Misofobia (paura di venire a contatto con lo sporco): cos’è, cause, sintomi e rimedi, perché abbiamo questa fobia e come “guarire”
Cos’è la Misofobia. Il termine “Misofobia” deriva dalla parole greche “mysos” che significa “sporco” e “phobos” che significa “paura“. (è definita anche “sindrome di Pilato”). La parola è utilizzata per descrivere la paura patologica di veniva a contatto con lo sporco per evitare qualsiasi tipo di contaminazione o di germe.
Il termine venne introdotto nel 1879 da William A. Hammond durante la descrizione di un caso di disturbo ossessivo-compulsivo mostrata da una persona nell’atto di lavarsi ossessivamente le mani.
Siccome i misofobi aumentano le loro precauzioni igieniche all’inverosimile, questa fobia viene definita anche “germofobia“, “germafobia“, “bacillofobia“, ” bacterofobia“. Lo “sporco” viene, infatti, vissuto come una fonte capace di contagiare, di contaminare e di trasmettere malattie.
Sintomi della Misofobia
La misofobia conduce a ricorrere a misure per evitare le situazioni, le persone o gli oggetti che possono aumentare il rischio di contrarre malattie.
Questa fobia si manifesta con la combinazione di sintomi psicologici (senso d’insoddisfazione generale, ansia, tensione e nervosismo) e somatici (sudorazione profusa, battiti accelerati, nausea e mancanza di respiro).
I sintomi della misofobia possono manifestarsi:
- Quando l’oggetto del disturbo fobico è visibile (ad esempio, durante il giardinaggio, qualora sia necessario scavare nella terra);
- Quando la persona pensa che possa essersi verificato un contatto con oggetti poco puliti o germi (ad esempio, quando si stringe la mano a qualcuno o si apre la porta con la maniglia).
La persona che ne soffre manifesta una preoccupazione esagerata per questioni come:
- Contaminazione incrociata dei cibi;
- Esposizione ai fluidi corporei altrui;
- Mantenimento di una buona igiene.
Esempi tipici:
- Paura di essere contaminati manipolando oggetti che altri hanno toccato;
- Stress e frustrazione quando gli oggetti non sono ordinati, disposti simmetricamente o rivolti in un certo modo;
- Terrore di contrarre malattie in seguito al contatto con oggetti, persone o animali ritenuti “non puliti“.
Per scongiurare il contatto con lo sporco, la persona che soffre di misofobia può mettere in atto comportamenti insoliti, come:
- Lavare continuamente le mani;
- Fare più docce ogni giorno o dedicare, in generale, molto tempo all’igiene personale;
- Utilizzare frequentemente il disinfettante per le mani;
- Indossare guanti, mascherine e altri dispositivi;
- Non voler condividere cibo con nessuno;
- Non prendere i mezzi pubblici;
- Non usare i servizi igienici pubblici;
- Pulire in modo scrupoloso oggetti, mobili, abiti e altro ancora, ricorrendo all’uso di detergenti e disinfettanti.
Cause della Misofobia
Al disturbo possono contribuire diversi fattori, compresi quelli ambientali e caratteriali.
La misofobia può essere innescata da un conflitto inconscio di tipo morale (ad esempio correlata a ricordi dolorosi, a episodi drammatici della vita, ad aspettative troppo elevate dei genitori o altri eventi talmente negativi da essere impossibili da accettare e razionalizzare). Ne risulta un senso d’inadeguatezza e d’insicurezza che fanno sentire il soggetto misofobico profondamente insoddisfatto per uno o più aspetti centrali della propria vita.
Come superare la Misofobia
Se i sintomi della misofobia limitano in modo significativo la normale vita quotidiana e persistono da oltre 6 mesi, è consigliabile rivolgersi ad un medico, uno psichiatra o uno psicologo per identificare e definire il problema.
La valutazione di questo disturbo fobico è fondamentale per comprendere i motivi alla base del disagio, identificandone il significato e quantificandone la portata, quindi stabilire il corretto iter terapeutico.
Il trattamento della misofobia prevede un percorso mirato alla gestione degli stimoli ansiogeni e delle manifestazioni che ne derivano. Una delle strategie più efficaci per affrontare e superare la misofobia consiste nella psicoterapia cognitivo-comportamentale.
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