È legale rubare per fame?

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha delineato i confini entro i quali il furto per necessità può essere considerato giustificabile dal punto di vista giuridico

È legale rubare per fame? La questione se sia legale rubare per fame secondo la legge italiana è un argomento che suscita riflessioni, soprattutto quando si tratta di persone in situazioni di estrema povertà. La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 10446 del 2024, ha gettato luce su questa delicata questione, delineando i confini entro i quali il furto per necessità può essere considerato giustificabile dal punto di vista giuridico.

La sentenza ha chiarito che il fulcro della questione risiede nel concetto di “stato di necessità“, un principio giuridico contemplato dall’articolo 54 del Codice Penale, che può escludere la punibilità di determinati reati. Tuttavia, affinché lo stato di necessità possa essere invocato come giustificazione per un’azione penalmente rilevante, devono essere presenti tre condizioni fondamentali:

  • La condotta vietata deve essere commessa per sottrarsi a un pericolo attuale e grave.
  • Il pericolo non deve essere stato volontariamente causato dal soggetto stesso.
  • L’azione vietata deve essere l’unico mezzo per evitare il pericolo.

La Corte ha sottolineato che la semplice indigenza, per quanto grave, non costituisce di per sé un’esimente valida ai sensi di tale norma, in quanto esistono altre vie legali per sopperire ai bisogni primari, come ad esempio i sistemi di assistenza sociale offerti dallo Stato. Pertanto, il fatto che una persona si trovi in condizioni di povertà non giustifica automaticamente il ricorso al furto per procurarsi cibo o beni di prima necessità.

Un esempio emblematico è stato quello di un individuo che aveva rubato generi alimentari e indumenti per soddisfare i propri bisogni primari. La Corte ha respinto l’invocazione dello stato di necessità, evidenziando che l’accesso ai sussidi sociali rappresenta un’alternativa legale e adeguata al ricorso al furto. Inoltre, è stato ribadito che affinché si configuri lo stato di necessità, il pericolo deve essere attuale e grave, non derivare da una situazione abituale e giornaliera.

La decisione della Corte solleva importanti questioni etiche e sociali, ma dal punto di vista giuridico conferma il principio secondo cui l’ordine legale offre strumenti alternativi al furto per far fronte alle situazioni di bisogno, promuovendo l’accesso alle risorse attraverso i canali dell’assistenza sociale. Tuttavia, va anche sottolineato che in alcuni casi di furto di oggetti di scarso valore, il responsabile può invocare l’applicazione dell’attenuante per scarso valore dell’oggetto, che comporta una riduzione della pena.

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