La crisi in Ucraina spiegata brevemente

Le tensioni tra Ucraina e Russia durano da quando, dopo la caduta del presidente Viktor Yanukovich (vicino a Mosca), si è insediato un governo filo occidentale e antirusso

La crisi in Ucraina spiegata brevemente
La crisi in Ucrania spiegata brevemente. Le tensioni tra Ucraina e Russia durano da alcuni anni. Nelle ultime settimane, però, la situazione è peggiorata dopo che la Russia ha posizionato più di 100.000 truppe al confine con l’Ucraina. Più nello specifico, alla fine di novembre il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha affermato che quasi 100.000 soldati russi si erano disposti lungo il confine del Paese per circa 2.000 km. A confermare le sue dichiarazioni le immagini e i video satellitari che hanno mostrato l’invio da parte della Russia di soldati, carri armati, armi, ecc.. La Russia avrebbe, poi, inviato altre truppe in Bielorussia (uno stato alleato) e avrebbe posizionato le navi della sua marina nel Mar Nero per una possibile invasione.

Il presidente russo Putin ha, però, affermato che il dispiegamento di soldati al confine con l’Ucraina è riconducibile ad un addestramento militare. E avrebbe, poi, bollato a mera propaganda dell’Occidente il susseguirsi di notizie e dichiarazioni politiche dei leader occidentali (soprattutto del presidente degli Stati Uniti), accusando a sua volta gli Stati Uniti di posizionare truppe in Ucraina e in altri Paesi al confine con la Russia.

Donetsk e Luhansk

Dopo alcuni giorni di calma apparente, dovuta per lo più alle Olimpiadi invernali di Pechino che si sono tenute tra il 4 e il 20 febbraio, sono iniziate a circolare notizie di nuovi scontri tra l’esercito ucraino e i separatisti delle regioni ucraine di Donetsk e Luhansk.

Le crescenti tensioni hanno, così, spinto il governo russo ad intervenire. Il presidente russo Vladimir Putin, infatti, è favorevole all’indipendenza delle 2 regioni dall’Ucraina e, con 2 decreti ufficiali, lunedì 21 febbraio, ha incaricato il ministero della Difesa russo di assumere la funzione “di mantenimento della pace” nelle 2 regioni orientali ucraine. I consigli popolari delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk hanno approvato, all’unanimità, le leggi di ratifica dei Trattati di amicizia, cooperazione e assistenza reciproca con Mosca. Poi, è stata ordinata l’evacuazione, organizzando pullman, di anziani, donne e bambini verso la confinante regione russa di Rostov.

Il presidente ucraino ha affermato che i suoi connazionali “non hanno paura” della Russia e non temono il governo di Mosca che si è mosso per riconoscere l’indipendenza delle 2 regioni separatiste ucraine Donetsk e Luhansk.

L’Occidente ha, invece, chiesto alla Russia di non riconoscere l’indipendenza di Donetsk e Luhansk perché ritiene sia una mossa fallimentare per un processo di pace per l’Ucraina.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ritiene che la Russia abbia violato l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina riconoscendo Donetsk e Luhansk come entità indipendenti. Poi, in una nota, il portavoce delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric, ha affermato: “Le Nazioni Unite, in linea con le pertinenti risoluzioni dell’Assemblea Generale, continuano a sostenere pienamente la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina, entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti“.

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, durante una telefonata con il premier ucraino Volodymyr Zelenskyy, ha “condannato fermamente” la decisione della Russia di riconoscere come indipendenti le 2 regioni separatiste dell’Ucraina orientale.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, in un tweet ha detto: “Riconoscendo le regioni separatiste nell’Ucraina orientale, la Russia sta violando i suoi impegni e minando la sovranità dell’Ucraina. Condanno questa decisione“.

Le sanzioni alla Russia

Dopo che il governo russo ha ufficialmente riconosciuto l’indipendenza di Donetsk e Luhansk ed è entrata col suo esercito nelle 2 regioni separatiste ucraine, Stati Uniti e Europa hanno annunciato dure sanzioni contro la Russia.

Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha bloccato la certificazione del gasdotto Nord Stream 2 per convogliare gas naturale russo in Germania attraverso il Mar Baltico. E ha anticipato che l’Ue è pronta ad adottare sanzioni “massicce e robuste” contro la Russia. “Ho chiesto una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu e sanzioni europee“.

In una dichiarazione congiunta, Ursula von der Leyen (Presidente della Commissione europea) e Charles Michel (Presidente del Consiglio europeo) hanno pubblicato una lista di sanzioni, incluse quelle contro le banche russe che hanno finanziato le operazioni nel Donbass e la limitazione all’accesso ai mercati Ue da parte di Mosca. “Non abbiamo paura delle sanzioni“, è stata la reazione di Mosca che, per ora, ha assicurato di non voler interrompere le forniture di gas all’Europa.

Joe Biden ha, invece annunciato le misure americane per “tagliare fuori il governo russo dalla finanza occidentale“.

