Cos’è il DeInfluencing?

Il termine “Deinfluencing” rappresenta un movimento contrario all’influenza e agli influencer

Cos'è il DeInfluencing
Cos’è il DeInfluencing? I web user sono bombardati da pubblicità e proposte di acquisto mentre navigano online. Sui social network, specialmente, gli influencer collaborano con diversi brand, rendendo difficile resistere agli acquisti impulsivi.

Ma c’è stato un cambiamento. Gli utenti, sempre più consapevoli grazie a regolamentazioni più stringenti, stanno imparando a proteggersi meglio. L’influencer marketing sta subendo una frenata grazie a un movimento chiamato “deinfluencing“.

L’influencer marketing, tanto sviluppato, sembra essersi trasformato in qualcosa di completamente opposto: un mercato parallelo di creator di contenuti, influencer e personaggi seguiti, che ora guadagnano criticando prodotti, servizi e aziende. Questo movimento, chiamato “deinfluencing“, conta quasi 430 milioni di visualizzazioni solo su TikTok, basate sull’hashtag omonimo al 29 marzo 2023.

Questa tendenza è alimentata da video di influencer di TikTok e altri creator molto seguiti, che esprimono chiaramente le loro opinioni sulle ultime tendenze in fatto di skincare o sulle ricette fit virali. Spiegano perché evitare di acquistare prodotti in voga su Amazon e perché i doppi dei profumi famosi non sono paragonabili agli originali.

Cosa significa Deinfluencing?

Il termine “Deinfluencing” rappresenta un movimento contrario all’influenza e agli influencer. Questa pratica sta guadagnando terreno sui social network, in particolare su TikTok, dove sempre più persone stanno cercando di ridurre l’influenza dei cosiddetti “influencer“.

Gli influencer, attraverso accordi con i brand, tendono a suggerire ai propri follower cosa acquistare, che si tratti di libri, prodotti cosmetici o altri articoli. Al contrario, chi pratica il “deinfluencing” consiglia cosa non comprare, ribaltando la prospettiva tradizionale di promuovere i prodotti.

Il termine è stato coniato per la prima volta nel 2020 da Maddie Wells, una beauty influencer, ed è rapidamente diventato un fenomeno in crescita. L’hashtag #deinfluencing ha superato i 70 milioni di visualizzazioni su TikTok, evidenziando la sua popolarità crescente.

Questo movimento è anche alimentato da ragioni economiche. Con il rallentamento dell’economia globale, le persone sono diventate più caute negli acquisti, cercando alternative alle proposte degli influencer e valutando attentamente ogni spesa.

I “deinfluencer” rivoltano la narrativa degli influencer: passano dal tentare di convincere a comprare un prodotto a mettere in guardia dalle scelte poco vantaggiose. Nonostante questa inversione di ruoli, il loro scopo resta fondamentalmente lo stesso: fungere da consulenti per gli acquisti.

Sconsigliare l’acquisto di un prodotto non essenziale o suggerire alternative a prezzi più convenienti non è così diverso dall’indicazione di una marca di pannolini per bambini o di assorbenti mestruali. In entrambi i casi, si tratta di influenzare le decisioni d’acquisto delle persone, sia nella forma tradizionale che nel deinfluencing.

Anche se c’è una spinta a ridurre l’impatto degli influencer, il marketing dell’influenza continua a incidere notevolmente sulle scelte d’acquisto. Dati indicano che ancora un consumatore su tre potrebbe acquistare un prodotto o un servizio consigliato da un influencer.

Chi sono i deinfluencer?

I deinfluencer sono persone che si pongono come controtendenza agli influencer. Questo gruppo può includere una vasta gamma di persone: consumatori delusi, blogger specializzati in bellezza e cosmetici, professionisti medici che cercano di sfatare miti errati sulla cura della pelle, ex dipendenti nel settore della vendita al dettaglio che lamentano la qualità dei prodotti restituiti con frequenza.

Il movimento dei deinfluencer si configura come una reazione al consumo eccessivo e alla promozione di prodotti di bassa qualità presentati come articoli di lusso dagli influencer. Questi individui sono estremamente critici e spesso agiscono guidati da emozioni forti come la delusione o addirittura la rabbia.

L’obiettivo principale dei deinfluencer è mettere in discussione la credibilità degli influencer. Affermano di agire in modo trasparente, senza alcun interesse personale, nel sconsigliare un prodotto che hanno personalmente testato e che ritengono non soddisfi le aspettative o sia di scarsa qualità.

La chiave del deinfluencing risiede nella sincerità e nell’onestà, contrastando l’approccio spesso commerciale e poco genuino di alcuni influencer. Questi individui cercano di dare voce alle esperienze negative e alle delusioni legate ai prodotti promossi dai cosiddetti influencer, offrendo alternative più genuine e consigli utili basati sulla loro esperienza diretta.

