Paola Pettinà, una donna di 46 anni originaria di Sandrigo, in provincia di Vicenza, è in carcere con accuse di omicidio volontario aggravato, tre decessi sospetti e cinque tentati omicidi, tra cui quello dell’ex compagno
Paola Pettinà, una donna di 46 anni originaria di Sandrigo, in provincia di Vicenza, è in carcere con accuse molto gravi. Le accuse contro di lei comprendono un omicidio volontario aggravato, tre decessi sospetti e cinque tentati omicidi, tra cui quello dell’ex compagno. Questi eventi si sono verificati tra il 2022 e il 2024, periodo in cui la Pettinà lavorava come finta badante. Si sospetta che la donna abbia somministrato dosi letali di farmaci agli anziani che assisteva.
Secondo quanto riportato dai quotidiani locali, le indagini condotte dai carabinieri hanno rivelato che la Pettinà somministrava ai suoi assistiti dosi massicce di farmaci. In particolare, si parla di un mix di Tavor, Xanax e Lorazepam, arrivando a dare anche 100 gocce di Xanax al giorno. Questi farmaci venivano sciolti nell’acqua o nel caffè, portando gli anziani in uno stato di semi incoscienza o, nel caso dell’81enne Imelda Stevan, alla morte.
Per ottenere i farmaci, Paola Pettinà, conosciuta come ‘Paolina’, presentava alle farmacie fotocopie di ricette in bianco, affermando di avere gli originali a casa. Questa informazione è emersa dopo che i carabinieri hanno controllato 25 farmacie e hanno accertato che la donna aveva acquistato ben 272 confezioni di Xanax in pochi mesi.
Il sovradosaggio dei farmaci è considerato una prova delle sue azioni volontarie. Quando i familiari delle vittime si accorgevano che i malori erano causati dai medicinali, la Pettinà riusciva a convincerli che la responsabilità era degli stessi anziani, accusandoli di essere “tossicodipendenti” e di assumere dosi eccessive senza il suo consenso.
Il provvedimento restrittivo nei confronti della Pettinà è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari di Vicenza, Maria Elena Pilla. Questo provvedimento rappresenta un passo importante nell’indagine condotta dai carabinieri negli ultimi nove mesi. Gli investigatori hanno ricostruito le persone assistite dalla donna, la quale millantava esperienza nel campo sanitario e si pubblicizzava sui social come ‘Paolina’, evidenziando la scritta ‘Oss’, che sta per Operatrice socio sanitaria.
Le indagini hanno dimostrato che tutti gli anziani assistiti dalla Pettinà, nonostante avessero diverse patologie, avevano dovuto ricorrere a cure ospedaliere d’urgenza a causa di intossicazione da psicofarmaci. I sintomi riportati erano simili: torpore, stordimento e difficoltà di equilibrio, che non erano legati a malattie già diagnosticate.
Gli investigatori continuano a lavorare per chiarire un punto fondamentale: dove Paola Pettinà si procurasse i farmaci ad alto contenuto di benzodiazepine. I carabinieri stanno cercando le farmacie fornitrici mentre nella casa della donna sono state trovate grandi quantità di psicofarmaci che lei ha dichiarato essere per uso personale. Almeno tre farmacie della provincia sono già state ispezionate. Inoltre, si cerca di capire il motivo dietro le sue azioni omicide; si tende a escludere un movente economico poiché non sono stati trovati soldi o oggetti di valore nelle abitazioni delle vittime.
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