Via libera al Ddl lavoro con l’approvazione dell’articolo 19 che modifica alcune parti del Jobs Act e rende più semplice il licenziamento

L’Aula di Montecitorio ha dato il via libera al disegno di legge sul lavoro, con l’approvazione dell’articolo 19, che modifica alcune parti del Jobs Act e rende più semplice il processo di licenziamento

Via libera al Ddl lavoro con l'approvazione dell'articolo 19 che modifica alcune parti del Jobs Act e rende più semplice il licenziamento

L’Aula di Montecitorio ha dato il via libera al disegno di legge sul lavoro, con l’approvazione dell’articolo 19, che modifica alcune parti del Jobs Act e rende più semplice il processo di licenziamento. Il provvedimento è stato approvato grazie al voto favorevole del centrodestra, mentre le opposizioni hanno espresso un voto contrario. Una delle questioni principali riguarda le cosiddette “dimissioni in bianco”, un problema che il Jobs Act cercava di contrastare con normative specifiche.

L’articolo 19 del ddl lavoro

Nel testo originario dell’articolo 19, era stabilito che, in caso di assenza ingiustificata da parte del lavoratore per un periodo superiore al termine previsto dal contratto collettivo, o in assenza di una previsione contrattuale, per più di cinque giorni, il rapporto di lavoro si intendeva automaticamente risolto per volontà del lavoratore. In tal caso, il dipendente perdeva anche il diritto alla Naspi, l’indennità di disoccupazione.

Tuttavia, in commissione, il testo è stato modificato attraverso emendamenti presentati dalle opposizioni, con l’obiettivo di “mitigare” la misura e ridurre il potenziale impatto negativo sui lavoratori. Grazie a queste modifiche, il numero di giorni di assenza ingiustificata è stato aumentato da 5 a 15, e l’assenza deve essere comunicata dal datore di lavoro all’Ispettorato del lavoro, che ha il compito di verificare la correttezza della segnalazione.

L’emendamento del Pd e la questione delle “dimissioni in bianco”

In Aula, il Partito Democratico ha presentato un ulteriore emendamento che puntava a rafforzare le tutele per i lavoratori. Questo emendamento prevedeva l’obbligo per l’Ispettorato del lavoro di “verificare la veridicità delle comunicazioni” inviate dal datore di lavoro riguardo alle assenze dei dipendenti.

Secondo le deputate del Pd, Chiara Gribaudo e Cecilia Guerra, questa modifica avrebbe permesso di tutelare i lavoratori da eventuali abusi da parte dei datori di lavoro che potrebbero cercare di mascherare un licenziamento forzato facendolo passare per dimissioni volontarie. Le “false dimissioni volontarie”, spesso legate al fenomeno delle “dimissioni in bianco”, colpiscono in modo particolare le donne, specialmente nel momento in cui diventano madri. Gribaudo, Guerra e la capogruppo del Pd, Chiara Braga, hanno sottolineato come queste pratiche siano una forma di discriminazione che penalizza le lavoratrici, costringendole a lasciare il posto di lavoro in maniera non volontaria.

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