Un calciatore è in fuorigioco quando una qualsiasi parte del suo corpo (eccetto braccia e mani) si trova nella metà avversaria del terreno di gioco ed è più vicina alla linea di porta avversaria sia rispetto al pallone sia rispetto al penultimo giocatore avversario (l’ultimo è il portiere)
Cos’è e come funziona il fuorigioco nel calcio. La “Regola 11” del calcio disciplina il “fuorigioco“, che si verifica quando un giocatore si trova più vicino alla linea di porta avversaria rispetto al pallone e al penultimo avversario.
Essere in posizione di fuorigioco non è un’infrazione, ma diventa tale se il giocatore, trovandosi in questa posizione, commette una delle 6 azioni descritte:
- intervenire nel gioco;
- interferire con un avversario;
- contendere il pallone;
- tentare di giocare il pallone che è vicino quando questa azione impatta sull’avversario;
- fare un’evidente azione che impatta sulla capacità dell’avversario di giocare il pallone;
- trarre vantaggio dalla propria posizione.
Non è passibile di infrazione di fuorigioco un giocatore che si trova ancora nella propria metà campo o riceve il pallone direttamente da un calcio di rinvio, da un calcio d’angolo o da una rimessa laterale.
Un giocatore in posizione irregolare che esce dal campo per evitare l’infrazione, deve chiedere il permesso all’arbitro per rientrare. Se un difensore esce involontariamente dal campo, viene considerato come se giacesse sul punto della linea perimetrale più vicino a lui, ma se esce volontariamente, viene ammonito alla prima interruzione del gioco. In caso di infrazione, l’arbitro interrompe il gioco e riprende con un calcio di punizione indiretto in favore della squadra avversaria dal punto in cui è avvenuta l’infrazione.
Quando un giocatore è in fuorigioco?
Il fuorigioco è una posizione che un calciatore può assumere in campo durante una partita di calcio.
Un calciatore si trova in fuorigioco se, al momento del lancio del pallone da parte di un compagno di squadra, qualsiasi parte della testa, del corpo o dei piedi, della spalla (o qualsiasi altra parte del corpo valida per segnare un gol) si trova nella metà avversaria del campo, esclusa la linea mediana, o se qualsiasi parte del corpo è più vicina alla linea di porta avversaria rispetto sia al pallone che all’ultimo avversario.
Le mani e le braccia dei calciatori, compresi i portieri, non sono considerate ai fini del fuorigioco. Per determinare la posizione di fuorigioco, il limite superiore del braccio coincide con la parte inferiore dell’ascella poiché non sono considerate le parti del corpo con cui non è possibile segnare un gol.
Quando un giocatore non è in fuorigioco?
Un calciatore non è in posizione di fuorigioco se si trova in linea con l’ultimo difensore o gli ultimi due difensori, incluso il portiere. Questa regola si applica anche se il portiere è fuori dalla propria area di rigore e non è necessario che sia presente il portiere e l’ultimo difensore dietro la linea dell’ultimo attaccante, ma possono essere sufficienti due difensori.
Le eccezioni
La regola del fuorigioco nel calcio prevede che un giocatore sia considerato in posizione di fuorigioco se qualsiasi parte della testa, del corpo o dei piedi, della spalla (o di qualsiasi parte del corpo valida per segnare un gol) è nella metà avversaria del campo di gioco (esclusa la linea mediana) o più vicina alla linea di porta avversaria rispetto sia al pallone sia all’ultimo difensore.
Tuttavia, ci sono alcune eccezioni in cui un giocatore in posizione di fuorigioco non commette infrazione, ad esempio se riceve il pallone da un compagno direttamente da una rimessa dalla linea laterale, da un calcio di rinvio, da un calcio d’angolo o se parte prima della linea di metà campo. Inoltre, se un difensore avversario gioca il pallone o tenta di giocarlo, rimettendolo di fatto in gioco, l’attaccante in posizione di fuorigioco non commette infrazione.
È importante notare che un giocatore in posizione di fuorigioco può essere sanzionato anche se non tocca la palla, ma disturba la visuale del portiere su un tiro o disturba l’intervento di un difensore.
Chi segnala il fuorigioco?
Il compito di segnalare il fuorigioco spetta al guardalinee, anche se l’introduzione della tecnologia VAR ha ridotto il suo ruolo nell’indirizzare l’arbitro a fischiare un fuorigioco. Attualmente, il guardalinee deve attendere la fine dell’azione, a meno che non sia evidente che la posizione del giocatore sia irregolare, e solo in seguito il VAR verificherà la posizione corretta del giocatore al momento del lancio.
