I siti segreti della Cia non sono così segreti

Il Citizen Lab dell’Università di Toronto ha smascherato 885 indirizzi web legati agli 007 americani. Lo stesso hanno fatto Cina e Iran

I siti segreti della Cia non sono così segreti
I siti segreti della Cia non sono così segreti. I siti clandestini della Cia disseminati in tutto il mondo erano così segreti che avrebbe potuto scoprirli anche un internauta amatoriale. È la conclusione a cui sono arrivati i ricercatori di Citizen Lab (il dipartimento di sicurezza dell’Università di Toronto). I ricercatori, dopo aver ricevuto una soffiata da un giornalista della Reuters, Joel Schectman, hanno smascherato 885 siti web riconducibili agli 007 americani. Per riuscirci non hanno dovuto attingere a sistemi sofisticati, ma hanno semplicemente utilizzato materiale a disposizione su internet.

Secondo l’università canadese, dal 2011 al 2012 i governi di Iran e Cina hanno scoperto questi siti e li hanno utilizzati per catturare e giustiziare decine di informatori e agenti al servizio della Cia.

Citizen Lab, per tutelare le persone che lavorano per gli Stati Uniti in Paesi ostili e che potrebbero essere ancora a rischio, non ha indicato i dettagli della ricerca o i nomi dei siti.

I ricercatori canadesi hanno detto: “Abbiamo condotto le ricerche quando erano ancora online, così come hanno fatto probabilmente Iran e Cina. Conoscendo il nome di un sito anche un maneggione amatoriale avrebbe potuto mappare tutta la rete Cia“.

Il network online degli 007 comprendeva centinaia di siti che offrivano, in apparenza, notizie, informazioni sulla salute, il tempo, lo sport, l’intrattenimento, in 29 lingue e 36 Paesi. Tra questi ce n’era uno che si presentava come una pagina tributo al conduttore tv e comico Johnny Carson, storico anchorman di “3The Tonight Show” (trasmesso sulla Nbc). La maggior parte dei siti è rimasta in funzione per 9 anni (dal 2004 al 2013).

L’Intelligence aveva dotato i siti di sistema di scrittura Java, JavaScript e Adobe Flash per tradurre messaggi criptati e sequenze di indirizzi IP legati ad aziende inesistenti ma che, secondo i ricercatori, erano facilmente smascherabili. Infatti, nel 2018, due giornalisti di Yahoo News (Jenna McLaughlin e Zach Dorfman) avevano rivelato come il sistema usato dalla Cia su internet per comunicare con i suoi informatori fosse stato scoperto da Iran e Cina e avesse portato alla morte di oltre una ventina di persone.

Il caso Hosseini

Il reporter della Reuters ha raccontato la storia di un “asset” arrestato dalla polizia iraniana e messo in carcere per 7 anni, vittima di quel network sulla rete che per Citizen Lab era “insicuro in modo letale“.

Nel 2010, l’ingegnere Gholamreza Hosseini stava per imbarcarsi su un volo per Bangkok, quando venne fermato da un addetto alla sicurezza dell’aeroporto internazionale Khomeini di Teheran. Portato nella sala Vip, venne messo contro il muro. Hosseini fece appena in tempo a estrarre dalla tasca alcuni fogli che lo avrebbero portato alla condanna a morte e li ingoiò. Scoprì di essere stato scoperto attraverso i suoi contatti su un sito civetta della Cia. Dopo 9 anni di carcere è uscito nel 2019.

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