Il Corpo dei Marines degli Stati Uniti ha equipaggiato il suo drone MQ-9 Reaper con un pod di guerra elettronica chiamato T-SOAR (Scalable Open Architecture Reconnaissance), che rende il velivolo quasi invisibile agli occhi del nemico
I nuovi droni Reaper saranno dotati di “mantello dell’invisibilità”. Il Corpo dei Marines degli Stati Uniti ha equipaggiato il suo drone MQ-9 Reaper con un pod di guerra elettronica chiamato T-SOAR (Scalable Open Architecture Reconnaissance), che rende il velivolo quasi invisibile agli occhi del nemico.
Il T-SOAR imita le emissioni radar e di comunicazione del nemico e le rimanda alla fonte, nascondendo il segnale radar che altrimenti rivelerebbe la presenza del drone. Secondo il Comandante del Corpo dei Marines, Generale Eric M. Smith, questo “Mantello dell’invisibilità” rende il drone “per lo più inosservabile“.
Il SOAR da 634 libbre (287 chilogrammi), sviluppato da General Atomics e L3Harris, fornisce il rilevamento, l’identificazione e la localizzazione a lungo raggio di segnali radar e di comunicazione di interesse, consentendo agli operatori di MQ-9 o di altri velivoli di fornire una sorveglianza standoff e di comunicare informazioni utili.
I Marines degli Stati Uniti vogliono i Reaper a raggio esteso principalmente per le comunicazioni e il trasferimento di dati, la guerra elettronica, la consapevolezza del dominio marittimo e le missioni ISR nell’Indo-Pacifico contro la Cina. L’obiettivo è quello di poter controllare ampie aree di territorio ostile, senza neppure essere rilevati.
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