Perché viene l’acquolina in bocca?

L’acquolina in bocca è l’aumento di salivazione dovuto alla vista, all’odore o al pensiero di un cibo o una bevanda che ci piace

Perché viene l'acquolina in bocca?
Perché viene l’acquolina in bocca. L’acquolina in bocca è un aumento di salivazione (ipersalivazione) dovuto alla vista, all’odore o al pensiero di un cibo o una bevanda che ci piace e che vorremmo gustare.

Quando mangiamo e beviamo, le papille gustative sulla lingua (i calici gustativi a forma di imbuto) mandano degli stimoli nervosi (inviano una leggera corrente elettrochimica) al centro del gusto situato nel cervello. La “corrente” porta il messaggio “dolce”, “amaro”, “salato”, “acido” al cervello. Il cervello, di risposta al sapore, mette in azione le ghiandole salivari, che si preparano alla produzione di saliva per iniziare la digestione del cibo. La saliva contiene: la “ptialina“, che inizia la digestione dell’amido cotto (pasta, pane, patate, biscotti, ecc.); il “lisozima“, che agisce da antibatterico; la “mucina“, che imbibisce gli alimenti.

Lo stesso fenomeno si verifica quando si annusa un alimento. Le sostanze odorose sono volatili e attraverso il muco vengono intercettate dai recettori delle cellule olfattive, fino ad arrivare al bulbo olfattivo nel cervello. Il riconoscimento di odori graditi può stimolare la produzione di saliva.

Questo processo può, però, essere scatenato anche quando vediamo o sentiamo l’odore del cibo: un “riflesso incondizionato“. Secondo alcuni esperti, il fenomeno dell’acquolina in bocca, non in presenza di un alimento reale, è legato ad un meccanismo dell’organismo per sottolineare una situazione di carenza. Quindi, l’acquolina rappresenterebbe un indicatore biochimico di una situazione di disagio dell’organismo.

Esiste, poi, la possibilità di condizionare i riflessi: l’esempio più famoso è il “riflesso condizionato” di Pavlov. Lo scienziato russo Ivan P. Pavlov elaborò il concetto agli inizi del ‘900 in seguito ad alcuni esperimenti sui suoi cani. Lo scienziato associava la presentazione di carne ai cani al suono di un campanello. Alla fine era sufficiente il solo suono del campanello per determinare la salivazione dei cani. La salivazione era, quindi, indotta da uno stimolo condizionante.

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