Una panoramica dei conflitti che attraversano il mondo. Dalle guerre in Africa a quelle del Medio Oriente, passando per Europa, America Latina e Asia
Quante guerre ci sono nel mondo? Le potenze nucleari sono sempre di più. I “conflitti per procura” tra le grandi potenze non sono mai cessati. La spesa militare globale è più alta di quanto non lo fosse durante la “guerra fredda”. Le guerre costringono milioni di persone ad abbandonare la loro terra, le loro case, i loro posti di lavoro. Si strappa l’infanzia ai bimbi. La guerra è, insomma, il più grande crimine contro l’umanità.
Ogni anno, dal 1981, il 21 settembre si celebra la “Giornata internazionale della Pace“, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Durante questa data le nazioni dedicano una giornata alla pace e alla non-violenza, invitando tutti a cessare le ostilità almeno in questo giorno. Purtroppo, però, il mondo è ancora attraversato da molti conflitti.
Una panoramica generale dei conflitti armati in corso oggi è visibile su wikipedia. Tra quelli più grossi, si parla di almeno 20 guerre attive nel mondo. Le tipologie di guerre esistenti sono, però, ben riportate anche dall’Uppsala Conflict Data Program e da ACLED.
Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo
Secondo la più recente edizione dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, nel 2019 erano 36 le guerre in diverse parti del mondo, a cui vanno aggiunte anche decine di situazioni di crisi. L’Atlante è curato dall’Associazione 46esimo Parallelo in collaborazione con la sezione italiana di Amnesty International e il Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali.
A fornire una lista simile a quella dell’Atlante (nella forma di una mappa interattiva) è anche l’agenzia IRIN (Integrated Regional Information Networks), specializzata nelle guerre “dimenticate“.
I paesi in guerra secondo l’Atlante
Il continente dove troviamo più guerre è l’Africa (con 14 guerre dichiarate, 4 situazioni di crisi e 9 missioni di peacekeeping dell’ONU). A trovarsi in guerra sono: Algeria, Ciad, Costa d’Avorio, Liberia, Libia, Mali, Niger, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Sahara Occidentale, Somalia, Sudan e Sud Sudan. In crisi: Burkina Faso, Etiopia, Guinea Bissau e Uganda.
Il Medio Oriente, invece, si parla addirittura di una “guerra mondiale in miniatura“, per via del coinvolgimento di potenze mondiali come Stati Uniti e Russia (in Siria). In guerra, poi, sono anche Iraq, Yemen e Libano. E, infine, c’è il conflitto israelo-palestinese.
In America Latina troviamo il conflitto armato colombiano (in via di risoluzione), la fine della missione delle Nazioni Uniti ad Haiti, chiamata “MINUSTAH” (Missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite ad Haiti) e istituita per garantire al Paese una transizione democratica. Poi c’è il Messico che viene inserito tra i Paesi in forte crisi, per via del problema del narcotraffico.
In Asia troviamo il conflitto tra Cina e Tibet, la guerra in Afghanistan e la guerra al narcotraffico nelle Filippine. Toccate dal conflitto sono anche India, Nagorno Karabakh, Kashmir, Kirghizistan, Pakistan e Thailandia. Quello tra Corea del Nord e Corea del Sud viene, invece, è inserito tra le situazioni di crisi.
In Europa, infine, a trovarsi in situazione di conflitto sono: Cecenia, Cipro, Georgia, Kosovo e Ucraina. Mentre situazioni di crisi sono in Irlanda del Nord e nei Paesi Baschi.
Le guerre in Africa
L’Algeria è ufficialmente in guerra dal 1991. Lo scontro vede contrapposti il governo centrale e gli estremisti islamici. A riunire le forze jihadiste nel Maghreb è soprattutto Al-Qaeda, contro cui si battono Algeria, Niger, Mauritania, Mali, Tunisia, Libia, Marocco, Nigeria e Ciad, con l’intervento anche di Francia e Stati Uniti.
