La scienza per dimostrare l’esistenza di Dio

Michel-Yves Bollorè e Olivier Bonassies, autori del libro “Dio. La scienza. Le prove”, dopo 3 anni di lavoro e la collaborazione con una squadra di specialisti provenienti da diverse discipline, tra cui fisica, matematica, biologia e storia, offrono un’indagine dettagliata sulle prove scientifiche dell’esistenza di Dio

La scienza per dimostrare l'esistenza di Dio

La scienza per dimostrare l’esistenza di Dio.

Michel-Yves Bollorè e Olivier Bonassies sono gli autori del libro “Dio. La scienza. Le prove“, il quale ha suscitato molte controversie ma ha anche ottenuto un notevole successo di vendite, inclusi 3.000 copie vendute nella prima settimana del suo arrivo in Italia.

I due autori sono disponibili a partecipare a dibattiti pubblici e registrati per sostenere le loro teorie, che, secondo loro, sono spesso contestate senza una vera e propria argomentazione. Il libro, edito da Sonda, propone una riflessione approfondita sulla possibilità dell’esistenza di un Dio creatore, basata sulle conoscenze scientifiche più aggiornate.

Dopo tre anni di lavoro e la collaborazione con una squadra di specialisti provenienti da diverse discipline, tra cui fisica, matematica, biologia e storia, il libro offre un’indagine dettagliata sulle prove scientifiche dell’esistenza di Dio. La sua lettura ha suscitato interesse sia tra gli scienziati che tra i religiosi, dimostrando di essere un’opera che stimola la riflessione e l’approfondimento su un tema di grande rilevanza.

Bonnassies, imprenditore e fondatore di Aleteia, afferma che il libro “Dio. La scienza. Le prove” non inventa nulla, ma riunisce prove esistenti e solide. Da giovane, Bonnassies era un convinto ateo e considerava i credenti degli imbecilli. Tuttavia, il libro non mira a essere un trattato di religione o fede, ma a esplorare se dietro l’Universo esista un creatore. Il linguaggio del libro è chiaro e accessibile, affrontando la questione dell’esistenza di Dio attraverso 12 temi, la maggior parte dei quali di natura scientifica.

Il libro parte dall’analisi delle scoperte e delle controversie suscitate nel corso degli anni e fornisce risposte per consentire a ciascuno di formarsi un’opinione sull’argomento. Parmenide sosteneva che nulla poteva nascere dal nulla assoluto, concetto oggi condiviso dagli scienziati. Bonnassies cita diverse scoperte indipendenti degli ultimi 100 anni che dimostrano l’inizio dell’Universo, non solo il Big Bang ma anche la termodinamica.

Il libro sfida le idee materialiste, suscitando resistenze da parte di scienziati, atei e agnostici. Bollorè, ingegnere e direttore d’azienda, sottolinea che l’esistenza di Dio è una questione passionale, perché per molti significa limitazione della libertà e giudizio. Questo rende la discussione difficile, ma l’obiettivo del libro è stimolare la riflessione su questo argomento. È rivolto a chi si interroga sull’esistenza di Dio, offrendo le risposte scientifiche che sostengono questa tesi in un unico volume.

Parlando del lavoro di stesura del volume, i due autori rivelano che alcuni professionisti non credenti, dopo aver letto le bozze, si sono messi in discussione. Bollorè racconta di un suo amico, un uomo d’affari ateo, che ha cambiato idea dopo aver letto il libro, confessando di credere che Dio esista, ma non come l’unico. Alcuni scienziati atei hanno ammesso che quanto scritto nel libro è giusto, sebbene non abbiano voluto essere citati per non compromettere la loro carriera.

Bollorè sottolinea che molti atei temono che l’esistenza di Dio possa limitare la loro libertà e comportare un giudizio sulla loro vita. Altri temono di essere esclusi dal mondo dominante se affermano di essere cristiani. Viene citata una dichiarazione di George Wald, premio Nobel per la Medicina, che sostiene che la vita sia stata creata da Dio, ma che egli sceglie di credere nella generazione spontanea, nonostante sia scientificamente impossibile, perché non vuole credere in Dio per ragioni filosofiche.

