Twitter e Facebook hanno coperto Hunter Biden?

Facebook e Twitter decisero di limitare la distribuzione di un articolo del New York Post relativo al leak di un’email di Hunter Biden, figlio dell’attuale presidente degli Stati Uniti

Twitter e Facebook hanno coperto Hunter Biden?
Twitter e Facebook hanno coperto Hunter Biden? Mercoledì 14 ottobre 2020 Facebook e Twitter decisero di limitare la distribuzione di un articolo del New York Post relativo al leak di un’email di Hunter Biden, figlio dell’attuale presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Il pezzo dimostrerebbe il coinvolgimento di Joe Biden nel presunto caso di abuso di potere in Ucraina che riguarda il figlio Hunter.

Twitter-files

Il nuovo proprietario di Twitter, Elon Musk, aveva promesso che sarebbero stati pubblicati dei file interni all’azienda che dimostrano la connessione fra potere politico e Big Tech al fine di censurare i contenuti scomodi e limitare la libertà di espressione garantita dalle costituzioni occidentali.

Venerdì 2 dicembre, il giornalista indipendente Matt Taibbi, ha pubblicato una prima serie di documenti interni a Twitter, svelando le pressioni politiche per limitare la libertà di parola.

In occasione delle ultime elezioni presidenziali statunitensi, nell’ottobre 2020 Twitter bloccò la diffusione dello scoop del New York Post circa i contenuti compromettenti del laptop di Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati e al tempo sfidante di Donald Trump.

Gli screenshot dei primi “Twitter files” dimostrano come i dirigenti di Twitter abbiano censurato la storia del laptop di Hunter Biden negli ultimi giorni della campagna del 2020, anche se mancavano di prove sul fatto che quel materiale provenisse da un hackeraggio, e quindi in violazione delle regole di condotta della piattaforma.

I documenti mettono in luce anche il fatto che l’allora Ceo di Twitter, Jack Dorsey, venne escluso dal processo decisionale. Dorsey, poi, definì un “errore” la scelta della piattaforma di censurare la notizia del New York Post.

Nella documentazione pubblicata su Twitter da Taibbi, emergono le pressioni della campagna di Biden e del Comitato nazionale democratico per censurare determinati contenuti. Le e-mail citano le richieste del “team Biden” e del “DNC” e includono conferme che Twitter “ha gestito” le loro richieste di eliminare i post.

Taibbi ha pubblicato una serie di thread, che Elon Musk ha ritwittato, contenenti screenshot nei quali si possono leggere le richieste (dei membri dello staff di Biden e non solo) inviate alla piattaforma per la rimozione di determinati contenuti.

Facebook

Lo scorso agosto, il Ceo di Facebook, Mark Zuckerberg, raccontò che l’Fbi, nel 2020, chiese alle piattaforme social di limitare la diffusione della notizia riguardante il laptop di Hunter Biden. Durante la campagna presidenziale del 2020, infatti, le notizie relative al laptop appartenente ad Hunter Biden vennero censurate dalle piattaforme social, nonostante la documentazione pubblicata dal New York Post provasse l’esistenza delle e-mail contenute nello stesso portatile.

Si trattava non solo di prove che documentavano la vita sopra le righe di Hunter Biden, ma soprattutto di documenti che dimostravano il probabile coinvolgimento del padre (l’attuale presidente degli Stati Uniti) negli affari del figlio in Paesi come l’Ucraina e la Cina.

Le notizie relative al laptop abbandonato in un negozio del Delaware vennero censurate da Big Tech nonostante oggi l’esistenza del portatile venga riconosciuta da tutti i media. Prima, invece, per le piattaforme social si trattava di “disinformazione russa” e chiunque tentasse di postare e condividere l’inchiesta del New York Post veniva oscurato o censurato, soprattutto su Twitter. Successivamente, sia il New York Times che la Cnn hanno ammesso che il laptop esisteva davvero e non era un’invenzione.

Allo stato attuale, com’è emerso lo scorso ottobre, gli agenti federali stanno indagando sul figlio del presidente degli Stati e ritengono di aver accumulato prove sufficienti per accusarlo di reati legati al fisco e falsa dichiarazione in merito all’acquisto di una pistola.

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