Bonus casalinghe: a chi spetta e come funziona il Fondo

Bonus casalinghe 2022: a chi spetta e come funziona il Fondo varato nel Decreto Agosto per favorire l’inclusione sociale

Bonus casalinghe: a chi spetta e come funziona il Fondo
Bonus casalinghe 2022. Secondo i dati Istat relativi all’anno 2017, in Italia le casalinghe sono 7 milioni e 338 mila (il 51% del numero complessivo delle casalinghe si concentra nel Sud Italia). Una percentuale superiore rispetto agli altri Paesi europei, ma con un livello di istruzione più alto della media Ue.

Il Governo, con il decreto Agosto 2020, ha, così, varato una serie di misure a sostegno di coloro che decidono di non lavorare per prendersi cura della famiglia e della casa e di chi desidera entrare nel mondo del lavoro senza riuscirci. E’ stato, quindi, istituito un Fondo da 3 miliardi di euro l’anno (anche se alcuni giornali parlano di 3 milioni) per la promozione della formazione personale di coloro che svolgono lavori domestici, al fine di garantire maggiori opportunità occupazionali.

Questo Fondo servirà a favorire l’inclusione sociale delle donne, ad attivare percorsi volti a favorire l’acquisizione di nuove competenze e l’accesso a opportunità culturali e lavorative.

I soldi non andranno nelle tasche delle casalinghe, ma saranno utilizzati per organizzare corsi di formazione nell’ambito digitale e finanziario, e opportunità culturali (anche in collaborazione con enti pubblici e privati). I corsi finanziati riguarderanno soprattutto il settore finanziario e quello digitale e potrebbero comprendere varie tipologie di attività formative, dalle modalità di gestione di una piccola impresa online allo sviluppo di capacità tecniche manuali, sia in ambito creativo che artigianale. Quindi, anche se è stato ribattezzato “Bonus Casalinghe“, è più corretto chiamarlo “Fondo Casalinghe” proprio perché non si tratta di un trasferimento di denaro, ma di misure di inclusione sociale sotto forma di corsi di formazione professionale.

La formazione sarà rivolta alle donne che svolgono attività prestate nell’ambito domestico, senza vincolo di subordinazione e a titolo gratuito, finalizzate alla cura delle persone e dell’ambiente domestico, iscritte all’Assicurazione obbligatoria, ossia al Fondo di previdenza delle casalinghe. Quindi, un sostegno per mamme, donne disoccupate e casalinghe che ogni giorno oltre ad occuparsi della casa si dedicano alla cura dei propri familiari. Gli uomini sono esclusi.

Il ministro delle Pari Opportunità e la Famiglia, Bonetti, ha detto: “oggi parlare di formazione per le donne che svolgono un lavoro domestico è un modo per riconoscere che tutte devono avere l’occasione di avere competenze. Ci sono tante donne che purtroppo non possono avere un conto in banca e non hanno autonomia“. Si tratta, quindi, di “un fondo che è stato costituito come primo embrione di un progetto di formazione digitale di cui bisogna valutare il costo” e che “finora non era mai stato stanziato“. Ci sarà “un bando del Dipartimento delle Pari opportunità per progetti che riguardano la formazione, dopo di che vogliamo che questa sia gratuita per tutte le donne“. L’obiettivo è da un lato “favorire la partecipazione delle donne al mondo del lavoro“, e dall’altro “rendere le donne libere di poter scegliere“.

L’articolo 22 del decreto agosto dice:

È istituito nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, per il successivo trasferimento al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, un Fondo denominato «Fondo per la formazione personale delle casalinghe», con una dotazione di 3 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2020, finalizzato alla promozione della formazione personale e all’incremento delle opportunità culturali e partecipative, anche in collaborazione con enti pubblici e privati, delle donne che svolgono attività prestate nell’ambito domestico, senza vincolo di subordinazione e a titolo gratuito, finalizzate alla cura delle persone e dell’ambiente domestico […]“.

Fondo casalinghe: cos’è

Cos’è il Fondo casalinghe: è il Fondo di previdenza, istituito dal 1/1/1997, per le persone che svolgono lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità familiari. I contributi versati sono interamente deducibili dal reddito imponibile Irpef del dichiarante, anche per i familiari fiscalmente a carico.