Origine del fenomeno del deinfluencer

L’origine del fenomeno dei deinfluencer può essere tracciata come una reazione all’influencer marketing stesso. Questo movimento, definito come un approccio inverso all’influenza dei social media, si focalizza sul dissuadere gli utenti dall’acquisto di determinati prodotti o servizi e dal seguire brand che hanno deluso le aspettative dei consumatori.

Il concetto di deinfluencing, sebbene esista in parallelo all’influencer marketing, ha acquisito rilevanza significativa negli ultimi tempi a causa di diversi fattori di natura economica, sociale e culturale. I media hanno giocato un ruolo fondamentale nel trasformare questo fenomeno in un vero e proprio trend virale.

Il punto di partenza di questo movimento sembra risalire a un viaggio stampa organizzato da un marchio di make-up giapponese, Tarte, a Dubai. Durante questo viaggio, numerosi influencer sono stati invitati per condividere l’esperienza. Tuttavia, l’atteggiamento di alcuni influencer nel descrivere l’esperienza ha generato controversie e polemiche riguardo ai costi e all’eticità dell’operazione. Da qui è nata la tendenza a sconsigliare l’acquisto dei prodotti di questo brand, segnando il passaggio da una semplice partecipazione a un viaggio stampa alla critica aperta verso i prodotti stessi.

La storia di Tarte e dei suoi influencer illustra bene il legame del deinfluencing con una visione stereotipata e negativa che molti hanno sviluppato nei confronti degli influencer nel tempo. Questi ultimi sono stati spesso raffigurati come persone prive di autenticità, interessate solo all’apparenza e al successo materiale, una rappresentazione che ha trovato spazio anche in produzioni cinematografiche.

Il deinfluencing, in sostanza, si propone di decostruire questo immaginario ideale e perfetto proposto dagli influencer. Si basa sulla volontà di mostrare la vita reale di questi personaggi, spesso molto diversa dall’immagine idealizzata che viene promossa sui social media. Molti influencer ammettono apertamente le difficoltà di gestire la quantità di prodotti ricevuti dalle aziende e sottolineano la loro difficoltà nel testare e utilizzare effettivamente tutti i prodotti, preferendo spesso restare fedeli a pochi prodotti di fiducia.

Un aspetto interessante del fenomeno dei deinfluencer riguarda proprio quegli influencer che, dopo aver promosso con entusiasmo determinati prodotti o servizi, ritornano sui loro passi sconsigliandoli, una volta provati più a lungo. Questo atteggiamento rappresenta un aspetto di autenticità e responsabilità verso la propria audience, indicando la volontà di ammettere i propri errori e di agire in maniera più trasparente e sincera con chi segue i loro consigli.

Perché seguire i deinfluencer?

Perché sono più affidabili e veritieri. Gli utenti si fidano degli influencer come o più di quanto si fidano degli amici, quindi se un influencer sconsiglia un prodotto o un servizio, è probabile che lo faccia per un motivo valido.

Perché possono aiutare a risparmiare soldi. I deinfluencer spesso consigliano prodotti e servizi alternativi che sono più convenienti o di migliore qualità.

Perché possono essere ambasciatori di scelte di consumo più sostenibili. Molti deinfluencer si impegnano a promuovere scelte di consumo più sostenibili, come acquistare meno prodotti o scegliere prodotti realizzati con materiali sostenibili.

Come il deinfluencing sta cambiando il panorama dell’influencer marketing

Il deinfluencing sta spingendo le aziende a ripensare al modo in cui utilizzano gli influencer. In particolare, le aziende stanno prestando maggiore attenzione ai seguenti fattori:

  • Coerenza con i valori e gli obiettivi di brand. Le aziende vogliono assicurarsi che gli influencer con cui collaborano siano in linea con i loro valori e obiettivi.
  • Affinità con il proprio tono di voce. Le aziende vogliono assicurarsi che gli influencer con cui collaborano parlino un linguaggio che sia coerente con il loro tono di voce.
  • Communione d’intenti circa modalità di ingaggio e risultato desiderato. Le aziende vogliono assicurarsi che gli influencer con cui collaborano abbiano una chiara comprensione di come vogliono che il loro messaggio venga comunicato.
  • Relevanza del messaggio per le persone. Le aziende vogliono assicurarsi che i messaggi degli influencer siano rilevanti per il loro pubblico.
Il futuro del deinfluencing

È probabile che il deinfluencing continui a crescere in popolarità nei prossimi anni. Gli utenti sono sempre più alla ricerca di informazioni e consigli affidabili, e i deinfluencer possono offrire questo tipo di valore.

Tuttavia, è importante notare che il deinfluencing non è una panacea. Gli influencer possono ancora essere soggetti a critiche, e le aziende devono fare attenzione a scegliere gli influencer giusti per la propria attività.

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