Come funziona il nuovo sistema di rivalutazione delle pensioni

Le nuove regole per l’indicizzazione delle pensioni (comprese le minime) saranno in vigore per il biennio 2023-2024

Come funziona il nuovo sistema di rivalutazione delle pensioni
Come funziona il nuovo sistema di rivalutazione delle pensioni. Nella bozza della manovra di Bilancio, approvata lunedì 21 novembre, ci sono in tutto 136 articoli, suddivisi in 15 capitoli e 70 pagine, con le misure su fisco, pensioni, e contro il caro energia (queste ultime impegnano due terzi dei 35 miliardi di euro messi sul piatto). Il documento potrebbe non essere definitivo. Per quello ufficiale, infatti, bisogna attendere l’invio alle istituzioni europee e il deposito in Parlamento.

Quota 103

Per quanto riguarda le pensioni, la novità è “Quota 103“, un meccanismo introdotto per evitare il ritorno a gennaio 2023 della legge Fornero. Nel testo viene denominata “pensione anticipata flessibile“, e permette di andare in pensione con 41 anni di contributi ed un minimo di 62 anni d’età.

Nella norma è stato fissato un tetto che, fino al raggiungimento dell’età pensionabile (cioè 67 anni) non può superare 5 volte il valore delle pensioni minime. Quindi, dato che le pensioni minime vengono alzate a quasi 600 euro, la pensione anticipata non potrà superare i 3.000 euro. Inoltre, l’importo non potrà essere cumulato con altri redditi da lavoro occasionale se superano i 5.000 euro l’anno. Infine, sono anche previste delle finestre di uscita: di 3 mesi per i lavoratori privati e di 6 mesi per quelli pubblici. Chi matura i requisiti il 31 dicembre 2022, se è un dipendente privato dovrà attendere fino a aprile, se lavora nel settore pubblico fino a agosto.

Rivalutazione delle pensioni (biennio 2023-2024)

Secondo la bozza, la revisione del meccanismo di indicizzazione delle pensioni (comprese quelle minime) sarà in vigore per il biennio 2023-2024.

È stato introdotto un sistema suddiviso in 6 fasce:
  • Rivalutazione al 100% dei trattamenti pensionistici pari o inferiori a 4 volte il minimo (il trattamento minimo Inps è attualmente di circa 525 euro) per gli assegni fino a circa 2.100 euro;
  • All’80% per i trattamenti inferiori o pari a 2.625 euro;
  • Al 55% per quelli tra 2.626 e 3.150 euro;
  • Al 50% tra 3.151 e 4.200 euro;
  • Al 40% tra 4.201 e 5.250 euro;
  • Al 35% dei trattamenti pensionistici superiori a 10 volte il trattamento minimo.
Pensioni minime

Per contrastare l’inflazione (sempre nel biennio 2023-2024) gli assegni più bassi sono stati ulteriormente aumentati su base mensile (1,5% per l’anno 2023 e di 2,7% per il 2024).

Tenendo conto dell’indicizzazione del 7,3% (in base al decreto firmato dal ministro dell’Economia nelle scorse settimane, che fissa al 7,3% la quota di indicizzazione al caro vita per l’adeguamento da far scattare a gennaio) gli assegni più bassi dovrebbero arrivare a oltre 570 euro il prossimo anno e a circa 580 in quello successivo.

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