Dopo che i suoi contenuti sono stati nuovamente limitati, Robert Kennedy Jr. ha deciso di intraprendere un’azione legale contro Google
Secondo Robert Kennedy Jr. ci sarebbe la Casa Bianca dietro la censura di Google. Dopo che i contenuti del candidato alle primarie democratiche sarebbero stati nuovamente limitati da Alphabet (società madre di Google e YouTube), Kennedy ha deciso di intraprendere un’azione legale contro la multinazionale.
Nel documento di denuncia di 27 pagine presentato in tribunale l’2 agosto, Kennedy non soltanto attacca Google, ma punta anche alla Casa Bianca. Secondo le sue dichiarazioni, sarebbero stati i funzionari governativi a ordinare ai fact-checker di censurare i suoi contenuti.
“Questa denuncia riguarda la libertà di espressione e le misure straordinarie adottate dal governo degli Stati Uniti sotto la guida di Joe Biden per soffocare le voci che non vuole che gli americani ascoltino. La causa sostiene che Google ha partecipato a questa censura sotto la direzione di funzionari governativi, in un contesto di coercizione politica.”
A supporto di questa tesi, Kennedy presenta diverse prove. Uno degli esempi è il fatto che un video del suo comizio tenuto in New Hampshire, un luogo cruciale per le primarie democratiche, è stato rimosso da YouTube. Questo discorso aveva un ruolo di rilievo nella sua campagna elettorale, e la sua diffusione avrebbe potuto influenzare il voto degli elettori.
Come sottolinea lo stesso Kennedy:
“YouTube è diventato un’importante piattaforma per il discorso politico in America, una sorta di piazza digitale in cui gli elettori cercano notizie e opinioni sui temi del momento, un luogo in cui le persone possono discutere di questioni di interesse pubblico. Tuttavia, Google ha censurato numerose persone in America per opinioni contrarie alla narrazione governativa. Kennedy è solo il caso più evidente di questa campagna di censura. Un livello di censura così esteso nei confronti di un importante candidato presidenziale non ha precedenti nella storia americana.”
Inoltre, dopo l’annuncio della sua candidatura, altri social media come Facebook e Twitter hanno rispettato le regole elettorali, smettendo di censurare le dichiarazioni di Kennedy. Tutte le piattaforme hanno trattato Kennedy come un futuro presidente, tranne Google. Questo potrebbe essere un ulteriore indizio dell’interferenza dei governanti dietro la piattaforma.
“L’amministrazione non può censurare i suoi critici – ha dichiarato l’avvocato di Kennedy, Scott Street – Non può farlo direttamente né può farlo attraverso entità private come Google che agiscono da censori. Questo principio è essenziale per la democrazia americana, soprattutto quando si tratta di discorso politico. Ed è proprio di questo che tratta questa causa. La questione è preservare la libertà degli elettori di parlare, ascoltare e pensare in modo indipendente.”
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