che fu lui a minimizzare e coprire i crimini di cui Azov si macchiò. Avakov è accusato dall’Anti-Corruption Action Center dell’Ucraina di aver coperto casi di violenza della polizia e di averla persino incoraggiata. Si sospetta anche che l’ex ministro dell’interno possa aver finanziato Azov.
Le operazioni militari del Battaglione Azov a Mariupol
Dal loro quartier generale di Mariupol riescono a organizzare attacchi nei confronti dei separatisti di Donetsk.
La città portuale nell’estate del 2014 risulta contesa tra le forze governative (incluse quelle del Battaglione Azov) e le forze della repubblica popolare di Donetsk. Grazie all’apporto dei combattenti dell’Azov, l’esercito di Kiev nel settembre 2014 riesce a respingere i separatisti da Mariupol. Da quel momento la città diventa base principale del Battaglione, nonché punto di riferimento di tutti i combattenti filo ucraini dell’est del Paese.
L’allora presidente ucraino, Petro Poroshenko, oltre a lodare le azioni di Andriy Biletsky e del Battaglione, decide di includere l’intera forza paramilitare all’interno dell’esercito ucraino. Nel gennaio 2015 il Battaglione viene promosso nel rango del Reggimento Operazioni Speciali, i suoi membri risultano stipendiati regolarmente come tutti i soldati ucraini e sono sottoposti alla legislazione civile e militare ucraina.
Gli accordi di Minsk, infine, fissano una linea di contatto tra le parti in lotta: Mariupol rimane all’interno della fascia controllata dagli ucraini, mentre Donetsk diventa la capitale de facto dell’autoproclamata repubblica popolare.
I crimini di guerra del Battaglione Azov
Nel 2014 Amnesty Internazional denuncia al premier ucraino di allora, Arsenij Jacenjuk, crimini e abusi da parte del Battaglione Azov contro combattenti rivali e contro la popolazione civile.
Nel 2016 è l’Ocse ad evidenziare le responsabilità di combattenti del Battaglione nelle uccisioni di massa di prigionieri, nell’occultamento di cadaveri in fosse comuni e nelle torture inflitte a combattenti e civili riscontrate nel Donbass durante gli scontri del 2014.
L’OHCHR (l’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani dell’ONU), in 2 rapporti (qui e qui) ha denunciato che tra il 2015 e il 2016, durante il conflitto contro la Russia nell’Ucraina dell’est, il battaglione si sarebbe macchiato di crimini di guerra tra cui saccheggi di edifici civili, e addirittura un rifugio per senzatetto, detenzioni ingiustificate, torture e lo stupro di un disabile.
Il ruolo della guerra con la Russia nel 2022
Con lo scoppio del conflitto con Mosca, membri del Battaglione Azov sono stati dislocati su diversi fronti. A Kiev, a Kharkiv e soprattutto nella zona di Mariupol. A Marzo, la città di Mariupol inizia a essere assediata da russi e separatisti, aiutati dai militanti ceceni di Kadyrov. Mariupol, pur se tecnicamente caduta, viene ancora contesa dai membri del Battaglione Azov. Questi ultimi risultano decimati (soprattutto dopo la sconfitta nella vicina cittadina di Volnovakha del 12 marzo 2022) ma il comandante del Battaglione, Denis Prokopenko, rifiuta qualsiasi resa di Mariupol in mano russa.
Curiosità
Il fondatore, Andriy Biletsky, nel 2010 dichiarò che la missione della nazione ucraina è “guidare le razze bianche del mondo in una crociata finale contro i subumani capeggiati dai semiti“.
Il simbolo del Battaglione Azov ricorda il “Wolfsangel“, una sorta di zeta tagliata che rappresenta la stilizzazione di un gancio che nel passato veniva usato per catturare i lupi. Il Wolfsangel era l’emblema del partito nazista, prima di essere sostituito dalla svastica.
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