La Cassa per il Mezzogiorno era un ente pubblico creato per finanziare iniziative industriali tese allo sviluppo economico del meridione d’Italia
Cos’è la Cassa del Mezzogiorno? La Cassa per il Mezzogiorno era un ente pubblico italiano creato nel 1950 dal Governo De Gasperi VI per finanziare iniziative industriali tese allo sviluppo economico del Sud Italia.
La sua funzione principale era la predisposizione dei programmi, il finanziamento e l’esecuzione di opere straordinarie dirette al progresso economico e sociale dell’Italia meridionale, da attuarsi entro un periodo di 12 anni.
La Cassa aveva il compito di progettare e realizzare interventi di natura interregionale o di rilevante interesse nazionale per lo sviluppo delle attività economiche e sociali del Sud Italia, tra cui industria, infrastrutture, risorse naturali, ambiente, ricerca scientifica applicata, impianti per la commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari e provvedenze a favore delle cooperative.
La Cassa è stata soppressa nel 1984 e sostituita 2 anni dopo dall’Agenzia per la promozione e lo sviluppo del Mezzogiorno, anch’essa soppressa nel 1992.
Storia della Cassa per il Mezzogiorno
La Cassa per il Mezzogiorno è stata istituita nel 1950 con la legge nº 646 come ente pubblico dotato di personalità giuridica al fine di promuovere il progresso economico e sociale dell’Italia meridionale. L’idea venne da Pasquale Saraceno e da altri fondatori della Svimez, che intendevano seguire l’esempio delle agenzie di sviluppo locale negli Stati Uniti durante il New Deal.
Uno degli strumenti di pianificazione utilizzati per gli interventi era il piano A.S.I., che prevedeva la creazione di Aree di Sviluppo Industriale attraverso la realizzazione di infrastrutture di base. Il finanziamento del piano era di 100 miliardi di lire all’anno per i 10 anni dal 1951 al 1960.
Nel corso degli anni, l’intervento della Cassa per il Mezzogiorno è stato prorogato più volte. Nel 1984, la Cassa è stata soppressa e posta in liquidazione, sostituita poi nel 1986 dall’Agenzia per la promozione e lo sviluppo del Mezzogiorno (AgenSud). Nel 1992, l’AgenSud è stata soppressa, lasciando al Ministero dell’economia e delle finanze il compito di coordinare e programmare l’azione di intervento pubblico nelle aree economicamente depresse del territorio nazionale.
A partire dal 1986, la politica di coesione europea ha aggiunto ulteriori tipologie di investimenti a favore della crescita del capitale umano e sociale, ridefinendo le modalità di programmazione degli interventi sul territorio.
Attività della Cassa per il Mezzogiorno
La Cassa per il Mezzogiorno ha finanziato opere straordinarie fino al 1991.
Le regioni beneficiarie dell’attività della Cassa sono state l’Abruzzo e il Molise, la Campania, la Puglia, la Basilicata, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna, così come le province di Latina e Frosinone, i comuni dell’Isola d’Elba, dell’Isola del Giglio e dell’Isola di Capraia, i comuni dell’ex circondario di Cittaducale nella provincia di Rieti e quelli compresi nei perimetri di bonifica del Tronto e dell’Agro pontino.
La Cassa ha elargito alle regioni meridionali un totale di 82 410 miliardi di lire dal 1951 al 1991, con una spesa media annuale del 0,65% del PIL.
Risultati della Cassa per il Mezzogiorno
Nel complesso, i risultati della Cassa sono stati discutibili. Sebbene inizialmente la sua attività avesse un senso, data l’arretratezza del Sud, in seguito la Cassa ha spesso finanziato progetti sovradimensionati o non adeguati alle realtà economiche del territorio, creando infrastrutture inutili o incomplete, che sono state definite “cattedrali nel deserto”. Tuttavia, è stato anche osservato che tali infrastrutture hanno permesso alle popolazioni residenti di acquisire stili di vita più aggiornati e una maggiore mobilità.
Nel corso degli anni, la Cassa per il Mezzogiorno è stata criticata anche dalle sinistre, che l’hanno vista come un modo per favorire politiche clientelari della Democrazia Cristiana. Nonostante i finanziamenti a fondo perduto e gli investimenti significativi della Cassa, il divario tra il Sud e il Nord in termini di PIL pro capite e produttività permane.
Il fallimento parziale delle politiche assistenzialistiche tramite finanziamenti a pioggia non ha giovato al Mezzogiorno, e l’abolizione della Cassa per il Mezzogiorno nel 1992 ha lasciato il Sud in una situazione di crisi, che ha coinvolto imprese, enti locali e banche. La nuova politica degli incentivi in chiave europea, introdotta con la legge n. 488 del 19 dicembre 1992, ha iniziato a funzionare solo nel 1996, quando il Sud era già in difficoltà.
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