L’America’s Centre for Disease Control and Prevention ha pubblicato uno studio su come evitare di contrarre il raffreddore
Influenza e raffreddore: distanza di sicurezza. E’ periodo di influenza e il raffreddore è dietro l’angolo. Come fare per evitare il contagio? L’America’s Centre for Disease Control and Prevention (CDCP) ha pubblicato uno studio su come evitare di contrarre il raffreddore: si basa sulla “distanza di sicurezza dagli starnuti“.
Secondo il CDCP: “I virus influenzali si diffondono principalmente attraverso goccioline che si formano quando le persone con l’influenza tossiscono, starnutiscono o parlano. Queste gocce possono arrivare alla bocca o al naso delle persone che si trovano nelle vicinanze o possono essere inalate nei polmoni. Meno spesso, una persona potrebbe avere l’influenza toccando una superficie o un oggetto che ha il virus dell’influenza su di esso e poi toccando la propria bocca, il naso, o forse i propri occhi“. Ma tra tutti i metodi di diffusione, lo starnuto è il principale: viaggiare fino ai 4,5 metri al secondo, rispetto al respiro (1,4 metri al secondo).
Inoltre, adulti sani sono capaci di infettare gli altri un giorno prima dello sviluppo dei sintomi e fino a 5/7 giorni dopo la malattia. I bambini possono trasmettere il virus per più di 7 giorni. I sintomi possono iniziare anche due giorni dopo che il virus entra nel corpo, quindi si può trasmettere l’influenza a qualcun altro prima di sapere che si è malati.
Secondo i dati del CDCP, esiste una distanza di sicurezza da prendere quando si incontra una persona col raffreddore: circa 2 metri. Lo studio è stato condotto su 94 persone che hanno contratto l’influenza e si sono recati in ospedale. Durante la degenza è stata analizzata l’aria nella stanza con dispositivi posti a 0,40 e 2 metri di distanza dai pazienti. Le particelle infettive sono state trovate in ciascuna delle posizioni del campione studiato.
Lo studio ha dimostrato anche che la maggior parte dei virus influenzali si trovano in particelle molto piccole nell’aria. Le particelle piccole possono viaggiare più lontano di quelle grandi. I ricercatori hanno anche scoperto che alcune persone sono più contagiose di altre: il 19% dei pazienti sono risultati “super-emettitori“, cioè emettevano particelle del virus fino a 32 volte in più rispetto agli altri pazienti.
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