Mosca contro la Rai: “Sembra un organo nazista”

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha puntato di nuovo il dito contro i media italiani, accusandoli di “elogiare i neonazisti ucraini mentre posano in reportage indossando simboli delle SS”

Mosca contro la Rai: Sembra un organo nazista

Mosca contro la Rai: “Sembra un organo nazista”. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha puntato di nuovo il dito contro i media italiani, accusandoli di “elogiare i neonazisti ucraini mentre posano in reportage indossando simboli delle SS“. Zakharova ha ricordato che le autorità russe hanno aperto un procedimento penale contro i giornalisti italiani per aver attraversato il confine russo illegalmente, ma ha affermato che questo non è il reato più grave dei dipendenti della Rai.

La portavoce ha esplicitamente attaccato un servizio dell’inviato della Rai in Ucraina, Ilario Piagnerelli, affermando che in precedenza aveva già riferito di storie su Bucha e su un neonazista defunto di Pravi Sektor. Ora, secondo Zakharova, Piagnerelli “ha raggiunto un nuovo livello dopo aver fatto un’intervista in cui mostra un uomo che indossa un cappello con il segno della divisione SS ‘Leibstandarte Adolf Hitler’“.

“I media italiani ricordano sempre di più il Volkischer Beobachter (Osservatore popolare, il giornale organo ufficiale del Partito nazista). Aspettiamo la reazione ufficiale di Roma”, ha concluso Zakharova. Oggi la portavoce è tornata sull’argomento con un altro post su Telegram in cui in modo sarcastico ironizza sul fatto che Piagnerelli avrebbe cancellato dai social l’intervista in questione.

La replica di Piagnerelli: “Da noi massimo rigore”

Ilario Piagnerelli, inviato della Rai in Ucraina, ha respinto su “X” le accuse di Zakharova. “Sono cresciuto con un nonno partigiano, di quelli veri, che oggi non avrebbero dubbi nel distinguere tra invaso e invasore, tra chi resiste e chi occupa. Sono stato educato ai valori della Costituzione. Mi rammarico profondamente di aver dato voce, anche se per pochi secondi, a un soldato ucraino che solo dopo la messa in onda del reportage ho notato indossare una patch con un simbolo nazista“.

Piagnerelli ha affermato che esiste in Italia una rete di profili pro-invasione legati a Mosca che dedica le sue risorse a screditare il lavoro suo e degli altri inviati. Ha assicurato che il lavoro della Rai continuerà a essere libero da condizionamenti e improntato al massimo rigore, sottolineando che in due anni e mezzo ha prodotto decine di servizi e centinaia di dirette, essendo probabilmente il servizio pubblico europeo che sta raccontando il conflitto con maggiore assiduità.

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