Chi sono i Foreign fighters?

I Foreign fighters sono combattenti stranieri che si arruolano per combattere in guerra in paesi diversi dal loro

Chi sono i Foreign fighters?
Chi sono i Foreign fighters? I Foreign Fighters sono coloro che scelgono liberamente di andare a combattere in un Paese straniero diviso tra più parti in conflitto tra loro. Possono farlo in nome di una causa ideologica, politica o religiosa. I soldati combattenti non sono sempre gli stessi, ma cambiano di volta in volta in base al conflitto e alle parti in causa.

Ad esempio, la guerra in Siria è stata caratterizzata da un ingente numero di combattenti stranieri affluiti tra le fila dei miliziani ribelli che si opponevano alle truppe governative siriane. In Ucraina, invece, il discorso geopolitico è diverso ma ci sono delle affinità tra le due situazioni.

Siria e Iraq

Secondo l’ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale), furono oltre 40.000 i combattenti arruolati volontariamente nella guerra fra Siria e Iraq per aumentare le fila dell’IS (lo Stato Islamico). 5000 partirono dall’Europa.

Ucraina e Donbass

Anche in Ucraina ci sono stati i Foreign Fighters. Nel 2014, dopo aver allontanato il presidente filo-russo Viktor Janukovič (22 febbraio 2014), la Russia annesse unilateralmente la Crimea (marzo 2014) appoggiandone le rivendicazioni separatiste di una parte del Donbass. Poi, nella primavera del 2014, in Donbass, scoppiò un conflitto: da un lato le forze armate e alcune formazioni paramilitari ucraine e dall’altro le milizie separatiste sostenute dalla Russia. Nel febbraio 2015 si arrivò a un cessate il fuoco, ma in realtà il conflitto è rimasto attivo fino ad oggi.

In Donbass hanno combattuto circa 17.000 “volontari“, provenienti da più di 50 paesi (la maggior parte dei quali provenienti dalla Russia).

Una parte dei mercenari partiti dall’Europa (e dall’Italia) hanno dichiarato che a spingerli in Donbass è stata l’aspettativa di un compenso economico.

Molti altri, invece, sono partiti per motivazioni politiche:

  • una parte proviene da ambienti di estrema destra e militari sia a favore dell’Ucraina, sia a favore delle repubbliche filorusse;
  • un’altra parte proviene da ambienti di estrema sinistra (a favore delle repubbliche filorusse e contro il governo ucraino, che ritiene legato in un rapporto di dipendenza agli Stati Uniti).
Guerra in Ucraina

La Russia è dovuta ricorrere al reclutamento di 16mila “volontari” provenienti in gran parte del Medio Oriente (mercenari siriani, ma non solo, che combattono con forze affiliate ai russi).

Anche l’Ucraina, però, si è affidata a “volontari” provenienti dall’estero (anche in questo caso mercenari) e a forze militari di estrema destra (come il Battaglione Azov di estrazione ultra nazionalista). Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sono circa 16mila gli stranieri che si sono offerti di far parte della “Legione internazionale” di foreign fighters. Alcuni sono partiti da Canada, Stati Uniti e Gran Bretagna, ma ci sono informazioni di cittadini provenienti anche da Giappone, Georgia e Bielorussia. Alcuni sono ex militari, altri normali cittadini che lasciano i loro Paesi per andare a combattere in Ucraina contro i russi.

Elisabeth Gosselin-Malo dell’Istituto per gli Studi di Politica internazionale (Ispi), ha spiegato che tra gli elementi che preoccupano c’è il fatto che online l’idea di andare a combattere in Ucraina si sia diffusa negli spazi virtuali di estrema destra, aggiungendo che negli ultimi giorni “i leader delle milizie di Finlandia, Ucraina e Francia hanno pubblicato dichiarazioni in cui esortano i loro seguaci a mobilitarsi per la causa“.

Un movimento che è stato indicato anche da Site (il gruppo che monitora i gruppi estremisti online) secondo cui “numerosi gruppi nazionalisti bianchi e neonazisti di estrema destra in Europa e Nord America hanno espresso un’ondata di sostegno all’Ucraina, anche cercando di unirsi alle unità paramilitari nella battaglia contro la Russia, con la motivazione primaria di acquisire addestramento al combattimento ed essere anche ideologicamente guidati“.

Gosselin-Malo ha detto che si tratta di un’opportunità che “fornisce agli estremisti un tipo di addestramento ed esperienze di conflitto simili a quanto hanno fatto le guerre in Siria, Iraq o Afghanistan per i militanti jihadisti nel corso degli anni“. 

Foreign Fighters italiani

Ultranazionalisti, membri vicini a partiti di estrema destra e di sinistra radicale, “rossobruni” e comunisti che hanno sposato la causa del Pkk curdo. La galassia dei Foreign Fighters italiani in Ucraina è molto vasta. C’è, così, il rischio che la crisi ucraina possa dare vita ad uno scenario all’interno del quale gruppi di combattenti finiscono per contrapporsi in nome di cause non direttamente collegate al conflitto principale.

In Italia arruolarsi in organizzazioni straniere è considerato un reato penale.

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