Che sanzione riceve chi commette un’infrazione di fuorigioco?
L’infrazione di fuorigioco nel calcio comporta l’interruzione del gioco e l’assegnazione di un calcio di punizione indiretto a favore della squadra avversaria. Il punto di battuta del calcio di punizione indiretto deve coincidere con la posizione del calciatore che si trovava in posizione irregolare al momento del passaggio del compagno.
Non è prevista alcuna sanzione disciplinare, come l’ammonizione o l’espulsione, per il calciatore che commette l’infrazione di fuorigioco, a meno che lo stesso calciatore non abbia commesso anche un fallo o una scorrettezza passibile di ammonizione o espulsione secondo la Regola 12.
Origini e modifiche del fuorigioco
La regola del fuorigioco nel calcio è stata introdotta per la prima volta nel “Regolamento del gioco del calcio” dell’Football Association Board (IFAB) l’8 dicembre 1863.
Inizialmente, la regola 6 del codice stabiliva che quando un giocatore calciava il pallone, ogni giocatore della sua squadra più vicino alla porta avversaria era fuorigioco e non poteva toccare la palla né impedire agli avversari di farlo fino a quando uno di loro non lo avesse fatto. Nessun giocatore era in fuorigioco se la palla veniva calciata da un punto dietro la linea di porta. Questa regola è stata una delle più modificate e rielaborate nella storia del calcio.
La necessità di introdurre la regola del fuorigioco è stata sentita fin dalle prime bozze di regolamento calcistico come le Sheffield Rules, che datano addirittura al 1859 e che furono ideate per regolare le partite di calcio della regione inglese di Sheffield e delle Midlands.
Il fuorigioco è stato codificato per la prima volta nel 1864 nel primo regolamento ufficiale del calcio. Inizialmente, si richiedeva che vi fossero almeno 4 giocatori avversari tra il giocatore che riceveva il pallone e la porta avversaria per evitare che gli attaccanti attaccassero da dietro il difensore che giocava la palla. Nel corso del tempo, la regola è stata modificata diverse volte: nel 1866, il numero di giocatori avversari richiesti è stato ridotto a 3, mentre nel 1907, il fuorigioco è stato sanzionato solo se il giocatore si trovava nella metà campo avversaria.
Una modifica chiave è stata introdotta nel 1924 con l’introduzione del concetto di fuorigioco passivo, che ha permesso di scagionare gli attaccanti che non interferiscono con gli avversari o con il gioco. Tuttavia, la modifica più significativa è stata quella del 1926, che ha ridotto il numero di avversari richiesti a 2. In questo nuovo scenario, il fuorigioco diventava più rischioso.
Nel 1990, la regola è stata modificata di nuovo per favorire l’attaccante: se l’attaccante era in linea con il penultimo difensore, non era considerato in fuorigioco. Nel 2004, il concetto di “luce” tra i corpi è stato abolito e sostituito dalla formulazione che un giocatore si trova in fuorigioco se una parte del suo corpo con cui può segnare un gol è oltre l’ultimo difensore.
La svolta è avvenuta nel 2013, quando l’IFAB ha cambiato l’interpretazione del fuorigioco, affermando che un calciatore in posizione di fuorigioco deve essere punito solo se, a giudizio dell’arbitro, trae vantaggio dalla sua posizione. Questa soggettività ha provocato molte polemiche e diversi casi di applicazione del regolamento.
Dal 2017, l’introduzione della tecnologia VAR ha rivoluzionato l’applicazione della regola del fuorigioco nel calcio. La tecnologia ha reso il giudizio sull’offside più sicuro, stringente e oggettivo, eliminando la soggettività del giudizio. Grazie alla proiezione di righe sul campo dopo aver visionato l’immagine al momento del lancio del pallone, è possibile verificare anche il centimetro di fuorigioco. Il guardalinee deve attendere la fine dell’azione prima di alzare la bandierina, per permettere ai revisori in sala VAR di verificare la posizione esatta dell’attaccante.
Nonostante le polemiche, la tecnologia ha permesso di ridurre la soggettività del giudizio, anche se rimangono alcuni dubbi sulla coerenza della regola del fuorigioco. Infatti, se la questione riguarda uno o due centimetri, il vantaggio dell’attaccante che parte prima non esiste, ma c’è ancora il rischio di penalizzare l’attaccante senza che abbia ottenuto un reale vantaggio dalla sua posizione.
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