Era (Giunone): la Regina degli Dei

Era (Giunone): la Regina degli Dei: La storia, la mitologia, la leggenda, il Regno, i riti e le celebrazioni della figlia di Crono

Era (Giunone): la Regina degli Dei

Storia e mitologia di Era (Giunone): la Regina degli Dei

Era è una dea della religione dell’antica Grecia, figlia di Crono e Rea. Era una delle divinità più importanti, dea del matrimonio, della fedeltà coniugale e del parto. Era, inoltre, considerata la sovrana dell’Olimpo. I suoi simboli sono la vacca ed il pavone. Nella religione romana, invece, la sua figura corrisponde a quella di Giunone.

Era è la sorella di Demetra, Estia, Ade, Poseidone e Zeus. E’ anche moglie di Zeus. E’ madre di Ebe, Ares, Ilizia e Efesto.

Era viene ritratta come una figura maestosa e solenne, spesso seduta sul trono mentre porta come corona il “polos” (il tipico copricapo di forma cilindrica indossato dalle dee madri più importanti di numerose culture antiche). In mano stringe una melagrana (simbolo di fertilità e di morte usato anche per evocare il papavero da oppio).

I templi di Era, costruiti in due dei luoghi in cui il suo culto fu particolarmente sentito, l’isola di Samo e l’Argolide, risalgono all’VIII secolo a.C. e furono i primissimi esempi di tempio greco monumentale della storia (si tratta rispettivamente dell’Heraion di Samo e dell’Heraion di Argo).

Il nome “Era” ha diverse etimologie (contrastanti l’una con l’altra). Potrebbe derivare da “hora” (stagione), e interpretarlo come “pronta per il matrimonio“. Alcuni studiosi ritengono, invece, che possa significare “padrona” intendendolo come un derivato femminile della parola “heros” (signore).

La nascita di Era (Giunone): la Regina degli Dei

Era, appena nata, fu ingoiata da Crono, insieme ai fratelli, ma grazie ad uno stratagemma di Zeus e Poseidone, il padre rigurgitò i figli.

Fu allevata nella casa di Oceano e Teti e poi nel giardino delle Esperidi (secondo altre fonti, sulla cima del monte Ida) sposò Zeus.

Il culto di Era (Giunone): la Regina degli Dei

Il culto di Era, adorata come “Era di Argo” (Hera Argeia), fu particolarmente vivo nel santuario che si trovava tra le città-stato micenee di Argo e Micene (dove si tenevano le celebrazioni in suo onore chiamate “Heraia”), e nel centro dedicato che si trovava nell’isola di Samo. Nella cultura greca classica, gli altari venivano costruiti a cielo aperto. Era, però, potrebbe essere stata la prima divinità a cui fu dedicato un tempio dotato di un tetto chiuso, eretto nell’800 a.C. a Samo, e fu successivamente sostituito dall’Heraion, uno dei templi greci più grandi in assoluto.

Templi dedicati ad Era sorgevano anche ad Olimpia, Corinto, Tirinto, Perachora e sulla sacra isola di Delo.

Nelle raffigurazioni ellenistiche il carro di Era era trainato da pavoni, una specie di uccello che in Grecia è rimasta sconosciuta fino alle conquiste di Alessandro. In epoca arcaica, un periodo durante il quale ad ogni dea dell’area egea era associato il “suo” uccello, ad Era veniva associato anche il cuculo.

Nei tempi più antichi la sua associazione più importante fu quella con il bestiame, come dea degli armenti, venerata specialmente nell’isola Eubea detta “ricca di mandrie“. Il suo epiteto più comune nei poemi omerici era “boopis” (tradotto “dall’occhio bovino”): un’Era dalla testa bovina come il Minotauro che veniva percepita come un oscuro e spaventoso demone.

La melagrana, antico simbolo dell’arcaica Grande Dea Madre, continuò ad essere usato come simbolo di Era.

Era veniva, inoltre, ritratta mentre indossava un diadema e con un velo sul capo.

I figli di Era (Giunone): la Regina degli Dei

I figli legittimi nati dall’unione di Era unione con Zeus sono Ares (il dio della guerra), Ebe (la dea della giovinezza), Eris (la dea della discordia), Efesto (dio del fuoco e dei metalli) ed Ilizia (protettrice delle nascite).

Era, gelosa del fatto che Zeus era diventato padre di Atena (avuta da Metide), decise di mettere al mondo Efesto senza la collaborazione del marito. Entrambi, però, rimasero disgustati al vedere la bruttezza di Efesto e lo scagliarono giù dall’Olimpo.

Efesto si vendicò del rifiuto subito dalla madre costruendole un trono magico che, una volta che ella vi si sedette, non le permise più di alzarsi. Gli altri dèi pregarono più volte Efesto di tornare sull’Olimpo e liberarla, ma egli rifiutò ripetutamente. Allora Dioniso lo fece ubriacare e lo riportò sull’Olimpo incosciente, trasportandolo con un mulo. Efesto accettò di liberare Era, ma solo dopo che gli fu concessa in moglie Afrodite.

La gelosia di Era (Giunone): la Regina degli Dei

La continua lotta contro i tradimenti di Zues diede origine al tema ricorrente della “Gelosia di Era” che rappresenta lo spunto per quasi tutte le leggende e gli aneddoti relativi al suo culto.

