Cos’è l’Autarchia?

L’autarchia è l’autosufficienza economica di una nazione, raggiunta tramite l’indipendenza assoluta o relativa dell’economia nazionale e la riduzione degli scambi con altri paesi

Cos'è l'Autarchia?
Cos’è l’Autarchia? L’autarchia è un concetto economico che si riferisce all’autosufficienza economica di un paese, raggiunta attraverso l’indipendenza totale o parziale dell’economia nazionale e la riduzione degli scambi con altre nazioni.

In altre parole, un paese autarchico cerca di produrre tutto ciò che serve al suo interno senza dover dipendere dall’importazione di beni o servizi da altri paesi. Questa filosofia economica è stata praticata in passato da alcuni governi, ma oggi è considerata una politica economica poco realistica e inefficace, poiché la maggior parte dei paesi si basa sull’interdipendenza economica con altri paesi per la loro prosperità.

Autarchia durante la prima e la seconda guerra mondiale

Nel periodo tra la prima e seconda guerra mondiale, l’Italia fascista e la Germania nazista adottarono politiche di autosufficienza economica, in un contesto politico autoritario e nazionalista. Queste politiche autarchiche furono influenzate dalle politiche economiche protezioniste che si diffusero dopo la prima guerra mondiale, favorenti l’intervento statale nell’economia e la regolamentazione del mercato.

Durante il periodo fascista in Italia, l’autarchia economica fu promossa come un’ideologia dirigista fin dal 1925, ma fu effettivamente avviata solo nel 1937.

L’intervento statale fu molto esteso e portò gran parte dell’economia in mano allo Stato, con l’innalzamento dei dazi sui beni importati e un forte protezionismo commerciale accentuato dopo l’attacco contro l’Etiopia nel 1935, che portò all’imposizione di sanzioni internazionali per otto mesi. Anche il successivo intervento nella guerra civile spagnola e l’alleanza con la Germania aumentarono l’isolamento politico dell’Italia.

Le politiche autarchiche furono sostenute da una serie di provvedimenti per rafforzare il controllo centralizzato degli scambi commerciali con l’estero, tra cui la costituzione della Sovraintendenza per gli scambi delle valute, poi trasformata in Sottosegretariato di stato per gli scambi e le valute e infine elevata a Ministero per gli scambi e le valute nel 1936. Vennero introdotti anche permessi per controllare le importazioni, campagne per promuovere i prodotti nazionali e controlli sui prezzi.

Tuttavia, l’Italia era povera di materie prime e di fonti di energia e quindi doveva importare molte risorse per soddisfare la propria produzione industriale. L’autarchia causò, così, un aumento dei costi e una diminuzione della produttività a causa della qualità inferiore dei prodotti sostitutivi rispetto a quelli importati.

Questa politica ebbe un effetto negativo sulla crescita economica del paese e la crescita italiana rimase molto bassa durante gli anni ’30, inferiore a quella delle principali economie occidentali. Tuttavia, l’autarchia contribuì a incentivare la crescita di alcuni settori industriali, come quello energetico e chimico. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, le politiche protezionistiche ed autarchiche vennero abbandonate in favore di politiche commerciali ed industriali più liberali ed una maggiore integrazione del paese nel sistema internazionale più aperto che si formò a partire da quegli anni.

Durante il regime fascista, l’autarchia fu promossa anche per ragioni di propaganda e si favorirono i cosiddetti “prodotti autarchici“, promuovendo la produzione di beni di prima necessità come il formaggio italico. Ciò portò a un aumento della ricerca scientifica, in particolare nella chimica e nella ricerca di materiali alternativi, che ebbe successo in diversi settori come la produzione di gomma sintetica, la produzione di magnesio nazionale a Bolzano, l’utilizzo della canapa cotonizzata e di piante come fonte di cellulosa, e l’utilizzo di cemento armato con canna di bambù al posto del ferro.

Tuttavia, l’autarchia comportò anche un aumento dei costi e una diminuzione della produttività, a causa della qualità inferiore dei prodotti sostitutivi rispetto a quelli importati precedentemente.

Il governo promosse l’autarchia in vari settori, tra cui quello energetico, tessile e siderurgico. Furono costituiti enti statali come l’Azienda Carboni Italiani, l’Azienda Generale Italiana Petroli (Agip) e l’Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili (Anic).

Nel settore energetico furono sperimentati carburanti miscelati ad alcol e venne emanata una legge che imponeva l’impianto a gassogeno su tutti gli autoservizi pubblici, comunali e non.

Nel settore tessile, furono incentivati la produzione di fibre alternative come il fiocco di rayon, che aumentò notevolmente la produzione italiana, e venne creato l’Ente Nazionale Cellulosa e Carta per incrementare la produzione di cellulosa nazionale.

Nel settore siderurgico, l’Italia diminuì le importazioni di rottami, minerali di ferro e ghisa, e ricorse all’aumento della produzione di minerale nazionale e all’uso delle ceneri di pirite. Venne anche studiato l’utilizzo dell’alluminio come possibile sostituto di altri metalli in molti ambiti.

Dal secondo dopoguerra ad oggi

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, i governi democratici si sono caratterizzati per la loro interdipendenza economica e politica, culminata nella formazione dell’Unione Europea.

L’autarchia, invece, è diventata sempre più rara. La Corea del Nord è uno degli ultimi paesi che adotta ancora un approccio autarchico, motivato più dalle ragioni politiche che da un’analisi accurata dei quadri produttivi. Nonostante il potenziale di crescita, la Corea del Nord soffre di arretratezza e di un cronico deficit alimentare, alleviato solo dai contributi umanitari di Corea del Sud e Cina. La Cina stessa fornisce alla Corea del Nord tra l’80% e il 90% delle sue necessità di carburanti a prezzi più bassi rispetto al mercato.

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