Chi usa le proprie abilità nel combattimento è considerato come se avesse utilizzato un’arma? Cosa dice la legge?
Chi fa arti marziali è considerato un’arma umana? In Italia molte persone praticano arti marziali (cioè quelle pratiche fisiche che consentono di acquisire abilità nel combattimento e nell’autodifesa). Per quanto, però, una persona possa essere addestrata nell’arte del combattimento, non potrà mai essere considerata un’arma per la quale ci vorrebbe il porto d’armi.
Invece, possono essere giuridicamente rilevanti alcuni episodi (come risse, aggressioni o una difesa dall’aggressione altrui). In questi casi, chi fa arti marziali rischia giuridicamente perché le sue abilità sono considerate pericolose?
Chi fa arti marziali è considerato un’arma?
Cosa sono le arti marziali?
Per arti marziali si intendono quelle discipline fisiche che hanno a che fare con il combattimento e che, quindi, addestrano una persona ad attaccare e a difendersi. “Arte marziale” deriva dal latino e significa, letteralmente, “arte di Marte“, il dio romano della guerra.
Le arti marziali più note sono judo, kickboxing, kung-fu, ju-jitsu e karate. Sono dedicate sia alla difesa personale (nel senso che insegnano a rispondere a un attacco) sia ad apprendere metodi di offesa.
Cosa sono le armi?
Le armi sono tutti quegli strumenti che servono all’offesa di una persona.
Per legge, si distinguono in:
- Armi Proprie: quando la loro destinazione naturale è proprio l’offesa della persona (pistole, ecc.);
- Armi Improprie: quando per loro natura non sarebbero destinati all’offesa della persona ma che, se brandite, possono risultare pericolose (mazze, tubi, catene, ecc.).
Le armi “proprie” possono essere:
- Armi bianche: si usano mediante l’energia e l’abilità dell’uomo e provocano ferite per mezzo di punte (pugnali, coltelli, ecc.), forme contundenti (manganelli, ecc.) o lame (spade, ecc.);
- Armi da fuoco: sfruttano un particolare meccanismo basato sull’esplosione o sulla deflagrazione (pistole, fucili, ecc.).
Per poter possedere un’arma propria occorre avere il porto d’armi (cioè un’autorizzazione rilasciata dalla questura o dalla prefettura territorialmente competente). Per ottenerlo, il richiedente deve specificare le ragioni che giustificano il possesso di un’arma (per uso sportivo, per uso venatorio, per difesa personale).
Praticare arti marziali è considerato come usare un’arma?
Può essere considerata “arma” solo uno strumento diverso dalla persona (un coltello, una pistola, un martello, ecc.). Quindi, anche il più forte degli uomini sulla terra non può essere considerato un’arma. Di conseguenza, chi usa le arti marziali per difendersi non commette alcun illecito, se non ricorrano gli estremi della legittima difesa.
Infatti, per legge, la difesa è legittima se indispensabile per salvare sé o altri dal pericolo incombente di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa. Quindi, è possibile usare la forza per difendersi (o per difendere) solamente se non c’è altra alternativa, a condizione che la violenza usata per la difesa non sia esagerata rispetto al pericolo concreto. Di conseguenza, un esperto di arti marziali potrà utilizzare le abilità acquisite per immobilizzare l’uomo che gli si era avventato contro per colpirlo con un pugno, ma non potrà mettere in pericolo la sua incolumità (almeno che l’altro non abbia la stessa intenzione).
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