Perché si dice “è stato un Calvario”?

L’espressione “è stato un Calvario” è largamente diffusa e di uso comune. Perché si dice così e qual è il significato

Perché si dice
Perché si dice è stato un Calvario. L’espressione “è stato un Calvario” viene usata nel linguaggio comune per indicare “una esperienza contrassegnata da sofferenza (fisica o psicologica), come può essere un periodo di malattia o di difficoltà economiche“. Il riferimento è al Calvario, cioè alla collina che si trova nella città di Gerusalemme su cui, secondo il racconto dei Vangeli, fu crocefisso Gesù, morendo dopo una lunga sofferenza.

La parola “Calvario” deriva dal latino Calvarium (che significa “luogo del cranio”). A sua volta la parola deriva dalla traduzione aramaica di “gūlgūtā“. In greco è stato tradotto usando la parola “Golgotha“. Il nome deriva dal fatto di essere il luogo della sepoltura di Adamo, o per la presenza dei teschi dei condannati non seppelliti, o ancora per la somiglianza del suo vertice roccioso con un teschio.

Secondo la tradizione, il luogo si trova appena fuori le mura di Gerusalemme del tempo di Gesù (a nord-ovest), ma all’interno dell’attuale città vecchia. Consiste in un rilievo roccioso di pochi metri, che attualmente è inglobato all’interno della basilica del Santo Sepolcro (in particolare la Cappella della Crocifissione, gestita dai Frati Minori della Custodia di Terra Santa, e la Cappella della Morte, dei greci ortodossi).

Invece, un secondo luogo più settentrionale fu suggerito dai protestanti nell’800, perché le rocce assomigliano ad un teschio. Questo luogo è vicino ad un’antica tomba (nota come Tomba del Giardino). A sostegno dell’ipotesi che questo possa essere il Gòlgota viene portato il fatto che questa montagnola è situata immediatamente fuori delle mura di Gerusalemme, e la cima di questo luogo è ben visibile dall’interno della città.

La parola può essere associata a 2 espressioni:
  • può indicare un certo tipo di percorso approntato (spesso sul fianco di un monte o presso un santuario) per simulare la salita al Calvario di Cristo, lungo cui sono sistemate le stazioni della Via Crucis.
  • può indicare in senso figurato la sofferenza (di intenso patimento) declinato nella forma di percorso (ad esempio, “Tizio sta affrontando il calvario della riabilitazione”, “la gita fuori porta si è trasformata in un calvario”).

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