Nel rapporto “Education at a Glance 2024” dell’OCSE, emerge una fotografia chiara sugli stipendi degli insegnanti italiani, mettendoli a confronto con quelli dei colleghi in Europa e nel resto del mondo
Quanto guadagnano gli insegnanti nel Mondo? Nel rapporto “Education at a Glance 2024” dell’OCSE, emerge una fotografia chiara sugli stipendi degli insegnanti italiani, mettendoli a confronto con quelli dei colleghi in Europa e nel resto del mondo. Gli insegnanti in Italia si trovano a percepire salari decisamente più bassi rispetto ad altri Paesi, una realtà che alimenta il malcontento espresso da anni dagli stessi docenti, preoccupati non solo per le basse retribuzioni ma anche per il diffuso problema della precarietà.
In base ai dati riportati, lo stipendio medio degli insegnanti italiani della scuola secondaria inferiore risulta inferiore sia alla media OCSE sia a quella dell’Unione Europea, confermando così l’insufficienza degli investimenti destinati a questi professionisti, che hanno un ruolo fondamentale nella formazione dei cittadini di domani. Anche se è previsto un aumento dello stipendio grazie al recente rinnovo contrattuale, che porterà a un incremento di circa 160 euro lordi in media, questa somma potrebbe non essere sufficiente per colmare il divario rispetto ad altri Paesi economicamente comparabili all’Italia.
Il rapporto OCSE del 2024 offre un quadro dettagliato sugli stipendi effettivi degli insegnanti a livello internazionale. L’analisi prende in esame esclusivamente le scuole pubbliche e confronta i salari minimi, ossia quelli percepiti all’inizio della carriera, tra i vari Paesi. Nonostante l’aumento salariale previsto in Italia, i docenti italiani rimangono comunque tra i meno pagati in Europa e nel mondo. Questo dato si collega a un altro aspetto importante: l’Italia investe relativamente poco nell’istruzione in rapporto al suo prodotto interno lordo (PIL). Secondo i dati, infatti, la spesa pubblica italiana per l’istruzione corrisponde al 4% del PIL, contro una media OCSE del 4,9%. Questo livello di spesa colloca l’Italia ben al di sotto di Paesi come Norvegia, Regno Unito e Islanda, che dedicano percentuali decisamente maggiori delle loro risorse all’istruzione.
Oltre alla questione salariale, il basso livello di investimento ha un impatto su vari aspetti del sistema educativo italiano, come la condizione degli edifici scolastici e la qualità dell’offerta formativa. Tutto questo si ripercuote anche sul fenomeno dell’abbandono scolastico, che in Italia è particolarmente elevato. Secondo i dati più recenti, il 20% dei giovani italiani tra i 25 e i 34 anni non ha completato la scuola superiore, una percentuale ben superiore alla media OCSE, che si attesta al 14%. Questo tasso di abbandono scolastico incide direttamente sulle difficoltà di trovare lavoro, aggravando il tasso di disoccupazione nel Paese.
Quanto spendono i Paesi per l’istruzione in relazione al PIL (dati aggiornati al 2021)
Norvegia: 6,5%
Regno Unito: 6,2%
Islanda: 6%
Israele: 6%
Cile: 5,8%
Australia: 5,8%
Stati Uniti: 5,8%
Belgio: 5,6%
Danimarca: 5,5%
Svezia: 5,4%
Francia: 5,3%
Finlandia: 5,3%
Olanda: 5,3%
Nuova Zelanda: 5,3%
Canada: 5,2%
Korea: 5,1%
Portogallo: 4,9%
Media Ocse: 4,9%
Austria: 4,9%
Spagna: 4,8%
Media UE: 4,8%
Polonia: 4,5%
Slovenia: 4,5%
Germania: 4,5%
Repubblica Ceca: 4,5%
Estonia: 4,4%
Slovacchia: 4,3%
Turchia: 4,1%
Messico: 4,1%
Ungheria: 4%
Lettonia: 4%
Italia: 4%
Giappone: 3,9%
Croazia: 3,9%
Lituania: 3,5%
Bulgaria: 3,5%
Lussemburgo: 3,3%
Irlanda: 2,8%
Romania: 2,5%
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