La pace contributiva permette di riscattare periodi di “non lavoro” non coperti da contribuzione figurativa, come quelli legati a maternità o disoccupazione
Come andare in pensione prima con la “pace contributiva”. La “pace contributiva” è tornata in vigore con la legge di bilancio approvata dal Senato. Questa misura, già attiva tra il 2019 e il 2021, consente ai lavoratori del sistema contributivo puro (che hanno iniziato a versare nel 1996) di riscattare periodi non lavorati fino a un massimo di cinque anni per fini pensionistici. Tuttavia, i lavoratori del sistema misto e retributivo sono esclusi.
La pace contributiva consente di coprire periodi in cui i contributi non sono stati versati a causa di aspettative, disoccupazione o altre pause lavorative non coperte dal riscatto di laurea. Questo strumento potrebbe essere utile per chiunque abbia superato i 60 anni e voglia anticipare la pensione, offrendo la possibilità di recuperare fino a cinque anni di contributi mancanti.
Come funziona la pace contributiva
La pace contributiva permette di riscattare periodi di “non lavoro” non coperti da contribuzione figurativa, come quelli legati a maternità o disoccupazione, compresi tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2023, anche se non sono consecutivi. Riscattando questi periodi mancanti, si aumentano gli anni di contribuzione, consentendo di accedere alla pensione in anticipo, ma si aumenta anche l’assegno previdenziale. Tuttavia, questa opportunità comporta il pagamento dei contributi.
Quanto costa la pace contributiva
Il costo della pace contributiva dipende dalle aliquote applicate nella gestione previdenziale interessata al riscatto. Per i lavoratori dipendenti, l’aliquota è del 33%, per i lavoratori autonomi è del 24%, mentre per la Gestione Separata INPS è del 25,72%.
Per calcolare il costo, è sufficiente applicare queste aliquote alla media del reddito imponibile dei 12 mesi precedenti la richiesta, moltiplicando poi il risultato per il numero degli anni da riscattare. L’importo può essere rateizzato in 120 rate mensili senza interessi e dà diritto a una detrazione fiscale del 50%, distribuita su 5 anni con rate di pari importo. Tuttavia, se i contributi devono essere utilizzati per liquidare immediatamente la pensione, la rateizzazione potrebbe non essere possibile.
Per valutare i costi e i benefici del riscatto, è consigliabile consultare l’INPS o un esperto del settore previdenziale.
Chi è fuori dalla pace contributiva
La pace contributiva, fissata come obiettivo dal governo Meloni per il biennio 2024-2025, richiede il pagamento per anticipare il pensionamento. Non è limitata a coloro che si avvicinano all’età pensionabile e hanno bisogno di pochi anni di contributi aggiuntivi, ma può essere utile per tutti coloro che desiderano aumentare il proprio montante contributivo per ottenere una pensione più sostanziosa.
Tuttavia, la possibilità di riscattare fino a 5 anni è riservata esclusivamente a coloro che sono nel sistema contributivo puro, ovvero coloro che hanno versato contributi solo dal 1° gennaio 1996 in poi. Questo significa che sono esclusi coloro che rientrano nel calcolo misto (con meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995) e coloro che rientrano nel calcolo retributivo (con almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995).
Cosa significa “contributivo puro”
Il termine “contributivo puro” si riferisce a coloro che possono usufruire della “pace contributiva“, ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare in regola dopo il 31 dicembre 1995. È importante notare che, nel calcolo dei periodi contributivi mancanti, vengono esclusi anche i periodi in cui non sono stati versati contributi nonostante vi fosse un contratto di lavoro. Anche la contribuzione figurativa, come il servizio militare, la maternità o la disoccupazione, viene esclusa. Pertanto, possono essere riscattati solo i periodi in cui non sono stati versati contributi ma che sono avvenuti tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2023.
Per quanto riguarda il riscatto dei periodi contributivi, il lavoratore deve pagare interamente il costo del recupero dei periodi senza contributi. Il pagamento si basa sul reddito imponibile dei 12 mesi precedenti la richiesta di adesione alla pace contributiva, utilizzando il sistema contributivo e applicando l’aliquota relativa alla gestione per cui si effettua il recupero.
Ad esempio:
- Lavoratori dipendenti: aliquota del 33%
- Lavoratori autonomi: circa il 24%
- Gestione Separata INPS: 25,72%
Come calcolare il costo
Per calcolare il costo del riscatto, bisogna applicare le aliquote previste alla media della retribuzione ricevuta nei 12 mesi precedenti la richiesta. Successivamente, si moltiplica il risultato per il numero degli anni che si desidera riscattare, con un limite massimo di 5 anni.
La pace contributiva offre la possibilità di versare il riscatto in un periodo massimo di 10 anni, ovvero in un massimo di 120 rate mensili senza interessi, a meno che il riscatto non sia necessario per andare immediatamente in pensione, in tal caso non sono previste rate. Infine, il versamento è detraibile al 50% dalla tassazione lorda, distribuita in cinque quote annuali uguali.
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