Chi sono gli indagati e le vittime nel caso di furto di dati

Un’indagine della DDA di Milano ha portato alla luce un vasto sistema di hackeraggio, dossieraggio e ricatto. Gli hacker hanno sottratto oltre 800 mila fascicoli sensibili, coinvolgendo figure politiche e pubbliche di rilievo e accedendo al Sistema di Indagine (Sdi) della polizia

Chi sono gli indagati e le vittime nel caso di furto di dati

Un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Milano ha portato alla luce un vasto sistema di hackeraggio, dossieraggio e ricatto, gestito dalla società di sicurezza Equalize Srl, con sede a Milano. Gli hacker hanno sottratto oltre 800 mila fascicoli sensibili, coinvolgendo figure politiche e pubbliche di rilievo e accedendo al Sistema di Indagine (Sdi) della polizia. I membri della banda, consapevoli del potere dei dati in loro possesso, si vantavano di poter “sputtanare tutta l’Italia”. Tra le vittime compaiono il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente del Senato Ignazio La Russa e l’ex premier Matteo Renzi. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha espresso preoccupazione per i rischi che questo scandalo rappresenta per la democrazia.

Equalize Srl basava le sue attività illegali sull’accesso non autorizzato al Sistema di Indagine della polizia, noto come Sdi, una banca dati che raccoglie informazioni giudiziarie e segnalazioni di rilevanza nazionale. Il gruppo, diretto da Samuele Calamucci, aveva sviluppato un sistema di accesso remoto (Remote Access Trojan – Rat) per intercettare comunicazioni e dati sensibili. Equalize utilizzava tecniche avanzate per violare i dati, esponendo la privacy e la sicurezza di migliaia di persone.

I dati sottratti non venivano solo archiviati: Equalize adottava un sistema di classificazione noto come “semaforo”, che etichettava le persone in base a un codice cromatico per determinarne la “pericolosità”. Tra le persone schedate con il sistema a “semaforo” figuravano anche personalità di spicco come Ignazio La Russa e suo figlio Geronimo. La società metteva a disposizione queste informazioni per attività di ricatto e spionaggio, offrendo i dati non solo ai propri clienti, ma anche a gruppi criminali.

L’indagine ha rivelato contatti tra Equalize e settori deviati dei servizi segreti italiani, oltre a rapporti con esponenti della criminalità organizzata. Carmine Gallo, ex poliziotto e amministratore della società, manteneva collegamenti con agenti dei servizi segreti, mentre Calamucci vantava di avere “clienti top in Italia”. Questi legami con ambienti criminali e servizi segreti accrescevano il potere della società.

I principali indagati nel caso di furto di dati

L’inchiesta ha portato agli arresti domiciliari diverse persone coinvolte nelle attività di Equalize, tra cui Carmine Gallo, Nunzio Calamucci, Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli. Sono indagati anche Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano e consigliere dell’Università Bocconi, e il finanziere Matteo Arpe.

Enrico Pazzali

Enrico Pazzali, originario di Milano e laureato in Economia aziendale alla Bocconi, ha costruito una carriera nelle telecomunicazioni e nel settore informatico. Nel 2005 ha ottenuto il suo primo incarico pubblico rilevante come direttore centrale per la Regione Lombardia, occupandosi di organizzazione, personale, patrimonio e sistemi informativi. Pur considerato vicino ad Alleanza Nazionale e a Ignazio La Russa, Pazzali non è mai stato formalmente legato a un partito, mantenendo buoni rapporti anche con esponenti del centrosinistra. Nel 2009, con il supporto di AN, è diventato amministratore delegato di Fiera Milano Spa, ma nel 2015, a causa di insoddisfazione per i risultati e di dissidi interni, il Comune di Milano ha deciso di sostituirlo. Contestualmente, una serie di inchieste sulle infiltrazioni mafiose tra i fornitori della Fiera ha portato alle dimissioni dell’intero consiglio di amministrazione.

