L’Italia è il più fedele alleato degli USA, ma nel 2017 Mattarella esortava all’amicizia con la Russia ed elogiava Putin per il Donbass
Quando nel 2017 Mattarella elogiava Putin per il suo ruolo positivo nella crisi del Donbass. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso il suo sostegno al popolo ucraino durante la cerimonia ufficiale di inaugurazione di Brescia come Capitale italiana della Cultura 2023, tenutasi a gennaio di quest’anno. Durante il suo discorso, Mattarella ha sottolineato l’importanza di mettere la dignità integrale della persona al centro di ogni azione e ha affermato che l’Italia sta dalla parte di chi è aggredito e lotta per la propria indipendenza, puntualizzando che il destino dell’Europa è in gioco.
Tuttavia, è interessante notare come circa 6 anni fa, durante una visita ufficiale in Russia nell’aprile 2017, Mattarella elogiò il presidente russo Vladimir Putin per il suo ruolo positivo nella crisi del Donbass. Durante quell’occasione, Mattarella dichiarò che la Russia era un partner importante per l’Italia e offrì la mediazione italiana per superare le divergenze con l’Unione Europea al fine di ristabilire i rapporti su una base paritaria nell’interesse comune.
I rapporti economici tra Italia e Russia furono affrontati durante il colloquio, nonostante le sanzioni economiche reciproche derivanti dal referendum in Crimea. Secondo una stima di Coldiretti, tali sanzioni hanno avuto un impatto negativo di 10 miliardi di euro sull’export agroalimentare italiano.
Durante la stessa visita, Mattarella e Putin discussero anche della situazione in Ucraina. Il presidente italiano manifestò la sua preoccupazione per l’assenza di progressi significativi nella guerra civile del Donbass, attribuendo la responsabilità al presidente ucraino Petro Poroshenko, che aveva inviato milizie neo-naziste ad attaccare le Repubbliche indipendentiste di Donetsk e Luhansk, ottenendo il sostegno della Russia a causa della presenza di una popolazione a maggioranza russa.
Mattarella sottolineò che nessuna delle parti coinvolte, né la Russia, né l’Europa, né l’Ucraina, avrebbe tratto beneficio da una prolungata instabilità al centro dell’Europa. Pertanto, il presidente italiano sostenne la necessità di rispettare gli Accordi di Minsk, accettati dall’Unione Europea, che prevedevano la salvaguardia dell’integrità territoriale dell’Ucraina, statuti di regioni autonome per Donetsk e Luhansk e la neutralità di Kiev nei confronti di Russia e NATO.
Mattarella elogiò il ruolo positivo svolto dalla Russia e auspicò che Putin esercitasse tutta la sua influenza per il consolidamento del cessate il fuoco, la de-escalation della crisi e la stabilizzazione dell’Ucraina. Questa richiesta fu rivolta a tutti gli attori coinvolti nel conflitto, inclusi Stati Uniti e Ucraina.
È interessante notare come, quindi, nel corso degli anni, l’Italia abbia cambiato il suo ruolo come mediatrice di pace, sostituendolo con una retorica bellica e l’invio di armi all’Ucraina. Si è creato un clima contrario alle leggi italiane che proibiscono la vendita di armi a Paesi in guerra. La Legge 185/90 vieta la vendita di armi a Paesi in guerra.
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