La Cina si sta avvicinando alla produzione di organi umani di ricambio?

Un team di ricercatori a guida cinese ha creato i primi reni con cellule umane coltivati in embrioni di maiali geneticamente modificati

La Cina si sta avvicinando alla produzione di organi umani di ricambio
La Cina si sta avvicinando alla produzione di organi umani di ricambio? Un team di ricercatori a guida cinese ha creato i primi reni con cellule umane coltivati in embrioni di maiali geneticamente modificati. La scoperta, pubblicata sulla rivista scientifica Nature, è un importante passo avanti nella ricerca per la produzione di organi umani di ricambio, che potrebbe aiutare a far fronte alla carenza di donazioni.

Gli embrioni umani-suini sono stati fatti sviluppare all’interno delle scrofe per 28 giorni, cioè circa un quarto del normale periodo di gravidanza. Quando prelevati, la metà delle cellule dei loro reni erano umane. Quota ancora insufficiente per evitare il rigetto da un ipotetico trapianto, ma che aiuterà a sviluppare nuovi farmaci e strategie di cura per le malattie al rene, che rimane l’organo più richiesto in assoluto.

Oltre al primato, la scoperta porta con sé un grande progresso scientifico se si pensa che nel 2017 si riusciva ad ottenere appena una cellula umana ogni 100.000 suine. Tuttavia, il metodo utilizzato ha sollevato grandi dilemmi etici: alcune cellule umane si sono disperse nel cervello e nel midollo spinale degli embrioni di maiale e ora gli scienziati sono già al lavoro per superare questo ostacolo.

Come è stato fatto

I ricercatori hanno utilizzato degli “embrioni chimerici”, ovvero una combinazione di cellule umane e di maiale prodotti in laboratorio. Tramite la tecnica CRISPR, il DNA è stato modificato eliminando due geni connessi allo sviluppo dei reni e lo stesso processo è toccato alle cellule embrionali umane, che sono state modificate affinché promuovessero la proliferazione degli organi ed evitassero l’auto-distruzione.

Una volta impiantate nelle scrofe, le “chimere” sono state monitorate per 25-28 giorni. I dati ottenuti da cinque embrioni hanno mostrato che i reni si erano completamente sviluppati ed erano composti al 50-60% da cellule umane e il resto da cellule suine.

Prospettive future

Il prossimo passo sarà cercare di aumentare la percentuale di cellule umane e tentare un approccio simile con altri organi, come pancreas e cuore. Secondo gli autori dello studio, la ricerca aprirà nuove strade anche alla sperimentazione di nuovi farmaci volti ad impedire le malattie ai reni.

Questi embrioni chimerici potrebbero essere una fonte inesauribile di organi e offrire la possibilità di generare organi umani specifici e personalizzati per determinati pazienti“, ha dichiarato Josep Maria Campistol, nefrologo e coautore dello studio. “Sono convinto che, nel prossimo futuro, saremo in grado di rigenerare reni, fegati e cuori affetti da malattie croniche, per ripristinare completamente o parzialmente la loro funzione ed evitare il trapianto“.

Etica

La scoperta ha però sollevato anche grandi dubbi e perplessità etiche: gli autori hanno trovato alcune cellule neurali umane nel cervello e nel midollo spinale degli embrioni e probabilmente risulteranno necessarie altre conferme per escludere che il metodo utilizzato riesca effettivamente ad evitare che le cellule umane invadano il tessuto riproduttivo.

Il rischio è dato dalla possibilità di innescare scenari che ricordano film fantasy o di fantascienza: la creazione incontrollata di ibridi uomo-maiale. Tuttavia, secondo l’autore Zhen Dai, il fatto che nessuna cellula umana sia stata rinvenuta nella cresta genitale è la prova che “le cellule staminali pluripotenti umane non si sono differenziate in cellule germinali“.

Per impedire invece la diffusione nel cervello e nel midollo spinale, si potrebbe procedere “eliminando ulteriori geni nelle cellule staminali pluripotenti umane, che potrebbe essere testato in studi futuri“.

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