Il Ciad (uno dei Paesi più poveri al mondo) combatte guerre interne (e esterne) dal momento della propria indipendenza, nel 1960. Tra il 2005 e il 2010 è stato in guerra con il Sudan, mentre ora si difende contro gli sconfinamenti del gruppo jihadista Boko Haram, molto attivo in Nigeria. Gli integralisti islamici minacciano anche il Niger.
In Costa d’Avorio vige una “fragile” tregua dal 2011. Il territorio è conteso da una parte da bande armate e dall’altra da Stati Uniti, Francia e Cina. L’ex presidente Laurent Gbago si trova a L’Aja, dove è detenuto con l’accusa di crimini contro l’umanità.
La Libia è nel caos dopo la rivolta del 2011 sostenuta militarmente da Francia, Gran Bretagna e Italia, che ha portato alla morte di Gheddafi. Da allora il Paese è conteso militarmente da varie tribù, oltre a dover affrontare il problema dell’arrivo dell’Isis.
In Mali la pace viene garantita da una forza militare multinazionale guidata dalla Francia e da diversi paesi africani dopo che nel 2012 un’alleanza tra indipendentisti tuareg e fondamentalisti islamici stava minacciando la stabilità del Paese.
La Repubblica Centrafricana è stata attraversata di recente da due guerre civili, una combattuta tra il 2004 e il 2007 e un’altra tra 2012 e 2013. Oggi c’è una tregua anche per via di un contingente di Caschi Blu dell’ONU presente sul territorio, di cui fanno parte anche decine di paracadutisti italiani.
Dopo 20 anni di guerra civile e 8 milioni di morti (secondo stime), la Repubblica Democratica del Congo continua a essere attraversata dal conflitto con l’obiettivo di controllare le grandi ricchezze naturali del Paese.
C’è poi la questione del Sahara Occidentale, occupato dal Marocco dal 1975 nonostante la richiesta di indipendenza del popolo Saharawi e la promessa di un referendum non ancora organizzato.
Un’altra guerra infinita è quella in Somalia, che dalla caduta del dittatore Siad Barre nel 1991 non vede la pace. Un governo federale di transizione appoggiato dalle Nazioni Unite cerca di mantenere il controllo del Paese, ostacolato dai signori della guerra locali.
Infine, il Sud Sudan (lo stato più giovane del mondo) è in guerra con il Sudan, nemico storico, ed è lacerato all’interno da una guerra tra fazioni per il potere. Il Sudan stesso è in uno stato di guerriglia permanente contro gli autonomisti del Darfur.
Le guerre in Medio Oriente
La guerra in Siria ha causato oltre 300mila morti e milioni di rifugiati e sfollati. Lo scontro vede contrapposti Stati Uniti, Russia, Iran e Arabia Saudita, oltre ai curdi e lo Stato Islamico.
In Iraq la guerra continua da oltre 25 anni per via delle 2 Guerre del Golfo (nel 1991 e nel 2003) che vedono il governo di Baghdad opporsi a coalizioni internazionali a guida statunitense. Il governo centrale fatica a controllare il territorio, conteso anche dall’Isis e dalla Siria.
150mila armeno-cristiani del “Nagorno Karabakh” continuano a chiedere l’indipendenza dall’Azerbaijan islamico dal 1994, quando un primo conflitto causò 30mila morti.
Anche il Kurdistan, il cosiddetto “Paese che non c’è” tra Turchia, Siria e Iraq chiede l’indipendenza dai tempi dell’impero ottomano.
In Libano la guerra non è dichiarata dagli anni ’80, ma lo sconfinamento della guerra civile siriana sul territorio libanese non aiuta a tenere a bada gli equilibri interni del Paese, toccato da una guerra civile dal 1975 al 1990.
Lo Yemen è in guerra dal 2015 per via del conflitto scatenato dall’Arabia Saudita (che vuole riportare al governo i sunniti). I morti sono più di 10mila.