Fondo casalinghe: come funziona

Come funziona il Fondo casalinghe: versando almeno 25,82 euro, verrà accreditato un mese di contribuzione. L’Inps accrediterà i mesi di contributi dividendo l’importo complessivo versato nell’anno per 25,82 euro. Il versamento può essere effettuato in qualsiasi momento dell’anno.

Fondo casalinghe: come e chi può iscriversi
Possono iscriversi al Fondo i soggetti di entrambi i sessi e di età compresa fra i 16 anni e i 65 anni di età se:
  • Svolgono lavoro in famiglia non retribuito connesso con responsabilità familiari, senza vincoli di subordinazione;
  • Non sono titolari di pensione diretta;
  • Non prestano attività lavorativa dipendente o autonoma per la quale sussista l’obbligo di iscrizione ad altro ente o cassa previdenziale.
L’iscrizione al Fondo dà diritto alla:
  • Pensione di inabilità (con almeno 5 anni di contributi): a condizione che sia intervenuta la permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa;
  • Pensione di vecchiaia (a partire dal 57° anno di età): a condizione che siano stati versati almeno 5 anni (60 mesi) di contributi.
L’iscrizione all’assicurazione Inail è:

Obbligatoria per i componenti del nucleo familiare, di età compresa tra i 18 e i 65 anni compiuti, che svolgono, in via esclusiva e non occasionale, attività in ambito domestico, senza vincolo di subordinazione e a titolo gratuito, per la cura del proprio nucleo familiare.

Quali sono gli altri bonus e come casalinghe, donne disoccupate e lavoratrici possono richiederli

Assegno di maternità dei comuni (Bonus Mamme Disoccupate)

Possono richiederlo tutte le donne con figli che non hanno un posto di lavoro. L’assegno è di 1.545,55 euro, ma per poter richiedere il contributo occorre possedere un reddito complessivo annuale entro i 32.222,66 euro e un nucleo familiare di almeno 3 persone.

Assegno di natalità (Bonus Bebè)

Possono richiederlo le neo mamme che hanno un reddito complessivo entro certi limiti (le famiglie devono possedere un reddito complessivo di massimo 25.000 euro all’anno). L’indennizzo varia in base al reddito (da un minimo di 960 euro ad un massimo di 1.920 euro per ciascun nuovo nato).

Bonus Mamma Domani (Premio alla Nascita)

Possono richiederlo le neo mamme che hanno partorito un bimbo nell’ultimo anno. Il contributo è di 800 euro (per ciascun figlio a carico) e può essere erogato sia alle donne disoccupate o casalinghe, sia alle lavoratrici in quanto neo mamme nell’ultimo periodo. L’unico requisito per poter richiedere il beneficio è la presentazione di un certificato (da richiedere al medico curante). La domanda si può effettuare a partire dal settimo mese di gestazione.

Bonus asilo nido 2020

Fondo che consente alle mamme di pagare le rate di iscrizione all’asilo nido (pubblico o privato) per i bambini con gravi patologie. L’ammontare del contributo è pari a 1.000 euro l’anno per un massimo di 3 anni (le rate sono mensili e ammontano a 90,91 euro). L’unico requisito è avere un bambino con gravi patologie che non abbia superato i 3 anni di età.

Fondo casalinghe: come richiedere i bonus

Per richiedere i bonus a sostegno delle donne disoccupate e casalinghe (come il Bonus Mamma Domani, il Bonus Bebè e il Bonus Asilo) bisogna recarsi sul sito dell’Inps, al Contact center dell’Inps, patronati e CAF della propria città.

Per le misure comunali (come il Bonus Mamme Disoccupate) bisogna collegarsi al sito del proprio comune di residenza e consultare gli appositi bandi nei quali sono riportati requisiti, importi, modalità di presentazione delle domande e scadenze.

Per il Bonus Casalinghe 2022 non esiste ancora una procedura per poterlo richiedere e nemmeno un ammontare possibile del beneficio. Per le modalità e i tempi di attuazione della misura occorre attendere l’emanazione di un apposito decreto da parte del Ministro per le Pari Opportunità, entro il 31 dicembre 2020, con il quale verranno stabiliti i criteri e le modalità di riparto del fondo.

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