Le sanzioni degli Stati Uniti:
  • Blocco totale delle operazioni con le 2 maggiori istituzioni finanziarie russe: la Veb (la più grande corporation di Stato, con un patrimonio di 50 miliardi di dollari) e la banca militare.
  • Sanzioni sul debito sovrano. Questo significa che la Russia verrà tagliata fuori dai finanziamenti dell’Occidente e non potrà accedere al mercato europeo o ad altri dell’area occidentale per finanziare il suo debito.
  • Sanzioni verranno imposte sulle cosiddette èlite russe, le più potenti famiglie di oligarchi. L’obiettivo è fare terra bruciata attorno all’entourage che sostiene il presidente russo Vladimir Putin, e far pagare un conto salato anche a loro e non solo ai cittadini russi.
  • Blocco del gasdotto Nord Stream 2.

Insieme alle sanzioni, Biden ha autorizzato l’invio di nuove truppe Usa nei Paesi baltici e si è impegnato a offrire altre armi “difensive” a Kiev.

Il Regno Unito ha annunciato sanzioni contro 5 banche russe (Rossiya, IS Bank, General Bank, Promsvyazbank e Black Sea Bank) e “bloccato” tutti gli asset britannici di alcuni noti oligarchi (Gennady Timchenko, Boris Rotenberg e Igor Rotenberg) considerati vicini al presidente russo Vladimir Putin. Il premier britannino, Boris Johnson, ha detto che si tratta solo di una prima tranche di sanzioni economiche cui ne seguiranno altre se la situazione non cambierà.

Dove si trova l’Ucraina?

L’Ucraina si trova tra la Russia e i paesi dell’Europa centrale (Romania, Slovacchia e Polonia). Inoltre, confina a nord con la Bielorussia.

Dal 1919 al 1991, l’Ucraina ha fatto parte dell’ex Unione Sovietica (nota anche come URSS – Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche), un paese composto da 15 stati, che si è formato dopo l’inizio della Rivoluzione russa nel 1917. Gli stati dell’URSS sono, poi, diventati indipendenti dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, ma in molti di questi paesi, compresa l’Ucraina, vivono ancora grandi comunità russe.

L’Ucraina ha da sempre un’importanza strategica sia per la Russia (per le risorse che possiede e come “finestra” sull’Europa), sia per l’Occidente (per i medesimi motivi).

La Russia teme che l’Ucraina possa sfuggire al controllo di Mosca e che abbia intenzione di aderire alla Nato (l’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico) e diventare sempre più filo occidentale. L’Occidente, invece, teme che l’Ucraina diventi come la Bielorussia (cioè, un paese alleato della Russia).

Cos’è la Nato?

La Nato è un’organizzazione internazionale che garantisce la libertà e la sicurezza dei Paesi membri.

Nel 2004, gli ex stati sovietici Estonia, Lettonia e Lituania si sono uniti alla Nato. La Russia non è stata felice di questa scelta, perché temeva che un’organizzazione che considerava come un nemico avrebbe collocato le sue truppe sul suo confine orientale e perché, tra il 1990 e il 1991, molti leader occidentali avevano assicurato ai russi che avrebbero bloccato l’espansione della Nato verso est.

Cosa si sta facendo per risolvere la crisi?

Ci sono intensi colloqui tra Russia, Stati Uniti e altri paesi per cercare di fermare un’eventuale guerra.

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha avuto contatti con il leader russo Vladimir Putin.

Per ora sembra escluso il ricordo dei militari da parte della Nato. Infatti, se mai dovesse verificarsi un’invasione russa in Ucraina, la Nato si “limiterà” ad imporre alla Russia sanzioni economiche dai paesi che fanno parte della Nato.

Cos’è la guerra fredda?

Con l’espressione “guerra fredda” si intende una lunga fase di contrapposizione politica, economica e ideologica tra Stati Uniti e ex Unione Sovietica, che iniziò poco dopo la fine della Seconda guerra mondiale e mirava al controllo del mondo.

È stata chiamata “guerra fredda” perché non ci fu mai un conflitto militare diretto. I paesi coinvolti, infatti, non hanno combattuto con le armi, ma c’è sempre stata molta tensione perché si temeva che una parte cercasse di invadere l’altra anche scatenando una guerra nucleare.

La “guerra fredda” ha visto l’ex Unione Sovietica e molti paesi dell’Europa orientale (come Polonia e Ungheria) contrapposti ai paesi della Nato (come Usa, Canada, Italia, Regno Unito, Francia, Germania, Portogallo, ecc.).

La “guerra fredda” si è, poi, conclusa nel 1991, con il crollo dell’ex Unione Sovietica.

Cos’è successo all’Ucraina dopo la guerra fredda?

Dopo il crollo dell’ex Unione Sovietica, nonostante l’indipendenza acquisita, l’Ucraina è rimasta sotto l’influenza russa (soprattutto perché la Russia forniva all’Ucraina energia a basso costo in cambio di una sorta di fedeltà politica). Parte della popolazione desiderava essere più vicina all’Unione Europea e aderire alla Nato, ma molti altri cittadini preferivano continuare ad essere fedeli alla Russia.

La crisi attuale tra Russia e Ucraina risale al 2014, ossia da quando, dopo la caduta del presidente Viktor Yanukovich (vicino a Mosca), si è insediato un governo filo occidentale e antirusso.

La risposta del presidente russo Putin è stata l’invasione e l’annessione della Crimea (una penisola dell’Ucraina) alla Russia.

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