Con i nuovi “super poteri anti evasione” dell’Agenzia delle Entrate sarà possibile sorvegliare, profilare e sanzionare in massa la popolazione italiana
L’Agenzia delle Entrate italiana si sta trasformando in una Agenzia di intelligence. Di recente il Garante Privacy si è espresso in merito allo schema di decreto proposto dal MEF per dare attuazione alla legge di Bilancio 2021. Lo schema prevede le misure per attivare un nuovo potere dell’Agenzia delle Entrate: l’analisi dei dati per valutare il “rischio fiscale“. La legge definisce rischio fiscale come il “rischio di comportamenti attuati in violazione di norme di natura tributaria ovvero in contrasto con i principi o con le finalità dell’ordinamento tributario“.
L’analisi sarà fatta grazie all’intreccio di diversi dati (come i movimenti sui conti corrente, i dati su depositi e prelievi, oltre che alle banche dati della Guardia di Finanza). Il codice fiscale di ognuno di noi sarà usato come punto centrale a cui collegare tutte le altre informazioni. Lo scopo è quello di usare i dati per valutare il comportamento delle persone e valutare il rischio fiscale.
Saranno usati 2 dataset diversi: uno di analisi (che comprenderà dati nella disponibilità dell’Agenzia) e uno di controllo (che riguarderà i dati caratterizzati da rischio fiscale). I dati di analisi saranno cancellati ogni 8 anni, mentre quelli di controllo ogni 10 anni.
In sostanza, la valutazione del rischio fiscale è una valutazione sistematica e globale di azioni, comportamenti e dati (anche probabilistici), sulla quale si fonderanno decisioni, anche automatizzate, che avranno effetti giuridici molto rilevanti su milioni di persone. È un sistema che in pratica capovolge il principio di presunzione d’innocenza. Quindi, diventeremo tutti sospetti e di conseguenza potenzialmente soggetti a sorveglianza e profilazione, fino a prova contraria.
Profilazione e fatturazione elettronica
Il nuovo potere di “profilazione” si andrà a sommare agli altri poteri informativi di cui gode l’Agenzia (come la fatturazione elettronica). Le fatture elettroniche permettono all’Agenzia delle Entrate di conoscere ogni singolo aspetto della nostra vita. Infatti, ogni anno in Italia vengono emesse più di 2 miliardi di fatture per i motivi più disparati (divertimento, questioni di salute, lavoro, educazione, e servizi di ogni tipo).
Il Garante ha definito così il trattamento di dati legato alla fatturazione elettronica: “La memorizzazione integrale dei file XML, corredati dei relativi allegati […] comporta comunque la concentrazione presso l’Agenzia delle entrate di miliardi di fatture elettroniche contenenti dati, anche appartenenti a categorie particolari o relativi a condanne penali e reati, riferiti a ogni aspetto della vita quotidiana, abitudini e scelte di consumo delle persone fisiche. […] determinano un’ingerenza, sistematica e preventiva, nella sfera privata più intima delle persone fisiche, non proporzionata all’obiettivo di interesse pubblico“.
Già nel 2020 il Garante aveva dato un parere negativo sullo schema attuativo per la conservazione dei dati della fatturazione elettronica, paragonandolo a un sistema di sorveglianza di massa degli italiani: “[…] Configura un sistema di controllo irragionevolmente pervasivo della vita privata di tutti i contribuenti, senza peraltro migliorare il doveroso contrasto dell’evasione fiscale“.
Sulla fatturazione elettronica, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ruffini, ha detto: “La fatturazione elettronica non ha dato gli effetti sperati non perché non sia la via giusta ma perché abbiamo un armadio pieno di dati che non siamo in grado di utilizzare perché non siamo autorizzati a farlo per la privacy. […] La partita è impari dal lato del Fisco. Le partite Iva sono 6 milioni e noi siamo 32 mila servitori dello Stato. Immaginare di poter accertare sistematicamente 4 o 5 milioni di partite Iva attive è difficile. […] ai privati cediamo i nostri diritti alla privacy e poi ci difendiamo dallo Stato che siamo noi stessi“. Quindi lo scopo della fatturazione elettronica è accumulare dati e usarli contro i contribuenti?
La limitazione dei diritti
Lo schema prevede limitazioni dei diritti su dati previsti dalla normativa europea. La prima limitazione è relativa al diritto di accesso ai dati, che prevede il potere di conoscere se è in corso o meno un trattamento di dati e di ottenere informazioni significative. Questo non sarà possibile. Lo schema, infatti, propone di escludere il diritto di accesso, almeno fino a dopo aver ricevuto l’invito a regolarizzare la propria posizione fiscale. Solo quando l’Agenzia delle Entrate avrà deciso che siamo colpevoli, avremo allora diritto di chiedere l’accesso ai dati.
Il motivo della limitazione del diritto di accesso riguarda il fatto che il legislatore vuole proteggere la segretezza delle attività di sorveglianza dell’Agenzia (come se fosse un organo di intelligence o di polizia). L’Agenzia ha il diritto di metterci sotto sorveglianza, ma noi non abbiamo il diritto di saperlo.
Lo schema attuativo limita anche altri diritti, come la possibilità di richiedere la limitazione del trattamento, il diritto di opposizione e il diritto di cancellazione. Questi diritti sono fondamentali per proteggere la nostra vita contro possibili abusi, errori e conseguenze giuridiche derivanti da profilazione e processi decisionali automatizzati.
Secondo il Garante della Privacy, la limitazione “rischia di ostacolare più in generale il diritto di difesa del cittadino, protraendo anche condotte illecite“. Cioè, com’è possibile accertarsi che i dati su di noi siano corretti e aggiornati, e nel caso in cui non lo siano, correggere l’azione dell’Agenzia delle Entrate, se non si ha il diritto di sapere che c’è un trattamento di dati che ci riguarda?
Queste limitazioni spostano il carico di responsabilità sul contribuente, che si troverà in condizione di doversi difendere da una decisione presa dall’Agenzia delle Entrate sulla base di dati e processi decisionali non conoscibili da nessuno. Quindi, l’Agenzia delle Entrate somiglierà sempre di più ad un’agenzia di intelligence, con mandato di sorvegliare, profilare e sanzionare sistematicamente e in massa la popolazione italiana.
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