Il sistema alimentare mondiale è controllato in gran parte da un piccolo gruppo di multinazionali

Le prime 4 multinazionali nel commercio di materie alimentari di base dominano le vendite con il 66,8% del mercato

Il sistema alimentare mondiale è controllato in gran parte da un piccolo gruppo di multinazionali
Il sistema alimentare mondiale è controllato in gran parte da un piccolo gruppo di multinazionali. Il rapporto intitolato “Who’s Tipping the Scales?” pubblicato dal gruppo Ipes-Food ha evidenziato che il sistema alimentare mondiale è dominato da un piccolo gruppo di aziende multinazionali. Secondo gli esperti, 4 grandi aziende controllano il 62,3% del settore dell’industria chimica per l’agricoltura, altre 4 hanno il pieno potere sul 60,5% del mercato dei prodotti farmaceutici per la zootecnia. Infine, le prime 4 multinazionali nel commercio di materie alimentari di base dominano le vendite con il 66,8% del mercato. Questa concentrazione di potere solleva interrogativi riguardo alla presenza delle imprese nei processi decisionali.

Le fusioni aziendali degli ultimi decenni, come quelle tra Kraft e Heinz, Dow e Dupont, Anheuser Busch InBev e SABMiller, hanno contribuito al consolidamento delle imprese multinazionali. Queste fusioni hanno aumentato significativamente la quota di mercato delle aziende coinvolte, plasmando i mercati dei prodotti e creando barriere che ostacolano la concorrenza. Le grandi aziende del settore alimentare sono in grado di investire ingenti somme di denaro nella ricerca e nello sviluppo, beneficiando della protezione di brevetti e diritti di proprietà intellettuale, e di ridurre i prezzi pagati ai fornitori nonostante un aumento dei prezzi per i consumatori. Inoltre, l’aumento delle dimensioni delle aziende le rende più attraenti per gli investimenti finanziari, consentendo loro di concentrare ulteriormente il loro potere economico e, di conseguenza, politico.

Il rapporto evidenzia anche come le grandi aziende riescano ad esercitare influenza sui responsabili politici attraverso il finanziamento delle campagne elettorali, la ricerca scientifica e la sponsorizzazione di annunci pubblicitari. Ciò si traduce in numerose iniziative di collaborazione tra pubblico e privato, come il partenariato tra la FAO e CropLife, un’organizzazione del settore dei fitofarmaci che conta diverse grandi aziende agroalimentari tra i suoi membri. Queste alleanze consentono alle multinazionali di influenzare le decisioni politiche e di migliorare la propria reputazione.

Nonostante alcuni timidi tentativi di limitare il potere delle aziende, come i Principi guida delle Nazioni Unite e il processo di elaborazione di un trattato ONU vincolante sulle imprese transnazionali e i diritti umani, le pressioni esercitate dalle multinazionali continuano a compromettere l’ambiente, il clima e la salute pubblica. Alcune decisioni, come l’etichettatura degli alimenti o le tasse sui prodotti ultra lavorati e sulle bevande zuccherate, sono ancora lasciate alla volontà delle aziende. Inoltre, la pressione per evitare regole che richiedano alle aziende di assumersi la responsabilità legale o finanziaria per i danni causati a terzi o agli ecosistemi naturali gioca un ruolo determinante.

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