Infine, il conflitto tra Israele e Palestina, che va avanti dal 1948.
Le guerre in America Latina
C’è la guerra civile in Colombia, dove dal 2012 si lavora ai colloqui di pace tra rivoluzionari delle FARC e governo centrale.
Dopo il terremoto nel 2010 (che ha causato la morte di oltre 200mila persone e ha distrutto l’economia dell’isola), Haiti si trova in una fase di transizione democratica seguita da un contingente di Caschi Blu dell’ONU.
Preoccupante anche la situazione in Messico, dove si sta combattendo una guerra informale al narcotraffico.
Le guerre in Asia
Fin dai tempi dell’invasione sovietica nel 1979 l‘Afghanistan è attraversato da conflitti interni ed internazionali. Prima invaso dai russi, e poi presidiato dalle forze militari comandate dagli Stati Uniti (ora ritiratisi).
Il Tibet è occupato da 40mila soldati cinesi dal 1950. Il suo leader, il Dalai Lama, è ancora in esilio, mentre la Cina controlla la regione e reprime ogni tentativo di rivolta.
L’India combatte una guerra interna contro i guerriglieri filo-maoisti che dagli anni ’60 si oppongono al governo (soprattutto nelle regioni centro-orientali). Allo stesso tempo, si contende il Kashmir con il Pakistan dai tempi dell’indipendenza in un altro conflitto interno che ha visto migliaia di morti.
Il Pakistan, ufficialmente in guerra con l’India, è anche considerato “il centro nevralgico di Al-Qaeda“.
La Thailandia, all’apparenza tranquilla, ha visto 19 colpi di stato dal 1932, il più recente nel 2014.
Le guerre in Europa
L’8 maggio 2021 ha segnato il 76° anniversario della fine della seconda guerra mondiale in Europa, quando gli Alleati vinsero contro la Germania nazista. Ma mentre questo conflitto che ha causato milioni di morti sul suolo europeo è ormai ancorato alla storia, nuovi conflitti sono sorti nell’est del continente europeo.
In Europa, infatti, 2 conflitti sono degenerati in guerre su vasta scala, oltre al nuovo conflitto iniziato nella notte tra il 23 e il 24 febbraio 2022, quando il presidente russo Vladimir Putin ha dato l’ordine di “un’operazione speciale” in Ucraina per “smilitarizzare il Paese” e “proteggere il Donbas“. La crisi ucraina iniziata da tempo aveva già registrato un bilancio di oltre 13.000 vittime.
Ci sono, poi, diversi conflitti legati alla transizione dall’ex Unione Sovietica all’attuale Russia. Dalla fine della Guerra Fredda la Cecenia chiede l’indipendenza dalla Russia, ottenendo in cambio soltanto 2 guerre che hanno fatto milioni di morti e hanno consegnato il Paese a Kadyrov (il Capo della Repubblica Cecena).
Anche la Georgia teme possibili scontri armati con la Russia. E’ riuscita ad ottenere l’indipendenza di territori formalmente georgiani (come l’Ossezia del Sud), ma abitati in gran parte da russi. La loro presenza potrebbe portare la Russia ad attaccare la Georgia nel nome della difesa dei “propri” concittadini. Il Paese, intanto prova ad avvicinarsi all’Unione Europea.
L’Ucraina, invece, è in guerra con la Russia dal 2013, in seguito ad una rivolta popolare che portò i filorussi della Crimea e di alcune regioni dell’est del Paese a proclamare la propria indipendenza da Kiev.
Preoccupanti sono la situazione di Cipro (divisa in 2 tra una fazione filo-greca e una filo-turca e osservata da vicino dai Caschi Blu dell’Onu), e del Kosovo (la cui sovranità non è riconosciuta ancora da diversi Stati, mentre scontri continui tra le minoranze albanesi e serbe destabilizzano il Paese).
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