Cosa farà Trump nei primi 100 giorni da presidente

Donald Trump ha delineato le promesse principali per i suoi primi cento giorni da presidente, con l’obiettivo di inaugurare quella che definisce la sua “nuova età dell’oro”

Cosa farà Trump nei primi 100 giorni da presidente

Donald Trump ha delineato le promesse principali per i suoi primi cento giorni da presidente, con l’obiettivo di inaugurare quella che definisce la sua “nuova età dell’oro”. I punti salienti includono la fine delle guerre in Ucraina e Medio Oriente, una stretta contro l’immigrazione clandestina, nuovi dazi commerciali, un taglio delle tasse, apertura alle trivellazioni petrolifere, e una campagna contro il movimento “woke”.

Trump prevede di firmare provvedimenti significativi già dal primo giorno del suo insediamento, previsto per il 20 gennaio, giorno in cui, come ha dichiarato in un’intervista, vorrebbe “fare il dittatore almeno per un giorno”. Dopo la vittoria, il tycoon sta ricevendo congratulazioni da leader mondiali presso la sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida.

Durante la campagna elettorale, Trump ha promesso di riportare la pace in Ucraina e Medio Oriente in 24 ore. Ieri ha parlato al telefono con Volodymyr Zelensky, mentre il presidente russo Vladimir Putin rimane in attesa per valutare le intenzioni effettive di Trump. Secondo indiscrezioni, il piano di Trump sarebbe quello di congelare il conflitto, lasciando Kiev fuori dalla NATO ma preservando l’integrità territoriale dell’Ucraina. La soluzione proposta prevede regioni autonome su entrambi i lati di una zona demilitarizzata, con l’Europa responsabile dei meccanismi per attuare l’accordo e dei fondi per la ricostruzione.

In Medio Oriente, Trump intende dare pieno sostegno a Israele, ma ha chiesto al primo ministro Benyamin Netanyahu di porre fine alla guerra prima del suo giuramento. Successivamente, vuole ampliare i cosiddetti “accordi di Abramo” iniziando da un’intesa con l’Arabia Saudita. Resta da vedere quale sarà la posizione di Trump su Gaza e Cisgiordania, dove in passato aveva proposto un maggior controllo di Israele sui territori palestinesi, pur offrendo 50 miliardi di dollari di investimenti internazionali per sostenere l’economia locale. La soluzione dei due Stati potrebbe, comunque, restare esclusa.

Trump annuncia un approccio severo verso l’Iran, intende proseguire la collaborazione con il leader nordcoreano Kim Jong-un e sfidare la Cina sul piano commerciale, un punto su cui c’è consenso bipartisan. Per la NATO, Trump esigerà un aumento delle spese da parte degli alleati, forse superando il 2% del PIL richiesto finora, minacciando di ritirare la protezione americana per chi non rispetta questo impegno.

In ambito commerciale, Trump ha minacciato una nuova guerra dei dazi per proteggere le industrie e i posti di lavoro americani. Prevede una tariffa tra il 10% e il 20% su tutti i 3.000 miliardi di dollari di importazioni e una tariffa del 60% su tutti i beni provenienti dalla Cina, probabilmente invocando l’International Emergency Economic Powers Act. Minaccia inoltre dazi sul Messico per costringerlo a fermare il flusso migratorio.

Per quanto riguarda l’immigrazione, Trump ha promesso di rafforzare il confine con il Messico, avviando quella che definisce come la più grande deportazione di massa nella storia americana, con una possibile “caccia al clandestino” in tutto il Paese. Vuole inoltre abolire le città santuario (che rifiutano di cooperare con le autorità federali per l’immigrazione), ripristinare la politica “Remain in Mexico” e il controverso “muslim ban”. Proseguirà anche la costruzione del muro al confine meridionale.

In ambito economico, Trump vuole rendere permanenti i tagli alle tasse che aveva introdotto nel 2017, che scadranno nel 2025, e ha proposto ulteriori riduzioni fiscali, incluse esenzioni per mance e straordinari e la possibilità di dedurre gli interessi sui prestiti per l’acquisto di un’auto. Resta da vedere se e come il Congresso riuscirà a trovare i fondi per attuare questi piani. Trump prevede inoltre uno stop al Green New Deal e una vasta deregulation, ispirata e coordinata da Elon Musk, a vantaggio delle aziende, specialmente nel settore energetico, incentivando le trivellazioni di petrolio e gas fino ai livelli precedenti all’amministrazione Biden.

È atteso anche uno stop agli incentivi per lo sviluppo del mercato delle auto elettriche. Infine, Trump ha annunciato una crociata contro il movimento “woke” e contro i diritti transgender nelle scuole, nello sport e nell’esercito.

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