Ad oggi, non esistono testi riconosciuti ufficialmente che riportano l’esatto nome delle dita dei piedi
I nomi delle dita dei piedi. Ad oggi, non esistono testi riconosciuti ufficialmente che riportano l’esatto nome delle dita dei piedi. Tant’è che anche nei testi medici vengono chiamate primo dito del piede, secondo dito, terzo dito, ecc..
Sin da piccoli impariamo i nomi delle dita delle mani: pollice, indice, medio, anulare e mignolo. Invece, le dita dei piedi sembrano non avere nomi propri, se non per l’alluce (detto anche “dito grosso”, “ditone” o “pollicione”).
Ufficialmente, in italiano, le dita dei piedi sono chiamate: primo dito, secondo dito, terzo dito, quarto dito e quinto dito.
In rete girano degli elenchi di nomi per le dita dei piedi:
- Alluce;
- illice (o melluce, o dilluce, o dillice o polluce);
- trillice (o trilluce);
- pondulo (o pondo, o pondolo, o pìnolo, o anulo);
- minolo (o minulo, o mellino).
Questa nomenclatura, però, non appare nella lessicografia, né viene riportata in testi medici o scientifici.
L’Accademia della Crusca, durante la ricerca del nome giusto, ha scovato ad una storiella che vedrebbe il secondo dito chiamarsi “illice“, il terzo “trillice“, il quarto “pondolo“, ed il quinto “mellino” (o minolo).
“Ultimo, il maialino” (in “100 Storie per quando è tardi”), a cura di Scuola Holden, L. Moisio e M. Trucco, Feltrinelli, Milano
Una sera la scrofa Carolina decise di partorire.
La piccola Maia aveva trascorso tutto il giorno a inventare nomi, uno per ciascun lattonzolo, quattordici in tutto.
“Forza Carolina”, diceva, “ecco un maschietto!”.
Ed ecco una femminuccia!
Così Maia aveva cominciato ad assegnare i nomi ai nuovi nati: Prima come le dita dei suoi piedini, dal più piccolo al più grande: Minolo, Pondulo, Trillice, Illice, e Alluce!
Poi le dita delle mani, dal più grande al più piccolo: Pollice, Indice, Medio, Anulare, Mignolo.
E per gli ultimi quattro, i colori: Rosa come la mamma; Viola, il suo fiore preferito; Bruno, come il papà; Gialla, come la pesca a merenda.
Poi, ogni maialino corse a una mammella a bere il primo latte della sua vita.
E qui arrivò la sorpresa: un quindicesimo maialino!
Maia non aveva pensato a quell’ultimo nome e dovette improvvisare: “Ultimo, proprio così ti chiamerai”, disse.
Ed ecco la seconda sorpresa: Carolina aveva solo quattordici mammelle!
Come avrebbe fatto Ultimo a sopravvivere? Maia sentì le lacrime colmarle gli occhi, ma non si perse d’animo.
Corse in cucina, riempì di latte un biberon del suo fratellino e nutrì Ultimo.
Quella sera, dopo la poppata, Ultimo seguì Maia come se fosse la sua mamma.
Si strinse tra le sue braccia, chiuse gli occhi e si addormentò.
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