Quando una notizia è di parte? Un argomento perfetto è quello delle ultime elezioni americane
Quando una notizia è di parte? Un argomento perfetto è quello delle ultime elezioni americane. I media si sono schierati per uno o per l’altro candidato e, quindi, abbiamo potuto leggere quotidianamente articoli pro-Biden e anti-Trump e, viceversa, articoli pro-Trump e anti-Biden. Come abbiamo spiegato più volte, esistono media cosiddetti progressisti e media cosiddetti conservatori. I primi sono pro-Biden e i secondi pro-Trump. Magari un giorno pubblicheremo un elenco.
Il nostro intendo non è, però, quello di sostenere un candidato in particolare (non ce ne può fregare ne di Trump, ne di Biden), ma di far capire che bisogna fare attenzione quando si legge una notizia, perché è complicato trovarne una neutrale al 100% quando vengono trattati alcuni argomenti (come la politica). Le categorie più rappresentate in politica sono i giornalisti, gli avvocati e gli imprenditori. Quindi, quando leggi una notizia chiediti sempre “che tendenze politiche ha questo giornalista?“, “che tendenze ha questo giornale?“.
Tornando all’oggetto dell’articolo, secondo il nostro personalissimo e umilissimo punto di vista, un brutto esempio di servizio pubblico è quello fatto dalla RAI. Sia sul media tradizionale (la TV), sia su internet (con Rai News).
Infatti, durante le elezioni (e dopo) abbiamo sostanzialmente visto due inviati, e ci è sembrato in entrambi i casi che non fossero neutrali nel raccontare le elezioni americane. In alcuni casi abbiamo visto prese di posizioni sempre e solo nei confronti di un unico candidato e in altri casi sorrisi maliziosi. Ora, se fossero stati inviati di un media privato non ci sarebbero stati problemi, ma c’è un problema se sono inviati del servizio pubblico.
Prendiamo un articolo di Rai News su Trump.
Il primo pezzo
“Bagno di folla per Donald Trump e Melania a Valdosta, Georgia, accolti dalle ovazione dei fan e da cori come “Usa, Usa”, sotto una gigantesca bandiera americana. Entrambi senza mascherina, come gran parte del pubblico. Quello del presidente è il primo comizio dopo le elezioni, a sostegno dei due senatori repubblicani uscenti impegnati nel ballottaggio del 5 gennaio“.
Si può chiaramente notare la sottolineatura degli elettori di Trump che non utilizzano la mascherina. Questa sottolineatura è stata costante non solo negli articoli di Rai News e nei TG della RAI, ma anche sui giornali progressisti. Ovviamente, è sbagliato non indossare la mascherina. E’ una delle poche cose che possiamo fare per evitare il contagio.
E’, però, anche sbagliato far credere che siano solo i sostenitori di Trump a non indossarla, quando invece gli idioti che non la indossano sono tanti anche tra i sostenitori di Biden. Prendiamo, ad esempio, le proteste che abbiamo seguito nei giorni precedenti, quelle dei cosiddetti Black Lives Matter. Quelle sono state ripetute violazioni delle regole anti-covid. Ci sono stati assembramenti, pochi indossavano la mascherina, oppure veniva indossata in modo errato. Si sono spesso criticati (giustamente) gli assembramenti delle manifestazioni organizzate da Salvini. Si sono criticati (giustamente) gli assembramenti in seguito alla morte di Maradona. Beh, erano (e sono) da criticare anche gli assembramenti dei Black Lives Matter. Sono mai stati criticati? No. Ogni volta che hanno protestato, non ricordiamo che i servizi della RAI abbiano fatto notare che quelle proteste avrebbero fatto aumentare i contagi. Nessuno ha fatto notare che quelle persone sono sostenitori di Biden. Nessuno, quindi, ha fatto notare che anche chi vota Biden non indossa la mascherina.
Il secondo pezzo
“Donald Trump ha aperto in Georgia il suo primo comizio dopo il voto affermando falsamente che ha vinto in questo Stato – come riporta l’Ansa – e assicurando che vincerà le elezioni. “Lo sapete, ho vinto la Georgia”, ha detto davanti ad una folla di fan a Valdosta. “E vinceremo queste elezioni”, ha aggiunto. “Vogliono convincerci che abbiamo perso ma non abbiamo perso”, ha detto continuando a denunciare elezioni fraudolente“.
Un’altra caratteristica degli articoli anti-Trump riguarda il sottolineare che le dichiarazioni di quest’ultimo sono false. In realtà, affermare che qualcosa è falso senza averne le prove è altrettanto falso. Infatti, qualcosa è falso quando viene dimostrato il contrario.
E’ un paradosso che chi mi accusa di “non avere le prove per affermare quello che sostengo” non le ha nemmeno lui per affermare che quello che dico è falso. Cioè, chi mi accusa di dire il falso deve avere le prove.
Nei Paesi democratici si è innocenti fino a prova contraria. Nei regimi, invece, si è colpevoli finché non si dimostra di non esserlo. Il secondo caso è il sistema adottato dai media progressisti. D’altra parte, siccome i progressisti hanno sostanzialmente un orientamento politico di centro sinistra e sinistra, e la Cina è un Paese comunista, le basi sono comuni.
In uno stato di diritto, un fatto è vero o falso se viene dimostrato in un tribunale. Non è vero o falso perché lo dice un giornale. Lo stesso vale per le fake news. In uno stato di diritto, una fake news è tale dopo la decisione di un tribunale, e non perché ci mette l’etichetta Twitter o Facebook. I social, anche se si circondano di esperti, non hanno nessun diritto di sindacare la verità.
Quando si può sostenere che qualcosa è falso?
Quando sentiamo pronunciare la frase “il presidente eletto Biden“, in quel caso si può sostenere che si tratta di una falsità. Come abbiamo spiegato qui, nelle elezioni americane gli elettori non votano direttamente per eleggere il presidente degli Stati Uniti, ma votano i cosiddetti grandi elettori. Cioè, votano i candidati dei singoli Stati. Poi, i candidati vincitori si riuniranno a metà dicembre per votare il presidente. I media progressisti, per sminuire questo punto, dicono che è solo un fatto formale. In realtà non è così, perché in passato alcuni grandi elettori hanno fatto una scelta diversa da quella che avevano sostenuto quando si sono candidati.
Inoltre, c’è da sottolineare che uno dei due candidati non ha accettato il risultato e sta tentando per vie legali di ribaltare la situazione. Quindi, se uno dei due candidati può ancora utilizzare degli strumenti per far valere i propri diritti, vuol dire che non è stato ancora eletto nessuno. In passato, nel 2000, accadde lo stesso tra Bush e Al Gore. Al Gore non accettò il risultato e si arrivò alla corte suprema. In quel caso, siccome Al Gore era democratico, i media progressisti sostennero Al Gore.
Infine, come possiamo vedere, c’è ancora Trump alla Casa Bianca.
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