Eracle

Era, molto gelosa dei tradimenti del marito, odiava soprattutto Eracle. La natura umana dell’eroe portò Era ad odiare tutto il genere umano: spesso usava gli uomini come autori del suo volere distruttivo.

Il nome Eracle significa “gloria di Era“. Il motivo ha varie spiegazioni: forse perché fu a motivo delle persecuzioni di Era che Eracle dovette compiere le sue imprese ed ottenere la gloria; o forse perché fu allattato dalla dea (che può dunque vantarsi di avere allattato un eroe così forte); o forse, ancora, dopo che Era fece impazzire Eracle (che fuori di sé uccise i propri figli), l’eroe si recò all’oracolo di Delfi, dove la sacerdotessa d’Apollo gli ingiunse di andare a Tirinto dal cugino Euristeo, dove avrebbe dovuto servirlo e compiere tutte le imprese che lui gli avrebbe imposto, e ciò l’avrebbe dovuto fare per la gloria di Era, e da allora in poi si sarebbe chiamato “Eracle“.

Quando Alcmena era incinta di Eracle, Era tentò di impedirne la nascita facendo annodare le gambe della donna. Fu salvata dalla serva Galantide che disse alla dea che il parto era già avvenuto, facendola desistere. Scoperto l’inganno, Era trasformò Galantide in una donnola.

Quando Eracle era ancora un bambino, Era mandò due serpenti ad ucciderlo mentre dormiva nella sua culla. Eracle strangolò i due serpenti afferrandoli uno per mano, e la sua nutrice lo trovò che si divertiva con i loro corpi come fossero giocattoli.

Era fece in modo che Eracle fosse costretto a compiere le sue famose imprese per conto del re Euristeo di Micene e, non contenta, tentò anche di renderle tutte più difficili.

Alcune leggende dicono che Era alla fine si riconciliò con Eracle, dato che l’aveva salvata dal gigante Porfirione che tentava di stuprarla durante la Gigantomachia, e la dea, per farsi perdonare dei tormenti dati all’eroe, gli concesse anche come moglie sua figlia Ebe.

Eco

Zeus convinse la ninfa Eco a distrarre Era dai suoi amori furtivi. Quando Era scoprì l’inganno condannò la ninfa a non aver più una voce propria e a poter soltanto ripetere le parole altrui. Eco incontrò Narciso (il suo vero amore) e sentendosi ripetere le ultime parole che diceva si offese e la lasciò lì a morire per amore.

Latona

Quando Era venne a sapere che Latona era incinta di due gemelli (Artemide e Apollo) e che il padre era Zeus, con un incantesimo le impedì di partorire facendo sì che ogni terra ove si recasse risultasse ostile nei suoi confronti. Latona trovò l’isola galleggiante di Delo, che non era né terraferma né una vera e propria isola. Su questa partorì mentre veniva circondata da cigni. In segno di gratitudine Zeus fissò Delo con 4 pilastri.

Callisto e Arcade

La ninfa Callisto (che faceva parte del seguito di Artemide) fece voto di castità, ma Zeus si innamorò di lei e assunse l’aspetto di Apollo per adescarla e sedurla. Era, per vendicarsi del tradimento, diede a Callisto le sembianze di un’orsa. Arcade, il figlio che Callisto aveva generato con Zeus, quasi uccise per errore la madre durante una battuta di caccia. Zeus, per proteggerli da ulteriori rischi, li mise in cielo trasformandoli nelle due costellazioni dell’orsa minore e dell’orsa maggiore.

Semele e Dioniso

Dioniso era figlio di Zeus e di una mortale. Era, gelosa, tentò di uccidere il bambino mandando dei Titani a fare a pezzi Dioniso. Nonostante Zeus fosse riuscito a scacciare i Titani con i suoi fulmini, erano riusciti a divorarlo quasi tutto e ne era rimasto solo il cuore salvato (a seconda delle versioni della leggenda) da Atena, Rea, o Demetra. Zeus si servì del cuore per ricreare Dioniso, ponendolo nel grembo di Semele. Per questo Dioniso diventò conosciuto come “il due volte nato“.

Io

Era stava per sorprendere Zeus con una delle sue amanti, chiamata Io. Zeus, però, riuscì ad evitarlo all’ultimo, trasformando Io in una giovenca bianca. Era, ancora insospettita, chiese a Zeus di darle la giovenca in dono. Una volta ottenutala, Era la affidò alla custodia del gigante Argo, perché la tenesse lontana da Zeus. Zeus ordinò ad Ermes di uccidere Argo. Ermes fece addormentare il gigante dai cento occhi grazie al suono del suo flauto e poi gli tagliò la testa. Era prese gli occhi del gigante e, per onorarlo, li pose sulle piume della coda del pavone, il suo animale sacro. Poi, mandò un tafano a tormentare Io, che cominciò a fuggire per tutto il mondo conosciuto, fino a giungere in Egitto dove, dopo aver partorito il figlio Epafo, riacquistò forma umana.

Gerana

Gerana era una regina dei Pigmei che si vantò di essere più bella di Era. La dea, furibonda, la trasformò in una gru e proclamò solennemente che gli uccelli suoi discendenti sarebbero stati in eterna lotta contro il popolo dei Pigmei.

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