La Suprema Corte ha decretato la vittoria post mortem in Cassazione per Maradona. Secondo la sentenza, ha diritto al condono
Maradona non aveva debiti con il fisco italiano. La Cassazione, con un verdetto pubblicato l’11 marzo 2021, e discusso in udienza a porte chiuse lo scorso 20 ottobre, ha decretato la vittoria post mortem per Diego Armando Maradona (scomparso lo scorso 25 novembre). Secondo la sentenza, Maradona ha diritto al condono concesso al Napoli Calcio e convalidato dalla Commissione tributaria centrale di Napoli nel 2013.
Perché si è arrivati a questo punto?
Il fisco italiano sosteneva che il Napoli Calcio aveva pagato per diversi anni compensi al nero a Maradona, Careca e Alemao, e gli importi sottratti all’erario erano stati contestati con 6 avvisi di accertamento emessi a carico di Maradona, e altri 6 per gli altri 2 calciatori brasiliani (4 a Careca e 2 ad Alemao).
Secondo l’Agenzia delle Entrate, “il Napoli Calcio aveva pagato ‘in nero’ parte dei compensi dei 3 giocatori, utilizzando fittiziamente alcune società estere, che si occupavano della gestione dei diritti pubblicitari degli atleti; poichè la società di calcio aveva acquistato una cospicua percentuale di tali diritti, ma nel corso degli anni non aveva mai ricevuto alcuna somma dalle società che si occupavano di diritti pubblicitari, l’Agenzia aveva ritenuto che l’acquisto dei diritti, in realtà, celasse, dei pagamenti in nero di parte dei compensi per le prestazioni dei calciatori“.
Careca e Alema impugnarono le cartelle fiscali, ma non Maradona, che ricevette dal fisco italiano 3 avvisi di mora (nel 1993 tramite il Consolato di Siviglia, nel 1998 presso l’aeroporto di Milano Malpensa e l’ultimo nel 2001).
Nel 2004, il Napoli Calcio fallì e la società (nonostante i giudici tributari nel 1994 avessero fatto marcia indietro ritenendo non provato l’accordo trilaterale tra calciatori, società straniere e il Napoli) decise di aderire al condono fiscale pagando il 10% delle somme contestate. Anche Maradona chiese di aderire al condono concesso al Napoli, ma nel 2014 la richiesta venne respinta. Si estinsero, invece, le pendenze di Alemao e Careca (che avevano presentato dichiarazioni dei redditi integrative).
Adesso, la Cassazione ha stabilito che “la definizione agevolata cui ha aderito la società Calcio Napoli può allora estendersi al calciatore Maradona” per effetto della “solidarietà passiva”. “Se si negasse a Maradona la possibilità di intervenire nel giudizio dinanzi alla Commissione tributaria centrale, per poter beneficiare del condono cui ha aderito la società, vi sarebbe una palese assenza di tutela ‘effettiva’ del contribuente, che non avrebbe altra possibilità di far valere le proprie ragioni in altra sede, con il verificarsi di una vera e propria ‘denegata ingiustizia’“.
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