L’Istituto di virologia di Wuhan ha sviluppato un nuovo tipo di vaccino inalabile contro il Covid-19, che potrebbe fornire una protezione universale contro tutte le varianti conosciute del virus e anche contro futuri ceppi di coronavirus
Il laboratorio di virologia di Wuhan ha sviluppato un vaccino inalabile contro tutte le varianti del Covid (e non solo). L’Istituto di virologia di Wuhan ha sviluppato un nuovo tipo di vaccino inalabile contro il Covid-19, che potrebbe fornire una protezione universale contro tutte le varianti conosciute del virus e anche contro futuri ceppi di coronavirus con potenziale pandemico. Questo vaccino, chiamato nanovaccino, viene somministrato per via intranasale.
L’istituto, noto per la sua lunga esperienza nella ricerca sui coronavirus, è stato coinvolto in polemiche internazionali, specialmente da parte degli Stati Uniti, in seguito all’accusa che la pandemia di Covid-19 possa essere stata causata da una fuga di laboratorio. Tuttavia, ora lo stesso laboratorio presenta una soluzione vaccinale innovativa contro il virus. I vaccini attuali, sebbene abbiano contribuito a ridurre la diffusione del Sars-CoV-2 e la mortalità, non offrono una protezione completa contro tutte le varianti del virus, secondo il gruppo di ricerca che ha lavorato al nanovaccino.
Gli scienziati hanno scoperto che combinando parti del coronavirus, chiamati epitopi, con la ferritina, una proteina presente nel sangue, è possibile creare un vaccino a nanoparticelle che può essere inalato e che offre una protezione contro diverse varianti del Sars-CoV-2, tra cui Delta, Omicron e un ceppo isolato da un paziente a Wuhan all’inizio della pandemia. Questo vaccino, testato sui topi, ha mostrato anche la capacità di proteggere da altri tipi di coronavirus, dimostrando una protezione duratura e ampia.
Nel giugno 2024, i ricercatori hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla rivista ACS Nano. Nel loro articolo, affermano che il nanovaccino, progettato per colpire epitopi conservati degli anticorpi neutralizzanti preesistenti, potrebbe rappresentare un candidato promettente per un vaccino universale contro il Sars-CoV-2.
Le origini del virus Sars-CoV-2 non sono ancora chiaramente definite. Diverse teorie sono state esplorate nel corso degli anni, incluse quelle di una fuga dal laboratorio o di una diffusione zoonotica, ossia il passaggio del virus dagli animali agli esseri umani. Dal 2020, l’Istituto di virologia di Wuhan ha pubblicato oltre 230 ricerche sul Sars-CoV-2, molte delle quali riguardano le varianti del virus e i metodi di prevenzione.
Anche se l’emergenza globale del Covid-19 non è più così pressante come nel 2020, il rischio di future pandemie causate da coronavirus resta concreto. Due delle principali epidemie di questo secolo, infatti, sono state causate da coronavirus: la pandemia di Covid-19 e l’epidemia di Sars del 2003. Anche la Mers, un’altra malattia causata da un coronavirus, ha infettato migliaia di persone dal 2012. Gli scienziati avvertono che la continua mutazione del virus porterà probabilmente alla comparsa di nuovi ceppi, potenzialmente in grado di scatenare future epidemie o addirittura un’altra pandemia globale.
I ricercatori stanno anche studiando le conseguenze a lungo termine del Covid-19, inclusi gli effetti che il virus potrebbe avere sul cervello umano. Con il rischio di nuove malattie in futuro, è sempre più evidente la necessità di sviluppare vaccini ad ampio spettro. I nanovaccini sono considerati una piattaforma vaccinale promettente, più facili da produrre rispetto ai vaccini tradizionali e in grado di stimolare una risposta immunitaria duratura.
I vaccini attuali contro il Covid-19 mirano a generare anticorpi neutralizzanti contro la proteina spike del virus, la parte che consente al Sars-CoV-2 di infettare le cellule. Tuttavia, il nuovo nanovaccino si concentra su una parte più stabile della proteina spike, la subunità S2, che è meno soggetta a variazioni tra i vari ceppi di coronavirus. Questa caratteristica rende la subunità S2 un bersaglio migliore per un vaccino ad ampio spettro.
Per creare il nanovaccino, il team ha utilizzato la ferritina derivata dal batterio Helicobacter pylori, espressa in cellule di Escherichia coli, che si auto-assembla in nanoparticelle. Queste nanoparticelle sono state poi purificate e utilizzate per produrre il vaccino, che può essere somministrato per via intranasale. Nei test sui topi, questo vaccino ha prodotto una forte risposta immunitaria e gli animali hanno mostrato una maggiore resistenza ai sintomi polmonari causati dal virus.
Secondo i ricercatori, il vaccino a nanoparticelle ha mostrato un’ampia attività neutralizzante non solo contro il Sars-CoV-2, ma anche contro altri coronavirus, come quelli responsabili della Mers e dell’influenza suina, confermando così il suo potenziale come vaccino ad ampio spettro contro varie malattie virali.
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