Cos’è il Gaslighting?

Gaslighting: cos’è e come funziona questa forma di violenza psicologica e manipolazione mentale

Cos'è il Gaslighting?
Cos’è il Gaslighting. Il Gaslighting (o manipolazione psicologica maligna) è una forma di violenza psicologica e manipolazione mentale. Non è, quindi, una violenza fatta di rabbia espressa, ma di silenzi ostili alternati a parole pungenti. E’ una forma d’abuso perpetrato soprattutto tra le mura domestiche, e che lascia profonde ferite psicologiche. Infatti, nella stragrande maggioranza dei casi la vittima e il gaslighter sono partner o parenti stretti.

Il comportamento di gaslighting è adottato dal coniuge abusante per punire (o allontanare) l’altro quando si vivono rapporti coniugali conflittuali, insoddisfazioni personali e relazioni extraconiugali.

Il gaslighter mette in atto la manipolazione mentale, minando ogni certezza e sicurezza del partner, agendo come un lavaggio del cervello, che mette la vittima in condizione di pensare di meritare quella punizione e di avere colpa per aver sbagliato. Quindi, una violenza psicologica talmente insidiosa da venire giustificata dalla stessa vittima. E’ una violenza persistente, somministrata a piccoli dosi quotidiane, che ha la capacità di “annullare” la capacità di giudizio e autonomia valutativa della persona che ne è vittima.

Gaslighting: cos’è

Il termine gaslighting è utilizzato per definire un comportamento manipolatorio messo in atto da una persona per far si che l’altra dubiti di se stessa e dei suoi giudizi fino a sentirsi confusa, sbagliata.

E’ una forte violenza psicologica che agisce come e vero e proprio lavaggio del cervello. E’ un tipo di manipolazione mentale sottile e mascherata, che lavora a livelli emotivi molto profondi, e spesso è giustificata dalla vittima stessa. E’ una tecnica molto diffusa nelle relazioni tra partner o parenti stretti.

Il termine “gaslighting” deriva dall’opera teatrale del 1938Gas light” (Luci a gas), inizialmente nota come “Angel Street” negli Stati Uniti, e dagli adattamenti cinematografici di Alfred Hitchcock “Rebecca – la prima moglie” del 1940 e “Angoscia”, film italiano del 1944. La trama tratta di un marito adultero che persuade la moglie di essere pazza per nasconderle il tradimento. L’uomo cerca di portare la moglie alla pazzia manipolando piccoli elementi dell’ambiente, e insistendo che la moglie si sbaglia o ricorda male quando nota questi cambiamenti.

In realtà, sono più le donne ad utilizzare questa tecnica, sia col partner che con i figli. Spesso gli uomini sono più “inclini” alla violenza fisica, mentre le donne più a quella psicologica (sminuendo il partner o manipolandolo). Dipende, però, dalla motivazione che c’è dietro la violenza psicologica.

Manipolazione psicologica benigna e maligna
Manipolazioni benigne

Le “manipolazioni benigne” includono tutti quei comportamenti, atteggiamenti e comunicazioni che, pur distorcendo realtà e informazioni, hanno lo scopo di suscitare nell’altro emozioni positive, o di proteggerlo in una situazione di fragilità.

Ad esempio, l’organizzazione di una festa di compleanno a sorpresa necessiterà che il festeggiato ignori sino al giorno prestabilito che tutti gli invitati si riuniranno in segreto per festeggiarlo. Tecnicamente, si tratta di una manipolazione, ma è benigna e a fin di bene.

Manipolazioni maligne

Le “manipolazioni maligne” includono tutti quei comportamenti, atteggiamenti e comunicazioni che sfociano nel cosiddetto gaslighting. Per raggiungere l’obiettivo di svalutare progressivamente la propria vittima, il manipolatore “maligno” utilizza una leggera ironia (ad esempio, sulla forma fisica o sul modo di vestire, di parlare, ecc.). Poi mira a criticare abitudini, preferenze, tratti del carattere, amici e familiari della vittima. Infine, si dedica a insinuare dubbi sulla moralità dell’altro, sulla sua lealtà, intelligenza, onestà.

Gaslighting: come funziona

Il gaslighting è caratterizzato da azioni consapevoli e calcolate, mirate a confondere la percezione della vittima e a demolire la sua autostima. Ciò in modo da imporre una sudditanza psicologica, con lo scopo primario di ricavare vantaggi a suo discapito. Lo scopo ultimo del gaslighting è di ridurre la vittima a un totale livello di dipendenza fisica e psicologica, annullando la sua capacità di autonomia e responsabilità.

Il manipolatore (o gaslighter) non manifesta empatia per la propria vittima, né si ferma davanti alle conseguenze delle proprie azioni. Neppure quando l’altro perde il controllo, fino a credersi pazzo.

Gli attacchi sono subdoli, non palesemente riconoscibili né dalla vittima, né da chi le sta intorno. Altre volte, invece, sono aggressivi e si servono della svalutazione progressiva, del condizionamento e del silenzio. Messaggi di svalutazione e ingiunzioni che feriscono emotivamente, ancor di più se pronunciati alla presenza di altre persone come fosse una pubblica umiliazione.

