In Italia ci sarebbero stazioni di polizia di servizio per i cinesi in 4 città: Roma, Milano, Firenze e Prato
Perché si parla di “stazioni di polizia segrete” cinesi in Europa. Nelle ultime settimane diversi media internazionali hanno acceso i riflettori sulla presenza, all’interno di Paesi terzi, di presunte stazioni di polizia segrete cinesi accusate di effettuare le peggiori nefandezze a danno di cittadini cinesi, o peggio, di catturare i dissidenti fuggiti oltre la Muraglia.
A parlare per la prima volta del tema è stata l’organizzazione per i diritti umani Safeguard Defenders, che ha dato alla luce un report intitolato “Chinese Transnational Policing Gone Wild“. Secondo l’ong spagnola, gli uffici di pubblica sicurezza di 2 province cinesi hanno istituito 54 “centri di servizio di polizia d’oltremare” in 5 continenti e 21 Paesi.
La maggior parte di questi centri si trova in Europa: 9 strutture sono state individuate in Spagna, 4 in Italia, 2 nel Regno Unito, 1 in Scozia. La ricerca parla anche di Austria, Irlanda, Paesi Bassi, Canada e Stati Uniti.
Secondo Safeguard Defenders sarebbero stazioni di polizia cinesi costruite in segreto. L’organizzazione ha elencato più di 30 presunte sedi, complete di recapiti telefonici e indirizzi.
Il report di Safeguard Defenders
Secondo Safeguard Defenders, le strutture sono state apparentemente create per affrontare la criminalità transnazionale e svolgere svariati compiti amministrativi, tra i quali il rinnovo delle patenti di guida cinesi. Per l’ong, però, questi uffici svolgerebbero in realtà “operazioni di persuasione” volte a costringere eventuali dissidenti a tornare in patria. Se così fosse, avamposti del genere potrebbero violare l’integrità territoriale di un Paese ospitante, aggirando le giurisdizioni nazionali e le tutele offerte dal diritto interno.
Der Spiegel
Secondo il settimane tedesco Der Spiegel, la maggior parte degli uffici citati sarebbero stati allestiti negli appartamenti, negli uffici o nei ristoranti di cittadini cinesi espatriati, e qui raggruppati in associazioni culturali.
Der Spiegel avrebbe anche scoperto che nel Paese vi sarebbero almeno una mezza dozzina di cittadini cinesi che, in violazione di tutte le convenzioni diplomatiche, avrebbero operato come intermediari per agenzie cinesi del tutto indipendenti dall’Ambasciata cinese a Berlino e dai suoi consolati presenti.
Le stazioni aperte in 4 città d’Italia
Mentre all’estero le autorità governative hanno inviato un’inchiesta sulle attività della polizia cinese con la chiusura anche di una stazione in Olanda, la risposta del governo italiano si fa attendere.
Laura Harth, campaign director di Safeguard Defenders, ha inviato una lettera per conto della Ong spagnola al neo ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per denunciare la questione e chiedere misure concrete da parte del Viminale.
Sul territorio italiano ci sarebbero stazioni di polizia di servizio per i cinesi d’oltremare della contea di Fuzhou e Qingtian in 4 città: Roma, Milano, Firenze e Prato. Sarebbero, però, mascherati da uffici amministrativi per il rinnovo patenti o per il supporto burocratico dei cinesi oltre confine (attività di competenza di ambasciate e consolati).
Il sospetto è che queste stazioni siano attive per controllare la fedeltà della popolazione cinese all’estero e per controllare i dissidenti, costringendoli a rientrare in patria attraverso minacce anche a parenti e amici in Cina. Il timore è anche che queste strutture facciano anche operazioni di polizia in un territorio di uno Stato terzo. In quest’ultimo caso si tratterebbe di un’attività illegale.
La spiegazione della Cina
I funzionari cinesi non hanno negato l’esistenza di tali strutture, ma hanno affermato che esistono esclusivamente per fornire servizi burocratici ai cittadini cinesi e non prevedono operazioni di polizia.
Il portavoce degli Affari Esteri cinesi, Wang Wenbin, ha chiarito che quegli uffici non sono altro che stazioni di servizio per i cittadini cinesi all’estero, e che la Cina ha pienamente rispettato la sovranità giudiziaria degli altri Paesi. Quindi, i funzionari cinesi non hanno negato l’esistenza delle stazioni di servizio, ma hanno affermato che esistono per fornire servizi burocratici ai cittadini cinesi, e che non portano avanti operazioni di polizia di alcun tipo.
L’ambasciata cinese in Canada, ad esempio, ha fatto sapere che le stazioni esistono per consentire ai cittadini cinesi di completare mansioni come il rinnovo della patente di guida: “Lo scopo principale della stazione di servizio all’estero è fornire assistenza gratuita ai cittadini cinesi d’oltremare a questo proposito“.
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