Dopo il periodo in Fiera Milano, Pazzali è stato chiamato nel 2016 dal governo Renzi a dirigere Eur Spa, società pubblica che gestisce immobili e sistemi di telecomunicazione nel quartiere Eur di Roma. Nel 2019 è tornato a Milano come presidente della Fondazione Fiera Milano, su proposta del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e con il sostegno del sindaco di Milano Beppe Sala. Durante l’emergenza Covid, Pazzali ha ricevuto riconoscimenti locali come la Rosa Camuna e l’Ambrogino d’oro per aver realizzato un ospedale per pazienti in terapia intensiva in un padiglione della Fiera.

Nel 2018, Pazzali ha fondato Equalize, società di cui è socio di maggioranza, dedicata alla consulenza informatica e ora al centro dell’inchiesta della DDA. Secondo i magistrati, Pazzali avrebbe avuto “una posizione sostanzialmente di rappresentanza” nella società, sfruttando la sua rete di contatti tra imprenditori e politici, in particolare in ambienti di destra. Gli inquirenti ipotizzano che Pazzali fosse consapevole dell’illegalità delle operazioni di Equalize e che avesse utilizzato le informazioni raccolte per “finalità di profitto oppure a scopo estorsivo e ricattatorio” per influenzare politica e imprenditoria o danneggiare la reputazione dei competitor.

Carmine Gallo

Carmine Gallo, 65 anni e originario di Gragnano, è un ex poliziotto conosciuto a Milano per il suo ruolo in diverse inchieste, specialmente contro la ‘ndrangheta. Ha ricoperto incarichi nella squadra mobile, incluso quello di vicedirigente nella sezione Criminalità organizzata. L’ultimo incarico prima della pensione è stato come vicedirigente del commissariato di Rho-Pero, dove ha coordinato la sicurezza dei leader internazionali in visita per Expo 2015. Nel 2018, dopo il pensionamento, è diventato socio e amministratore delegato di Equalize.

Secondo i magistrati, Gallo avrebbe avuto un ruolo operativo importante all’interno di Equalize, con l’obiettivo di sviluppare un sistema per vendere informazioni riservate a scopo di lucro.

Conversazioni intercettate e vittime illustri

Una conversazione intercettata ha sollevato preoccupazioni sulla possibilità che la rete di Equalize sia riuscita ad arrivare persino al Quirinale. In un dialogo, Nunzio Samuele Calamucci ha parlato con Gallo dell’invio di “una mail intestata a Mattarella” a venti persone, con un indirizzo email che sembrava associato al Presidente della Repubblica. Tra le vittime dei dossier di Equalize ci sono il presidente del Senato Ignazio La Russa, suo figlio Geronimo, l’ex premier Matteo Renzi, la giudice Carla Giovanna Ranieri, l’imprenditore Leonardo Maria Del Vecchio e il cantante Alex Britti.

Commercio di “copie forensi” e dati riservati

Un aspetto rilevante dell’operato di Equalize era il commercio delle “copie forensi”, ovvero copie digitali dei contenuti dei telefoni ottenute con autorizzazione delle procure. In alcune conversazioni, Calamucci menzionava un collaboratore soprannominato “Checco”, incaricato delle analisi forensi per la procura di Milano, che sembra aver condiviso documenti sensibili con Equalize. Tra i file sottratti figurano documenti classificati riconducibili all’Aisi, il servizio segreto interno italiano.

L’allarme di Crosetto

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha manifestato forte preoccupazione per le implicazioni di questa vicenda. Ha dichiarato che lo scandalo rappresenta una minaccia per la democrazia e richiede un intervento del Parlamento, sottolineando come questo caso sia solo la punta dell’iceberg di un sistema di corruzione diffusa.

Ricorso al Tribunale del Riesame per arresti domiciliari

La DDA di Milano ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere tredici misure di custodia cautelare in carcere per altrettanti indagati, tra cui Carmine Gallo e Nunzio Samuele Calamucci, già agli arresti domiciliari. La DDA ha richiesto anche i domiciliari per Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera Milano e principale titolare della Equalize. Il gip Fabrizio Filice aveva inizialmente disposto solo quattro arresti domiciliari e due misure interdittive, senza però imporre custodia cautelare per Pazzali.

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