A partire dal 1° gennaio 2025, entreranno in vigore importanti novità per il settore degli affitti brevi. Le nuove disposizioni prevedono l’obbligo del Codice Identificativo Nazionale (CIN) per tutte le strutture destinate a locazioni brevi o turistiche
A partire dal 1° gennaio 2025, entreranno in vigore importanti novità per il settore degli affitti brevi. Le nuove disposizioni prevedono l’obbligo del Codice Identificativo Nazionale (CIN) per tutte le strutture destinate a locazioni brevi o turistiche. I proprietari che non si adegueranno rischiano sanzioni fino a 8mila euro, oltre alla rimozione delle loro strutture da piattaforme come Booking e Airbnb.
I cambiamenti dal nuovo anno
Il Ministero del Turismo aveva inizialmente fissato il termine per l’adeguamento al 2 novembre scorso, ma ha successivamente deciso di prorogarlo fino al 1° gennaio 2025. Questa proroga ha concesso agli operatori più tempo per mettersi in regola. A partire dal nuovo anno, però, tutte le strutture ricettive dovranno obbligatoriamente ottenere il CIN. In assenza di questo codice, scatteranno le sanzioni previste dalla legge.
Sicurezza nelle strutture
Le nuove regole non si limitano all’obbligo del CIN. Infatti, tutte le unità immobiliari destinate a locazioni brevi o turistiche dovranno rispettare nuovi standard di sicurezza. Tra le misure obbligatorie ci sono l’installazione di rilevatori di gas combustibili e monossido di carbonio, oltre alla presenza di estintori portatili a norma di legge.
Queste disposizioni non si applicano alle strutture come alberghi e agriturismi, che seguono già normative diverse.
Chi deve richiedere il CIN
Secondo quanto chiarito dal Ministero del Turismo, il CIN deve essere richiesto da:
Titolari o gestori di strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere, secondo le normative regionali o provinciali.
Locatori di immobili destinati a contratti di locazione turistica.
Locatori di immobili utilizzati per locazioni brevi, come definito dall’articolo 4 del decreto-legge numero 50 del 2017.
Come si ottiene il CIN
Il Codice Identificativo Nazionale deve essere richiesto attraverso la Banca Dati Nazionale delle Strutture Ricettive (BDSR). Per accedere alla piattaforma, disponibile all’indirizzo bdsr.ministeroturismo.gov.it, è necessario utilizzare SPID o CIE. Dopo aver verificato i dati relativi alla struttura, si può procedere con la richiesta del codice.
Obbligo di esposizione del CIN
Una volta ottenuto, il CIN dovrà essere esposto in modo visibile all’esterno dello stabile in cui si trova l’immobile o la struttura ricettiva. Inoltre, il codice dovrà essere riportato in tutti gli annunci pubblicitari, siano essi online o cartacei, e in ogni comunicazione relativa alla locazione.
Le sanzioni previste
I proprietari o gestori che non richiedono il CIN possono ricevere multe comprese tra 800 e 8mila euro, in base alla dimensione dell’immobile o della struttura.
Chi non espone fisicamente il codice all’esterno o non lo inserisce negli annunci pubblicitari rischia sanzioni tra 500 e 5mila euro per ogni infrazione accertata, con l’aggiunta della rimozione immediata dell’annuncio irregolare.
Se l’immobile non rispetta i requisiti di sicurezza obbligatori, come l’installazione di rilevatori di gas e estintori, il CIN non sarà rilasciato. In questo caso, il proprietario potrà essere sanzionato con multe che variano tra 600 e 6mila euro.
Novità sull’identificazione degli ospiti
Un’ulteriore modifica riguarda le modalità di accoglienza. Una circolare firmata dal capo della Polizia, Vittorio Pisani, ha disposto lo stop all’identificazione a distanza degli ospiti tramite trasmissione telematica dei documenti e all’utilizzo di sistemi automatizzati per l’accesso, come i codici di apertura o le key box. D’ora in avanti, l’identificazione dovrà avvenire di persona.
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