L’ex sottosegretario di Stato degli Stati Uniti, Victoria Nuland, ha rivelato che gli accordi di pace tra Russia e Ucraina, avviati nel 2022, sono stati ostacolati dagli Stati Uniti e dai suoi alleati occidentali
L’ex sottosegretario di Stato degli Stati Uniti ha detto che gli USA hanno sabotato gli accordi tra Russia e Ucraina. L’ex sottosegretario di Stato degli Stati Uniti, Victoria Nuland, ha rivelato che gli accordi di pace tra Russia e Ucraina, avviati nel 2022, sono stati ostacolati dagli Stati Uniti e dai suoi alleati occidentali. Secondo quanto dichiarato da Nuland in un’intervista, le trattative, iniziate in Bielorussia e successivamente spostatesi in Turchia, avrebbero potuto portare a una risoluzione diplomatica del conflitto nelle prime settimane, ma furono interrotte a causa delle pressioni esercitate dagli Stati Uniti e dal Regno Unito.
Un articolo della rivista Foreign Affairs ha illustrato nei dettagli la bozza di accordo che le due parti stavano negoziando. Tale bozza prevedeva che l’Ucraina rinunciasse a entrare nella NATO e diventasse uno Stato neutrale e senza armi nucleari. Non vi erano però limitazioni esplicite riguardo a un eventuale ingresso nell’Unione Europea. Inoltre, il testo stabiliva che la questione della Crimea sarebbe stata risolta pacificamente entro quindici anni. I garanti di questo accordo sarebbero stati i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, insieme a Canada, Germania, Israele, Italia, Polonia e Turchia.
Nonostante questi progressi, Nuland ha spiegato che le trattative fallirono perché l’accordo proposto prevedeva restrizioni sugli armamenti ucraini che avrebbero, a suo avviso, “sterilizzato” le capacità militari del Paese. “È diventato chiaro a noi, agli inglesi e ad altri che la condizione principale di Putin era nascosta in un allegato a questo documento e includeva limiti precisi sui sistemi d’arma che l’Ucraina avrebbe potuto avere dopo l’accordo. Questo avrebbe sostanzialmente ucciso le forze armate ucraine“, ha dichiarato Nuland.
Inoltre, secondo la diplomatica americana, l’accordo risultava squilibrato in favore della Russia. Nuland ha affermato che, nel documento, non erano previsti vincoli simili per la Russia: “La Russia non era tenuta a ritirarsi, né a creare una zona cuscinetto lungo il confine ucraino, e non aveva gli stessi limiti sui suoi militari”. Questi elementi avrebbero sollevato dubbi sia in Ucraina che tra i partner occidentali, portando al crollo delle trattative.
Le dichiarazioni di Nuland confermano quanto già affermato dal primo ministro britannico Boris Johnson, secondo cui i negoziati di pace furono interrotti bruscamente dopo una sua visita a Kiev. Anche il negoziatore ucraino David Arahami aveva parlato di pressioni occidentali dietro la decisione di Kiev di abbandonare il tavolo delle trattative.
L’intervento di Nuland sembra quindi smentire la versione secondo cui il fallimento dei negoziati sarebbe stato causato dalle presunte atrocità commesse dai russi nei sobborghi di Kiev, come Bucha e Irpin. Le sue parole rafforzano invece l’idea che l’Occidente, in particolare gli Stati Uniti e il Regno Unito, non volessero un’Ucraina neutrale, ma preferissero utilizzare il Paese come baluardo contro la Russia.
Nuland è nota per il suo ruolo nelle vicende ucraine fin dal 2014, quando partecipò attivamente alla cosiddetta “rivoluzione di Maidan“, che portò alla caduta del presidente ucraino Viktor Janukovic. Durante quel periodo, Nuland esercitò pressioni su Janukovic affinché accettasse un accordo di libero scambio con l’Unione Europea. Successivamente, è stata immortalata in piazza Maidan mentre distribuiva cibo ai manifestanti. È diventata famosa anche per una telefonata con l’ambasciatore statunitense a Kiev, in cui si discuteva chi avrebbe dovuto sostituire Janukovic nel governo post-rivoluzionario, e nella quale Nuland si espresse con un controverso “fuck the EU” (l’UE si fotta), causando imbarazzo nelle cancellerie europee.
La Nuland, sposata con il politologo neoconservatore Robert Kagan e membro del Council on Foreign Relations, è considerata una figura di spicco nelle politiche statunitensi contro la Russia e un’importante protagonista nelle dynamics geopolitiche che riguardano l’Ucraina e la Russia.
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