Il nuovo Codice dei contratti pubblici ha l’obiettivo di semplificare le procedure di gara e accelerare i tempi di esecuzione delle opere pubbliche
Il nuovo Codice dei contratti pubblici è stato approvato definitivamente in Consiglio dei Ministri con l’obiettivo di semplificare le procedure di gara e accelerare i tempi di esecuzione delle opere pubbliche.
Le nuove norme, riassunte in 229 articoli, sono immediate e sostituiscono le 104 norme secondarie precedenti. Il Codice promuove il principio del risultato, cercando di conseguire la massima tempestività e il miglior rapporto possibile tra qualità e prezzo, nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza.
Tra le novità più importanti del nuovo Codice ci sono: il dissenso qualificato, le deroghe per i cantieri, la Banca Dati Nazionale dei contratti pubblici dal 1 gennaio 2024, l’appalto integrato libero e la liberalizzazione degli appalti sotto soglia, le novità sulle centrali di committenza e le stazioni appaltanti.
Il dissenso qualificato, ad esempio, offre alle amministrazioni una cornice più limitata per bloccare un’opera. Inoltre, il nuovo Codice introduce la liberalizzazione sotto soglia (fino a 5,3 milioni) e minori vincoli sui subappalti, che possono diventare a cascata. Il nuovo Codice prevede anche l’obbligo di adeguamento dei prezzi in caso di rincari dei materiali e l’arrivo di una piattaforma digitale nazionale per evitare duplicazioni burocratiche nelle documentazioni richieste.
Le novità sul codice degli appalti pubblici contenuti nel Decreto Semplificazioni
- Introdotto l’appalto integrato che permette di assegnare, attraverso una sola gara, il progetto e l’esecuzione dei lavori.
- Liberalizzato l’appalto sottosoglia, con un tetto di 5,3 milioni di euro, che consente alle stazioni appaltanti di attivare procedure negoziate o affidamenti diretti, sempre rispettando il principio della rotazione delle imprese.
- Per gli appalti fino a mezzo milione di euro, le stazioni appaltanti possono procedere direttamente, senza passare per le stazioni appaltanti qualificate.
- Modificate le sanzioni per la “paura della firma”, ovvero niente colpa grave per i funzionari e i dirigenti degli enti pubblici se avranno agito sulla base della giurisprudenza o dei pareri dell’autorità.
- Introdotta una protezione per la questione dell’illecito professionale, che può essere fatto valere solo a seguito di condanna definitiva, condanna di primo grado o in presenza di misure cautelari.
- Per quanto riguarda la digitalizzazione degli appalti, viene introdotto l’uso della Banca dati nazionale dei contratti pubblici, del fascicolo virtuale dell’operatore economico e delle piattaforme di approvvigionamento digitale.
- Orevisto l’utilizzo di procedure automatizzate nel ciclo di vita dei contratti pubblici e l’accesso agli atti che tutti i cittadini possono richiedere.
- Confermato l’obbligo di inserire clausole di revisione dei prezzi in caso di variazioni superiori al 5%, utilizzando gli indici Istat per la determinazione dei costi e dei prezzi.
- Riordino delle competenze dell’Anac, rafforzando le funzioni di vigilanza e sanzionatorie.
- Il governo con le regioni qualificherà le infrastrutture strategiche e di preminente interesse nazionale, inserendo l’elenco nel Documento di Economia e Finanza, e viene istituito un comitato speciale del Consiglio superiore dei lavori pubblici dedicato all’esame dei progetti pubblici.
Le critiche
Secondo il Sole 24 Ore, con le nuove norme, il 98% dei lavori pubblici sarà assegnato senza gara, con una cifra di 18,9 miliardi di euro all’anno. Per i piccoli cantieri, il nuovo codice prevede l’affidamento diretto obbligatorio per gli appalti sotto i 150 mila euro, una procedura negoziata senza bando con 5 inviti per gli appalti fino a un milione di euro, e una procedura negoziata senza bando con 10 inviti per gli appalti tra 1 e 5,38 milioni di euro. L’Anticorruzione ha espresso preoccupazione per l’eccesso di flessibilità delle nuove norme, mentre le imprese di costruzione temono uno scarso tasso di trasparenza.
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