L’Europa ha un potenziale di produzione geotermica stimato in 100 GW

I giacimenti di petrolio e gas nel Mare del Nord europeo sono in esaurimento. Gli scienziati europei stanno lavorando per riutilizzare le infrastrutture per il petrolio e il gas per la produzione di energia geotermica

L'Europa ha un potenziale di produzione geotermica stimato in 100 GW

L’Europa ha un potenziale di produzione geotermica stimato in 100 GW. I giacimenti di petrolio e gas nel Mare del Nord europeo sono in un declino avanzato. Nel 2023, la produzione è stata di 34 milioni di tonnellate, il livello più basso dagli anni ’70, quando è iniziata l’estrazione. Molte compagnie petrolifere hanno lasciato la regione, e sebbene il governo britannico abbia concesso nuove licenze dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, le prospettive indicano un calo costante della produzione.

In questo contesto, gli scienziati europei stanno esplorando come riutilizzare le infrastrutture per il petrolio e il gas per la produzione di energia geotermica. Ricercatori del Global Research Institute iNetz+ dell’Università Heriot-Watt di Edimburgo stanno studiando il riadattamento dei pozzi petroliferi in sistemi geotermici. Secondo gli esperti, questo approccio riduce significativamente i costi rispetto alla perforazione di nuovi pozzi, evitando al contempo danni ambientali. Inoltre, i pozzi esistenti sono ben mappati, quindi non presentano i rischi associati alla perforazione di nuovi siti che potrebbero risultare inutilizzabili.

Negli Stati Uniti, in Cina e in Colombia sono già stati testati con successo sistemi a circuito aperto che sfruttano direttamente l’acqua calda per produrre energia geotermica. La fase finale dell’estrazione di petrolio e gas è caratterizzata dall’aumento di acqua nei fluidi estratti, rendendo possibile l’uso di queste salamoie per generare energia geotermica. In caso di flussi naturali insufficienti, gli scienziati propongono i sistemi geotermici potenziati (EGS), che ampliano le possibilità di produzione.

La transizione dai combustibili fossili alla geotermia

Nonostante questi sviluppi, la transizione dai combustibili fossili alla geotermia è ancora economicamente complessa. La domanda di elettricità continua ad aumentare, come evidenziato dal rapporto “The Era of Flat Power Demand is Over” della società di consulenza energetica Grid Strategies, che mostra come negli Stati Uniti le proiezioni sulla crescita della domanda di energia siano quasi raddoppiate.

Negli Stati Uniti, il potenziale geotermico supera i 100 GW, il che potrebbe coprire il 10% del fabbisogno nazionale, mentre in Europa, la capacità installata è di 1,5 GW, concentrata in Islanda e Italia. Tuttavia, si stima che il potenziale europeo possa arrivare fino a 80-100 GW. Ma qui entrano in gioco i costi: il prezzo di produzione per l’energia geotermica è aumentato del 31% tra il 2010 e il 2023, raggiungendo i 71 dollari/MWh, mentre altre fonti rinnovabili sono diventate sempre più economiche (ad esempio, il costo del solare fotovoltaico è sceso del 90% a 44 dollari/MWh e quello dell’eolico del 70% a 33 dollari/MWh). A differenza di altre fonti di energia pulita, però, la geotermia offre il vantaggio di una produzione continua, simile a quella nucleare, non dipendendo dalle condizioni atmosferiche.

I sistemi geotermici potenziati (EGS)

I sistemi geotermici potenziati (EGS) potrebbero trasformare il settore, aumentando l’efficienza e permettendo l’utilizzo geotermico anche in aree dove prima non era possibile. L’EGS, infatti, si basa sulla creazione di fratture sotterranee che aumentano la permeabilità della roccia, permettendo l’iniezione di un fluido (solitamente acqua) che, riscaldato dalla roccia, può poi generare elettricità.

A giugno, il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha stanziato 165 milioni di dollari per la ricerca e sviluppo sull’energia geotermica. Il progetto Enhanced Geothermal mira a ridurre i costi dei progetti EGS a 45 dollari/MWh entro il 2035, aumentando così la competitività della geotermia. La legge infrastrutturale del 2021 ha incluso ulteriori 84 milioni di dollari per progetti EGS.

I progetti europei e la valutazione dei rischi

In Europa, il progetto GEORISK, finanziato dall’UE, ha lavorato per analizzare e mitigare i rischi nei progetti geotermici, al fine di attrarre investimenti privati. Questa iniziativa è una collaborazione su larga scala che coinvolge i principali attori dell’industria geotermica europea. GEORISK ha sviluppato uno strumento che valuta i rischi dei progetti, prendendo in considerazione sia i pericoli esterni che i rischi legati all’incertezza geologica e a eventuali problemi tecnici. Questo supporto è stato richiesto dalla nuova Direttiva UE sulle energie rinnovabili.

“È come il solare: se si guarda al solare 20 anni fa, nessuno era interessato al solare perché costava troppo. Ma man mano che l’energia solare è cresciuta, il costo è sceso perché è migliorato in scala. Siamo sul punto di passare alla fascia di costo-efficacia [per la geotermia], proprio come abbiamo fatto con il solare, nei prossimi 20 anni”, ha dichiarato Roland Horne, professore di scienze della terra all’Università di Stanford, a Yahoo News.

C’è un trasferimento di competenze dall’industria petrolifera a quella geotermica, grazie all’affinità tecnologica tra i due settori. Questo cambiamento potrebbe aiutare a rendere la geotermia una fonte di energia pulita diffusa nei prossimi decenni.

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