Alcune frasi tipiche del gaslighting:
  • Non essere così permaloso/a
  • Non devi sentirti così
  • Guarda che ti ricordi male (come sempre)
  • Questo non è mai successo, ti inventi le cose
  • Ma stai bene? Mi sto preoccupando per te perché dici cose strane
Gaslighting: tipo di gaslighter
  • L’affascinante: alterna silenzi ostili e tremende pungolature a momenti d’amore e lusinghe;
  • Il bravo ragazzo: un egoista camuffato da persona altruista, sempre attento ad anteporre i propri bisogni, il proprio tornaconto personale a quello della vittima, anche se riesce a dare un’impressione opposta;
  • L’intimidatore: rimprovera apertamente la vittima, fa battute sarcastiche su di lei, e l’aggredisce esplicitamente.
Il gaslighter patologico

Viene identificato come un manipolatore narcisista, passivo aggressivo o violento, che potrebbe assumere tali comportamenti fin da piccolo e che pertanto dispone di una grande esperienza in questo senso.

Si presenta come una persona calcolatrice e molto intuitiva, in grado di leggere anticipatamente le mosse delle sue vittime e pertanto in grado di fornire quando necessario messaggi positivi o negativi, a seconda della sua strategia.

L’obiettivo del gaslighter patologico è quello di annientare le proprie vittime, piegandole al proprio volere e creando un rapporto basato sulla dipendenza. Sentendosi pertanto superiore, non accetterà nessuna critica nei suoi confronti, e se si sente messo in discussione, difenderà le sue scelte come necessità imposte dall’esterno.

Gaslighting: fasi della manipolazione
  • Distorsione della comunicazione: la vittima non riuscirà più a capire il persecutore, e si troverà disorientata e confusa perché i “dialoghi” saranno caratterizzati da silenzi ostili, alternati a piccature destabilizzanti;
  • Tentativo di difesa: la vittima cercherà di convincere il suo abusante che quello che dice non corrisponde alla verità. Proverà ad instaurare un dialogo con la speranza che ciò serva a far cambiare il comportamento del gaslighter;
  • Discesa nella depressione: la vittima si convincerà che ciò che l’abusante dice nei suoi confronti corrisponde a verità, diventerà insicura ed estremamente vulnerabile e dipendente.
Gaslighting: il condizionamento

Il condizionamento consiste nella somministrazione controllata di piccoli premi (una cena, qualche parola d’affetto, e il sesso) ogni volta che la vittima appare esausta e sul punto di crollare, oppure quando si uniforma alle richieste maligne del gasligther. In questa manipolazione, il sesso è somministrato come un narcotico. Così, quello che la vittima percepisce come passione, dal gaslighter viene utilizzato per definire ancora di più il senso di possesso verso l’altro.

Gaslighting: il silenzio manipolatorio

Il silenzio è la strategia preferita del manipolatore “maligno”. Il persecutore rifiuta di colpo ogni comunicazione e, a differenza della preda, può tollerare lunghi periodi di distacco. Questo perché è cosciente di dover solo aspettare che la punizione abbia il suo effetto.

Gaslighting: le conseguenze
  • Stato di totale confusione: la vittima ha la sensazione di non sapere più chi è nel giusto e chi nel torto;
  • Sensazione di non valere nulla: la vittima si sentirà priva di valore, di non essere importante, di non essere degna di meritare amore;
  • Stanchezza fisica e mentale: la vittima comincerà a sentirsi sempre più stanca. È una specie di “sonno perenne” che allontana la vittima dalla realtà;
  • Vergogna: la vittima si sentirà talmente sbagliata al punto da provare vergogna al solo pensiero di stare in contatto con altre persone;
  • Totale dipendenza e idealizzazione del Gaslighter: la vittima ricercherà ancora di più le “cure” del partner manipolatore, vedendolo come unica ancora di salvezza alla sua situazione “disperata”.
Come riconoscere il Gaslighter

Fin dall’inizio, in una relazione è importante prestare attenzione alle minime bugie. Spesso la vittima se ne rende conto, ma non le ritiene importanti, non le dà il giusto peso. Un altro aspetto importante è quando il manipolatore nega un comportamento di cui la vittima è stata testimone, o cerca in qualche modo di modificare il racconto. Infine, dietro l’eccessiva gelosia può nascondersi un manipolatore. Infatti, solitamente, sono le persone gelose che tradiscono e, per dissimulare, accusano i partner di tradimento.

Come difendersi dal gaslighting?
  • Tenere un diario in un posto sicuro e nascosto dove appuntare gli eventi;
  • Registrare le conversazioni e gli eventi con il cellulare o un altro dispositivo di memo vocali;
  • Fare delle fotografie;
  • Mandare le prove via email a una persona fidata e poi cancellarne le tracce.
IL gaslighting è reato?

Il gaslighting non viene identificato come reato, ma può essere collegato ad altre forme di reato come i maltrattamenti in famiglia, violenza privata, minaccia e stalking ed è pertanto importante denunciarli.

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