L’uscita del libro in Francia ha suscitato dibattiti non solo in ambiti accademici, ma anche tra i giovani. Sono stati sorpresi nel vedere genitori che compravano il libro per i figli e viceversa. Ragazzi di 14-15 anni hanno mostrato entusiasmo dopo aver letto il libro. Molte persone, soprattutto giovani, pensano che la scienza abbia dimostrato che Dio non esiste, ma gli autori ritengono che questo sia un errore fondamentale. Argumentano che ci sono state nuove scoperte scientifiche negli ultimi 100 anni che portano a considerare la possibilità dell’esistenza di Dio in modo razionale.

Bollorè conferma che ci sono stati pochi attacchi, principalmente attacchi personali o prese in giro, etichettandoli come cattolici rigidi o bigotti. Tuttavia, sostiene che non ci sono state critiche sul contenuto del libro, che è supportato da un ampio numero di note a piè di pagina, riferimenti e premi Nobel citati, nessuno dei quali è falso. Le critiche sembrano derivare da motivazioni personali piuttosto che da argomentazioni serie.

Bollorè e Bonassies riflettono sugli argomenti trattati nel libro da 30 anni e sono entrambi scienziati. Hanno impiegato tre anni e mezzo per scriverlo e hanno avuto la collaborazione di numerosi esperti, con 30 persone che hanno riletto le bozze. Nonostante la robustezza del lavoro e il coinvolgimento di specialisti, alcune persone sembrano criticare il libro senza analizzarlo in modo approfondito.

Il 99% di coloro che hanno criticato il libro non ha accettato di partecipare a un dibattito pubblico filmato proposto dagli autori. Questo comportamento suggerisce una mancanza di volontà da parte dei critici di confrontarsi apertamente con il materiale presentato nel libro. Gli autori hanno registrato tutti i dibattiti in cui hanno partecipato e sostengono di aver ottenuto vittorie significative in tali occasioni.

Il libro, intitolato “Dio. La scienza. Le prove“, affronta anche il tema dei miracoli, con un capitolo dedicato al caso di Fatima e un approfondimento sul matematico Ramanujan Srinivasa, che sosteneva di ricevere ispirazione da una divinità chiamata Namagiri. Questo episodio, secondo Bollorè, ha suscitato interesse tra i membri dell’Accademia scientifica francese, che ancora oggi trovano difficile spiegare come Ramanujan abbia ottenuto i suoi risultati matematici.

Nel libro viene menzionato il miracolo di Fatima. Bollorè spiega che il ragionamento si basa sulla pura logica: se Dio non esiste, allora non possono esistere neanche i miracoli. Tuttavia, se un miracolo accade, implica l’esistenza di Dio. Il miracolo di Fatima è stato scelto perché si è verificato in un contesto ostile alla Chiesa cattolica, il Portogallo del Ventesimo secolo.

Il miracolo coinvolge tre bambini analfabeti che predicono un evento straordinario che avverrà in un luogo specifico, in un momento preciso. Nonostante le minacce e gli arresti da parte delle autorità locali, l’evento si verifica come annunciato. Bollorè esamina diverse possibilità per spiegare il miracolo: fenomeni meteorologici o cosmologici, allucinazioni collettive o truffe. Tuttavia, nessuna di queste ipotesi regge, poiché il miracolo si è verificato davanti a numerosi testimoni.

L’ipotesi di una truffa è esclusa perché l’evento si è svolto nel cielo, rendendo impossibile l’inganno. Bollorè sottolinea che il libro fornisce tutte le informazioni necessarie ai lettori per giungere a una conclusione autonoma.

Bollorè conclude affermando che il libro non si occupa della fede, ma riconosce la verità cristiana come l’unica verità. Tuttavia, questo non implica superiorità o merito da parte dei credenti, ma è una constatazione umile.

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