La Gran Bretagna continua ad importare petrolio dalla Russia

La scappatoia impiegata dagli inglesi consiste nell’utilizzare un altro Paese che fa da tramite, così che il greggio non risulti acquistato direttamente dalla Russia

La Gran Bretagna continua ad importare petrolio dalla Russia
La Gran Bretagna continua ad importare petrolio dalla Russia. Ad Agosto 2022 il Regno Unito ha affermato di aver chiuso definitivamente i rapporti commerciali con la Russia (niente petrolio, niente gas, ecc.). Secondo Times UK sarebbe, però, solo una messa in scena.

Il Regno Unito importa greggio dalla Russia per il 23%. Un giro che conta 3 miliardi di sterline. La scappatoia impiegata dagli inglesi per ottenere il petrolio del Cremlino è simile a quella americana: si utilizza un altro Paese che fa da tramite, così che il greggio non risulti acquistato direttamente dalla Russia.

Come aggira le sanzioni il Gran Bretagna?

La nave britannica Mariners, proveniente dalla Russia, dopo alcuni giorni di mare si ferma a largo delle acque di Kalamata (Grecia). A quel punto la Mariners si avvicina ad un’altra petroliera, di proprietà ellenica: la Marinoula. Nelle ore successive avviene lo scambio di greggio. Petrolio di evidente provenienza russa e che è poi attracca nel porto inglese di Immingham.

In pratica si tratta di un vero e proprio scambio, dove il petrolio russo è passato dalla nave inglese a quella greca, che poi si è diretta nel Regno Unito, facendo finta di niente. Secondo i registri ufficiali, infatti, non si tratta di petrolio russo.

È un trucchetto simile a quello degli Stati Uniti (che però hanno utilizzato l’Italia invece che la Grecia e la raffineria Lukoil invece che le petroliere).

Da marzo ad oggi gli inglesi avrebbero ricevuto greggio russo pari a 919 milioni di dollari. Nei dati ufficiali, però, si leggono come Paesi di provenienza la Germania, il Belgio e i Paesi Bassi. Il Times ha, però, controllato il GPS della petroliera inglese Mariners, notando come il punto di partenza sia sempre la Russia.

Quindi, mentre l’Unione europea approva pacchetti sanzionatori, spinti da Regno Unito e Stati Uniti, in realtà solo Ue rispetta tali sanzioni.

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